C'è un vulcano che non smette mai di eruttare
In questi giorni è notizia la fine dell'eruzione del vulcano situato presso l'isola di La Palma, alle Isole Canarie, in Spagna. Dopo tre mesi di eruzione, ha cessato al momento la sua attività. C'è un vulcano famoso per non smettere mai di eruttare. Vediamo qual è.
In questi giorni è notizia la fine dell'eruzione del vulcano di La Palma, alle Isole Canarie, in Spagna. Dopo tre mesi infatti, i vulcanologi hanno dato per terminata l'attività eruttiva, visto che una serie di parametri mostrano segnali di esaurimento del processo.
C'è invece un vulcano famoso per non smettere mai di eruttare: si trova a poca distanza dalle coste della Sicilia e della Calabria, e per la sua attività continua veniva chiamato già dagli antichi "il faro del Mediterraneo". Stiamo parlando dello Stromboli.
Lo Stromboli, uno dei pochi vulcani al mondo che "non si ferma mai"
Lo Stromboli è un vulcano attivo situato nell'arcipelago delle Isole Eolie, al largo della Calabria e della Sicilia, nel mar Tirreno. Dà il nome all'isola omonima, la più settentrionale delle Eolie, e raggiunge un'altezza di 926 metri sul livello del mare, anche se la sua base si trova circa duemila metri al di sotto del livello marino e visto quindi nel complesso è un edificio vulcanico molto grande. Lo Stromboli è - secondo quanto riporta l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nella pagina dedicata - uno dei pochi vulcani al mondo in attività quasi continua.
I crateri attivi sono caratterizzati da un'attività persistente, in corso da almeno duemila anni in modo praticamente continuo. Gli antichi greci lo chiamavano "il faro del Mediterraneo", perché rischiarava già più di duemila anni fa quest'area del Mediterraneo centrale. Il nome Stromboli è famoso nel mondo perché il tipo di attività esplosiva che lo caratterizza è stata usata come metodo di classificazione per altri tipi simili di eruzione in tutto il mondo: le eruzioni di tipo stromboliano.
Le eruzioni di tipo stromboliano
Fu il vulcanologo italiano Giuseppe Mercalli a descrivere questo tipo di eruzioni osservando lo Stromboli. Le definiva "eruzioni leggermente esplosive ad intervalli discreti ma abbastanza regolari di secondi o minuti". Le esplosioni in questo vulcano del Mediterraneo avvengono infatti ad intervalli di 25-35 minuti.
Lo stesso Mercalli avrebbe poi usato un altro vulcano delle Eolie, Vulcano (che nel 2021 ha fatto parlare di sé per alcuni parametri cambiati), per indicare un altro tipo di eruzioni che vengono definite "vulcaniane". Anche nella recente eruzione del vulcano di La Palma era presente un'attività di tipo stromboliano.
Le eruzioni dello Stromboli quindi, consistono in piccole esplosioni separate tra loro, durante le quali sono visibili lanci di frammenti di lava incandescente, lapilli e cenere. Il materiale piroclastico può raggiungere fino a qualche centinaia di metri sopra le bocche, quindi un'altezza molto più ridotta rispetto a quanto avviene nei vulcani esplosivi.
Come tutti i vulcani però, l'attività non è sempre uguale. Ci sono periodi più "movimentati" durante i quali si possono anche formare piccole colate di lava intracrateriche (come nell'agosto 2009 e nel gennaio 2010).
Non è sempre un vulcano "tranquillo": i pericolosi parossismi dello Stromboli
L'abituale attività stromboliana, dicevamo, è caratterizzata da eruzioni continue ma con una modesta attività esplosiva. In certe situazioni però si possono verificare dei pericolosi "parossismi", con esplosioni molto più potenti. I più forti parossismi negli ultimi cento anni sono stati quelli del 1919, 1930, 2003 e le due esplosioni del 2019.
Nell'estate del 2019 gli eventi parossistici sono stati due (puoi leggere qui la notizia pubblicata allora su Meteored Italia). Nel corso degli episodi parossistici più forti la ricaduta del materiale piroclastico incandescente (lapilli o bombe vulcaniche), può causare incendi nella vegetazione nella piccola isola di Stromboli, come accaduto nell'estate del 2019.
Il 30 dicembre del 2002 la costa dell'Isola di Stromboli venne investita anche da un maremoto, causato da una frana legata all'eruzione del vulcano. La frana, finendo in mare, generò un'onda di tsunami che causò danni. Da allora nell'isola è presente un sistema di allerta.