Viaggiare con "la macchina del tempo climatico” della NASA
Andare indietro nel tempo ora è possibile grazie a una serie di strumenti della NASA che mostrano come stanno cambiando gli indicatori climatici del pianeta. Potrai vedere con i tuoi occhi gli effetti dei cambiamenti climatici.
La NASA ha sviluppato recentemente una serie di strumenti molto facili da usare, che ci permettono di viaggiare indietro nel tempo e vedere, grazie a mappe e immagini, come sta cambiando il clima della Terra.
La "macchina del tempo climatico" ci permette di andare indietro e avanzare nel tempo, mostrando come cambiano con gli anni quattro indicatori climatici chiave del nostro pianeta.
Davanti a tanti valori percentuali, cifre raggruppate per decenni, medie per regione e altri dati che ci possono confondere quando si parla di cambiamenti climatici, la NASA ha organizzato questa massa di informazioni creando un riassunto chiaro e semplice da visualizzare. Vediamo di che si tratta.
Il ghiaccio marino
Lo scioglimento del ghiaccio marino è uno degli indicatori chiave del cambiamento del clima terrestre. La NASA mette a disposizione una raccolta di immagini satellitari, ordinate in modo cronologico, per poter viaggiare negli ultimi 40 anni attraverso il circolo polare artico.
Le immagini utilizzate sono sempre quelle scattate alla fine di ogni estate, al fine di mostrare il minimo annuale di ghiaccio marino e fare un confronto che possa essere valido anno dopo anno. Proprio alla fine dell'estate lo strato di ghiaccio marino raggiunge la sua minima estensione, lasciando in vista soltanto i ghiacci perenni.
Vedendo queste immagini è chiaro come l'area del ghiaccio perenne nell'Artico è in costante calo da quando è iniziata la registrazione satellitare nel 1979. Il costante scioglimento del ghiaccio marino porta importanti conseguenze che alterano l'ecosistema locale e che si riflettono in diversi indicatori: salinità dell'acqua, cambiamenti nelle correnti marine, cambiamenti nei modelli meteorologici regionali e globali, ecc.
Secondo l'ultimo rapporto speciale sugli oceani e la criosfera dell'IPCC, l'estensione di ghiacci marini artici sta diminuendo continuamente in tutti i mesi dell'anno, ma le riduzioni sono più forti nei mesi di settembre (una perdita pari –12.8 ± 2.3% ogni decennio nel periodo 1979–2018).
Questa riduzione non ha precedenti negli ultimi 1000 anni. Il ghiaccio marino dell'Artico si riduce, coincidendo con un cambiamento nel tipo di ghiaccio, sempre più "giovane": dal 1979, la proporzione reale di ghiaccio spesso (con almeno 5 anni di accumulo), è diminuito di un 90% circa. Almeno la metà del ghiaccio marino perduto ed osservato negli ultimi tempi è attribuibile all'aumento delle concentrazioni atmosferiche di gas serra.
Il livello del mare
Questo è un altro degli indicatori usati dalla NASA per viaggiare nel tempo. Secondo recenti osservazioni satellitari, si sono rilevati assottigliamenti della calotta glaciale della Groenlandia a quote più basse. Una fusione parziale di questa calotta glaciale provocherebbe un aumento di 1 metro dei mari.
Le immagini visualizzate da questa macchina del tempo della NASA mostrano quale effetto avrebbe sulle regioni costiere ogni metro di innalzamento del livello del mare, fino a 6 metri. Le aree che verrebbero inondate sono colorate in rosso. Se la calotta glaciale della Groenlandia si sciogliesse completamente, il livello del mare aumenterebbe da 5 a 7 metri.
Il livello medio globale del mare (GMSL) sta aumentando, ed in modo accelerato: la somma dei contributi dei ghiacciai e della calotta glaciale è ora la fonte prevalente di questo incremento.
Diossido di Carbonio
In questa serie temporale si mostrano i cambiamenti generali nella concentrazione e distribuzione di diossido di carbonio (CO2) dal 2002, in un intervallo di altezze fra 3 e 12 km approssimativamente.
Le regioni colorate in giallo e rosso indicano concentrazioni più alte di CO2, mentre le aree in blu e verde indicano concentrazioni più basse, misurate in parti per milione (secondo i dati della Sonda infrarosso atmosferica (AIRS)).
Temperatura globale
Questa è l'ultima tappa del viaggio con la macchina del tempo climatico della NASA e riguarda la variabile più usata quando si parla dei cambiamenti climatici: l'aumento delle temperature globali. In questa mappa divisa per colori è possibile identificare una progressione delle variazioni delle temperature globali della superficie dal 1884 al 2019. Il blu scuro indica aree più fredde della media, mentre il rosso scuro indica aree più calde rispetto la media.
Secondo il rapporto IPCC, che riflette la tendenza al riscaldamento a lungo termine dai tempi preindustriali, la temperatura superficiale media globale osservata (GMST) per il decennio 2006-2015 è stata tra 0,75° C e 0,99° C maggiore della media nel periodo 1850-1900. Si sta registrando un riscaldamento maggiore della media annuale globale in molte regioni terrestri, due o tre volte più alta nell'Artico.
Il riscaldamento è generalmente più elevato sulla terra che sull'oceano. Si stima che le attività umane abbiano causato circa 1,0 ° C di riscaldamento globale al di sopra dei livelli preindustriali, con un probabile intervallo compreso tra 0,8 ° C e 1,2 ° C. È probabile che il riscaldamento globale raggiunga +1,5 ° C tra il 2030 e il 2052, se continua ad aumentare al ritmo attuale.