Uno dei pochi luoghi al mondo dove è possibile osservare lo spiaggiamento dei misteriosi pesci abissali
Questi pesci sono abituati a vivere ad un ambiente totalmente ostile, caratterizzato da elevatissimi valori di pressione, oscurità perenne e temperature dell’acqua estremamente fredde, per non dire gelide.
Lo Stretto di Messina è uno dei pochissimi luoghi al mondo dove è possibile osservare l’affascinante fenomeno dello spiaggiamento naturale dei pesci abissali. Come abbiamo visto in questo articolo, lungo questo braccio di mare, che separa le coste della Calabria dalla Sicilia, avvengono quotidianamente particolari, quanto complessi, fenomeni idrodinamici, davvero molto singolari.
Uno di questi è rappresentato proprio dal cosiddetto fenomeno dell’upwelling, con la risalita di acque fredde e molto dense dal fondo dello Ionio. Il fenomeno dell’upwelling, all’interno dello Stretto di Messina, si attiva ogni qual volta che le fredde e dense acque del mar Ionio risalgono il bacino fra Reggio e Messina (Scilla e Cariddi), tramite l’ingresso della forte corrente “montante”, che risale da sud verso nord.
Le famose correnti di risalita dello Stretto
La corrente montante, durante la risalita dello Stretto, tende ad urtare su fondali meno profondi, risalendo la famosa “valle di Messina” (un vero e proprio canyon angusto nei fondali più profondi dello Stretto) presente nelle profondità dello Stretto.
La montante, dopo l’urto sugli scoscesi fondali, tendono ad assumere uno spiccato moto ascendente (flusso d’acqua dal basso verso l’alto), che tende a portare in superficie acque profonde, e per questo molto fredde, ma anche ricche di sostanze nutritive.
Tale fenomeno si può osservare in superficie con la formazione di grandi chiazze di acque particolarmente limpide e lisce, quasi simili a grandi macchie bianche sul mare, che indicano i punti dove la corrente ascendente raggiunge la massima intensità.
Questa continua risalita di acqua dal fondale, in determinati periodi dell’anno, con le giuste condizioni meteorologiche, favorisce l’incredibile fenomeno dello spiaggiamento dei pesci abissali. Spesso, camminando sulle spiagge che contornano lo Stretto di Messina, si può osservare lo spiaggiamento di diverse specie di pesci, abituati a vivere negli abissi, anche a profondità di oltre 2000 metri.
La caratteristica dei pesci abissali
Gli adattamenti morfologici dei pesci abissali alla vita negli ambienti profondi li rendono assolutamente particolari. Essi hanno ispirato gli antichi nell’ideazione di figure mitologiche per i loro racconti, fra cui anche l’Odissea.
Questi pesci sono abituati a vivere ad un ambiente totalmente ostile, caratterizzato da elevatissimi valori di pressione, oscurità perenne e temperature dell’acqua estremamente fredde, per non dire gelide.
A quelle profondità il colore non è più una necessita. Infatti, tutti i pesci abissali presentano una cromia sul nero o talvolta sono completamente privi di pigmentazione.
La bioluminescenza come espressione comunicativa
I pesci abissali sfruttano l’oscurità per comunicare fra conspecifici, per avvisare di un pericolo o anche per mimare la flebile luce proveniente dalla superficie. In tal modo, appaiono invisibili al predatore. Il comportamento avviene grazie a segnali luminosi autonomamente prodotti grazie a particolari strutture epidermiche, dette fotofori, disposte soprattutto nelle zone ventrali del loro corpo.
Questi organi sono ricchi di speciali cellule fotoemittenti o caratterizzati dalla presenza di particolari batteri luminosi. In entrambi i casi si parla del fenomeno della bioluminescenza. Non sarebbe nemmeno troppo sbagliato interpretare poeticamente i pesci abissali come le stelle del nero cielo abissale.
Per poter captare i segnali bioluminescenti, hanno bisogno di occhi estremamente sensibili. Questi ultimi sono caratterizzati da misure degne di nota. Un esempio è l’Argyropelecus hemigymnus, meglio conosciuto come L'ascia d'argento o pesce accetta, che è dotato di occhi telescopici e fondi oculari ricchi di guanina che consente di amplificare la timida luce in entrata.
La bioluminescenza è anche sfruttata per la predazione. Il pesce vipera, per esempio, crea un’esca luminosa per attrarre le prede, che al momento più opportuno poi ingoia.
Il tipo di alimentazione
L’alimentazione dei pesci abissali si basa principalmente sulla predazione e nel cibarsi di tutta la materia organica che proviene dall’alto. Tra questi troviamo la Chauliodus sloani, noto come pesce vipera, non propriamente adatti alla masticazione, ma capace di trattenere la preda prima di ingerirla.
Questi pesci si nutrono principalmente di crostacei planctonici o altri pesci che si trovano a passare nel loro raggio di azione.