Uno dei coralli più belli del Mediterraneo diventa un killer di meduse
L’astroides Calycularis ha uno scheletro formato da carbonato di calcio dal quale si ergono i polipi‚ che hanno generalmente una lunghezza di 4-5 millimetri‚ ma quelli più grandi possono raggiungere anche gli 8 millimetri.
L’astroides calycularis‚ comunemente conosciuta come “madrepora arancione” è uno dei coralli che caratterizzano il nostro Mar Mediterraneo.
Una delle caratteristiche particolari di questo corallo è quella di formare colonie tondeggianti di colore arancione. La dimensione della colonia può variare dai 5 ai 15 centimetri, a seconda della profondità.
Caratteristica di questo corallo
L’astroides Calycularis ha uno scheletro formato da carbonato di calcio dal quale si ergono i polipi‚ che hanno generalmente una lunghezza di 4-5 millimetri‚ ma quelli più grandi possono raggiungere anche gli 8 millimetri.
I polipi presentano un calice liscio e numerosi tentacoli appuntiti retrattili. Vi è però una differenza tra astroides che vive a pochi metri sotto la superficie del mare e a 30/40 metri di profondità.
Nelle colonie che crescono in prossimità della superficie del mare, lì dove si sente l’azione del moto ondoso, le colonie‚ di forma massiccia‚ presentano polipi con calice poligonale ed i nuovi individui vanno ad inserirsi nella parte periferica o fra quelli già esistenti.
A profondità maggiori invece‚ dove le acque sono più calme‚ le colonie appaiono di aspetto cespuglioso‚ presentano polipi con calice circolare e uno stesso individuo può produrre delle gemme a diversi livelli di altezza del calice.
I polipi della astroides Calycularis sono molto simili a quelli della madrepora gialla, nome scientifico Leptopsammia pruvoti. Quest’ultimi, però, sono generalmente gialli e solitari oppure con i polipi della nota “margherita di mare” (Parazoanthus axinellae)‚ che però sono più gracili e allungati‚ non hanno scheletro e mostrano tentacoli lisci.
L’incredibile scoperta: la madrepora arancione preda le meduse
Negli ultimi anni, per caso, un gruppo di ricercatori si è accorto che la madrepora arancione preda le meduse.
I due biologi marini della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli e Cnr, in collaborazione, con le Università di Bologna e Edimburgo, sono rimasti stupiti nello scoprire che i polipetti collaborano fra loro, nel predare una particolare specie di medusa infestante le acque del Mediterraneo, come la pelagia noctiluca.
Le meduse, ignare del pericolo, diventano facili prede mentre si avvicinino alle loro pareti, trasportate dalle correnti. Si è visto che in un lampo vengono catturano, colpite con un piccolo dardo velenoso per essere subito stordite e divorate.
Tale studio mette in evidenza come questo comportamento predatorio e del tutto inaspettato, è frutto di un comportamento sociale di collaborazione fra i singoli polipetti della colonia. Un elemento finora mai considerato nello studio dei coralli.
Una scoperta fatta per puro caso
Per l’esattezza la fase di predazione di questo corallo è stata documentata per la prima volta nei fondali dell’isola di Pantelleria. In quel giorno, quando Musco e Tomás Vega Fernández (della Stazione Zoologica e del Cnr) si sono immersi a Pantelleria per studiare questa famiglia di coralli, minacciata dal cambiamento climatico, si sono resi conto di essere circondati da decine di meduse.
In quella situazione i due ricercatori hanno potuto notare come alcuni esemplari di madrepora arancione erano intenti a mangiare queste meduse, ingoiandole per intero. Un comportamento che da subito attirato l’attenzione dei ricercatori, rimasti increduli da un simile comportamento.