Uno dei felini più grandi e rari d'Europa è stato avvistato in Italia

Questo animale è uno dei mammiferi più rari e affascinanti del continente europeo. Vederne una in natura è davvero un evento rarissimo, nonostante i progetti di reintroduzione in quei territori dove secoli fa venne letteralmente sterminata dall’uomo.

lince euroasiatica
Nonostante i vari progetti di reintroduzione, soprattutto lungo l’area alpina, le linci presenti sul territorio italiano sono ancora troppo poche.

La lince eurasiatica, nome scientifico Lynx lynx, è un felino autoctono dell’Europa. Secondo diversi studi colonizzò il vecchio continente nel tardo Pleistocene, sostituendosi alla lince Iberica, ora in pericolo di estinzione.

Questo animale è uno dei mammiferi più rari e affascinanti del continente europeo. Vederne una in natura è davvero un evento rarissimo, nonostante i progetti di reintroduzione in quei territori dove secoli fa venne letteralmente sterminata dall’uomo.

Alcune caratteristiche di questo animale

Le linci sono degli animali molto affascinanti da vedere, anche sotto il profilo estetico. Una delle caratteristiche principali della lince sono i suoi lunghi orecchi, dotati di ben 20 muscoli, molto utili per la caccia. Difatti con queste orecchie la lince riesce a captare suoni emessi a grande distanza, arrivando così a localizzare le prede durante le battute di caccia.

La coda è corta, soltanto tra 20 e 25 cm di lunghezza. Le dimensioni del corpo variano a seconda della specie, ma le proporzioni rimangono sempre le stesse. Il rappresentante più grande del gruppo è la lince eurasiatica, che presenta dimensioni quasi doppie rispetto alle altre specie.

Il dimorfismo sessuale è ben marcato. I maschi sono in media un quarto più grandi delle femmine.

Le linci, inoltre, sono animali molto territoriali, pronte a difendere il proprio areale con estrema fermezza, cacciando con la forza ogni intruso che osa invadere il proprio territorio. In questo modo la lince mira a consolidare la loro posizione di regine indiscusse sul territorio. Le linci sono anche ottime nuotatrici e arrampicatrici negli alberi, grazie ai loro arti posteriori predisposti al salto.

La lince in Italia

Nonostante la caccia nell'800 la lince è ancora presente nel nostro paese anche se è quasi impossibile osservarle nell’ambiente naturale, a meno che non si è degli esperti naturalisti, capaci di appostarsi per tanti giorni nelle aree frequentate da questi felini.

Così come il gatto selvatico, anche per la lince vale l’appellativo di “fantasma del bosco”, visto che ama muoversi all’interno dei boschi, con estrema agilità e facilità, grazie alle sue particolari zampe. Per questo passa inosservata.

lince euroasiatica
Il mantello, con una colorazione differente in base alle specie e al luogo dove si trova, offre una mimetizzazione perfetta. Anche a breve distanza, è incredibilmente difficile avvistarla. Per questi motivi vederne una dal vivo è rarissimo.

Inoltre il mantello, con una colorazione differente in base alle specie e al luogo dove si trova, offre una mimetizzazione perfetta. Anche a breve distanza, è incredibilmente difficile avvistarla. Per questi motivi vederne una dal vivo è rarissimo.

Oggi grazie alle foto trappole poste in alcuni boschi dell'arco alpino è stato possibile avvistare con maggiore frequenza gli esemplari presenti sul territorio italiano, durante le loro battute di caccia.

Nonostante i piani di reintroduzioni sono poche le linci in Italia

Nonostante i vari progetti di reintroduzione, soprattutto lungo l’area alpina, le linci presenti sul territorio italiano sono ancora troppo poche. E’ molto difficile fare una stima, ma al momento gli esemplari presenti sul nostro territorio nazionale sono solo pochi esemplari.

L’ultimo progetto di reintroduzione in natura di 5 linci euroasiatiche risale allo scorso anno, nei boschi del Friuli Venezia Giulia. L'obiettivo è un intenso monitoraggio con l'uso di collari GPS, foto trappole e raccolta di campioni genetici. Questi sforzi mirano a far crescere numericamente la popolazione italiana di linci da 5 a potenzialmente 10 individui e a preservarne la diversità genetica.

Nel frattempo in Europa, in vari Paesi, come la Svizzera, la Slovenia, la Romania e la Croazia, sono stati realizzati dei progetti, mirati all’introduzione di questi animali in natura, che solo ora, a distanza di decenni, stanno portando i frutti sperati, con un significativo aumento delle popolazioni.