Uno degli alberi più affascinanti dei climi freddi: alla scoperta dell'abete rosso

L’abete rosso non ha solo un aspetto solido, ma può anche vantare caratteristiche di robustezza. Il tronco può raggiungere i 60 metri di altezza e i 2 metri di diametro alla base.

foglie di un abete rosso
L’abete rosso è sicuramente uno degli alberi più affascinanti presenti nel panorama europeo, nelle aree montane. Questa pianta, conosciuta con il nome scientifico di Picea abies, è un albero della famiglia Pinaceae.

L’abete rosso è sicuramente uno degli alberi più affascinanti presenti nel panorama europeo, nelle aree montane. Questa pianta, conosciuta con il nome scientifico di Picea abies, è un albero della famiglia Pinaceae.

Per le speciali caratteristiche del suo legno, può essere utilizzato in edilizia ma anche per la costruzione di casse di risonanza degli strumenti musicali e non solo: è infatti la pianta che tutti noi utilizziamo solitamente come albero di Natale.

Le caratteristiche dell’abete rosso

L’abete rosso non ha solo un aspetto solido, ma può anche vantare caratteristiche di robustezza. Il tronco può raggiungere i 60 metri di altezza e i 2 metri di diametro alla base, mentre la corteccia del tronco è sottile e di colore rossastro, da cui il nome, che diviene più bruno-grigiastra man mano che avanza con l’età.

La chioma è generalmente conica, molta stretta, ma può variare a seconda dell’altitudine nella quale si trova. A quote basse la chioma ha una forma più larga, mentre a quote maggiori tende a divenire più stretta.

Questo probabilmente a causa di un processo adattativo con lo scopo di sopravvivere alla pressione della neve, durante il periodo invernale. Le foglie sono aghiformi, tipiche delle conifere, lunghe fino a 3 cm, inseriti singolarmente tutti intorno al rametto secondo delle linee spirali.

La diffusione sul territorio italiano

In Italia è molto diffuso sulle zone montane come le Alpi, ma anche lungo l’appennino Tosco-Emiliano. Formano dei boschi di notevole estensione nella parte occidentale, come la foresta di Paneveggio nella Provincia di Trento.

abete rosso
Il tronco può raggiungere i 60 metri di altezza e i 2 metri di diametro alla base, mentre la corteccia del tronco è sottile e di colore rossastro, da cui il nome, che diviene più bruno-grigiastra man mano che avanza con l’età.

Nel resto della Alpi è più sporadico, data la predominanza dell’abete bianco e il larice. L’abete rosso è molto più diffuso nel Nord Europa e nell’America settentrionale, formando estese foreste che si susseguono per centinaia di chilometri, creando la famosa foresta boreale o taiga.

L’abete rosso può essere coltivato?

L’abete rosso non ha grandi preferenze climatiche e può tollerare bene anche i climi caldi. Generalmente vivono e proliferano in terreni superficiali o molto profondi, asciutti o umidi, con pH variabile da 5 a 8.

In ogni periodo dell’anno desiderano però ricevere la luce del sole in modo diretto, con aria fresca e umida. I rischi per gli esemplari giovani potrebbero provenire dalle gelate invernali, quindi è consigliabile metterli a riparo da queste.

Si conservano bene in terreni acidi, mentre per la coltivazione in vaso è preferibile utilizzare un misto di torba, sabbia e argilla in modo da creare un ambiente compatibile e migliorare il drenaggio dell’acqua.

abete rosso
In Italia è molto diffuso sulle zone montane come le Alpi, ma anche lungo l’appennino Tosco-Emiliano. Formano dei boschi di notevole estensione nella parte occidentale, come la foresta di Paneveggio nella Provincia di Trento.

Non è richiesta una potatura regolare, ma è consigliata per conferire maggiore compattezza e una conformazione della chioma dall’aspetto più san in futuro.

Attenzione all’attacco dei parassiti

Anche l’abete rosso, come molte altre specie vegetali, può essere attaccato da varie specie di parassiti, come insetti e afidi. Gli afidi lanigeri possono attaccare i giovani germogli impedendo alla pianta di svilupparsi e crescere correttamente.

Anche il Bostrico e le processionarie possono attaccare l’abete rosso. Il Bostrico depone le uova all’interno del fusto della pianta, e le larve che ne derivano si nutrono della pianta dall’interno, facendola morire.

Le processionarie sono farfalle che si annidano tra gli aghi della pianta e si riproducono molto velocemente, nutrendosi delle foglie. Per contenere tali parassitosi, può essere utile mantenere dei picchi, che si nutrono di questi parassiti.