Questo incredibile video ci permette di viaggiare fino ad una delle meraviglie del cosmo: i “Pilastri della Creazione”
Un recente video 3D, realizzato con immagini nel visibile, nell’infrarosso e nella banda X, ci trasporta in un incredibile viaggio nello spazio fino ai “Pilastri della Creazione”, ossia una delle più grandi meraviglie osservate del cosmo.
La scienza sta facendo progressi enormi, ma non di meno sta avvenendo nello sviluppo di tecniche di comunicazione. Il video che proponiamo possiamo considerarlo un ottimo esempio di come importanti risultati scientifici possano essere presentati in modo chiaro e avvincente alla comunità.
Parliamo esattamente di una delle strutture più affascinanti e, direi, ipnotiche mai osservate: i Pilastri della Creazione. I risultati delle osservazioni di questa struttura, raccolti nel corso degli anni, sono stati assemblati in un video tridimensionale, in quello che sembra un viaggio virtuale nello spazio più lontano.
Cosa sono i Pilastri della Creazione.
La struttura di cui stiamo parlando è costituita di gas e polveri molto dense. Ha una forma allungata che ricorda un po’ i pilastri, o delle torri di polvere. All’interno di questi pilastri, ma anche ai bordi, è in corso un’intensa attività di nascita stellare. Da qui il suggestivo nome di “pilastri della Creazione”.
I Pilastri della Creazione di trovano all’interno di una nebulosa, la Eagle Nebula (Nebulosa dell’Aquila o M16) ad una distanza di circa 7000 anni luce dalla Terra.
Tuttavia, sono diventati famosi e chiamati con il nome Pilastri della Creazione molto più tardi. A partire dal 1995 il telescopio spaziale Hubble ha iniziato ad osservarli in più occasioni e a rilasciarci immagini mozzafiato ad alta risoluzione nella banda del visibile.
Come detto si tratta di una struttura di polvere e gas. Questa struttura è stata letteralmente scolpita dalla radiazione e dal vento emesso dalle stelle vicine più brillanti.
La potenza delle osservazioni multibanda
Uno stesso oggetto astronomico, se osservato a lunghezze d’onda diverse, rivela aspetti diversi. Più esteso è l’intervallo di lunghezze d’onda a cui lo si osserva maggiori sono le informazioni che si riescono ad estrarre.
Per usare un’analogia più quotidiana, si pensi al corpo umano. Un'ispezione visuale (quindi nella banda del visibile) ci mostra le caratteristiche esterne del corpo. Tuttavia, se aggiungiamo un’ispezione nella banda X, otteniamo informazioni sulla struttura scheletrica (non visibile alla sola ispezione visuale). Se poi aggiungiamo un’ispezione con TAC (Tomografia Assiale computerizzata) otteniamo informazioni anche su muscoli, tessuti molli oltre alla tridimensionalità. Aggiungendo anche un’ispezione infrarossa, otteniamo informazioni su come il calore si distribuisca fra i diversi arti ed organi.
Pertanto, quando si ha la possibilità di riosservare lo stesso oggetto a diverse lunghezze d’onda, quindi con telescopi nel visibile, telescopi nell’X, telescopi nell’infrarosso, telescopi nel radio, combinando le immagini si ottiene la descrizione più completa e dettagliata.
Il video 3D
Il video 3D che riportiamo è stato realizzato dalla NASA in collaborazione con lo Space Telescope Science Institute (STScI), il Caltech/IPAC, il Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian, e il Jet Propulsion Laboratory. Per comporre il video sono state utilizzate immagini ottenute dai telescopi Hubble (nel visibile), James Webb (nel vicino infrarosso), Spitzer (nell’infrarosso) e Chandra nell’X.
I 4 minuti di viaggio virtuale permettono allo spettatore di cogliere la tridimensionalità dei Pilastri; il passaggio da una banda all’altra permette di cogliere in modo immediato come emergano particolari diversi.
In particolare, le osservazioni infrarosse riescono a penetrare la coltre di polvere e svelare la struttura interna, mentre le osservazioni X mettono in risalto le neo stelle più brillanti.
Scopo del video è anche mostrare quanto sia preziosa la sinergia tra diversi tipi di telescopi. Hubble vede oggetti che brillano nella luce visibile a migliaia di gradi. La visione a infrarossi di Webb, sensibile agli oggetti più freddi con temperature di appena centinaia di gradi, penetra attraverso la polvere oscurante per vedere le stelle incastonate nei pilastri.