Spunta un "albero di Natale" dalla sinergia tra i telescopi Hubble e James Webb
Le immagini combinate dei due telescopi hanno prodotto una bellissima immagine di un ammasso di galassie che ricorda le luci lampeggianti di un albero di Natale.
Quando i due “big” dello spazio lavorano in sinergia lo "spettacolo" è assicurato. I due “big” dello spazio sono i nostri più grandi telescopi spaziali, l’Hubble e il James Webb, mentre lo "spettacolo" è un’immagine di particolare bellezza di un ammasso di galassie che è stata battezzata “albero di Natale”. Diremmo una tempistica quasi perfetta in vista del prossimo Natale.
Chi sono Hubble e James Webb
Hubble e James Webb sono due telescopi spaziali dedicati rispettivamente all’astronomo Edwin Hubble e a James Webb, storico amministratore della NASA.
Il telescopio Hubble è stata lanciato in orbita nel lontano 1990 ed ha uno specchio di 2.4 m e una serie di strumenti che permettono le osservazioni nelle bande dal vicino ultravioletto, al visibile, all’infrarosso.
Il telescopio James Webb, lanciato in orbita poco più di un anno fa, ha uno specchio del diametro di 6.5 m e strumenti ottimizzati per l’osservazione nell’infrarosso.
Il telescopio Euclid, recentemente messo in orbita, ha uno specchio di 1.2 metri.
Un albero di Natale? in che senso
I due telescopi hanno osservato uno stesso oggetto molto distante dalla Terra, contenente anche galassie molto antiche, formatesi circa 3 miliardi di anni dopo il big bang. L’età attuale dell’Universo è intorno ai 14 miliardi di anni.
Ciò che è stato osservato dai due telescopi è un ammasso di galassie chiamato MCS0416.
Mentre Hubble ha osservato MCS0416 nel visibile, James Webb lo ha osservato nell’infrarosso. Combinando opportunamente le due immagini ne è venuta una di eccezionale bellezza in cui i colori ci danno anche informazione sulla reciproca distanza tra le singole galassie: quelle rosse sono più distanti (e vecchie) e quindi ricche di polveri, mentre quelle sul blu sono più vicine (e giovani). Infatti, Hubble ha rilevato in molte di queste più giovani un’intensa attività di formazione stellare.
L’immagine risultante in qualche modo ricorda le luci colorate con cui si addobba l‘albero di Natale. Ma non solo. In effetti James Webb ha osservato MCS0416 quattro volte con osservazioni a distanza di settimane l’una dall’altra.
Se le 4 immagini vengono osservate in rapida sequenza e ciclicamente (diremmo in un time lapse ripetuto all’infinito) si osserva che molte delle luci lampeggiano esattamente come quelle posizionate sull’albero di Natale. Questi oggetti che lampeggiano, cioè la cui luminosità cambia nel tempo, vengono chiamati “transienti” e le 4 immagini sono state ottenute proprio per studiare questi transienti.
Cosa troviamo su questo “albero di Natale”
La quantità di particolari che sono emersi dalla combinazione delle immagini di Hubble con quelle di James Webb è veramente notevole.
Tra le più evidenti vi sono i diversi colori che, come detto, danno informazione sulla distanza delle singole galassie all’interno dell’ammasso. Si notano galassie con forme diverse e orientate casualmente nello spazio. Si nota anche un effetto “lente gravitazionale”, cioè la distorsione e l’amplificazione della luce proveniente da oggetti molto più lontani di MCS0416 e i cui raggi luminosi passando nelle vicinanze di questo ammasso, a motivo della sua immensa massa e conseguente deformazione dello spazio, vengono anche essi deformati (a forma di arco) e intensificati in luminosità.
Tra i “transienti” ce ne sono due in particolare che sono stati chiamati Mothra e Godzilla (nomi di due mostri, noti come kajiu nella cinematografia giapponese).
Il nome è stato dato per il fatto che la loro luminosità per effetto della lente gravitazionale è stata intensificata in modo “mostruoso”, precisamente 4000 volte!
Il primo autore di questo studio che ha portato alla realizzazione di questa immagine è il giapponese Haojin Yan che insieme ad altri ricercatori hanno presentato i risultati nella rivista Astrophysical Journal, Indipendentemente, circostanza che in ambito di ricerca succede con una certa frequenza, un simile studio è stato publicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics da Jose Diego e collaboratori nel mese di Settembre.