L'incredibile viaggio degli oggetti trascinati dallo tsunami dell'11 marzo 2011 in Giappone
L'incredibile viaggio di alcuni oggetti trascinati dallo tsunami dell'11 marzo 2011 in Giappone, arrivati anni dopo sulla costa pacifica degli Stati Uniti. Palloni, imbarcazioni, pontili, boe, e una motocicletta in un container. Ecco la loro storia.
Sono passati dodici anni dal catastrofico tsunami dell'11 marzo 2011 in Giappone. Quel giorno, alle ore 6:46 italiane (erano le 14:46 in Giappone), si verificò un terremoto di magnitudo Mw 9.1, uno dei cinque eventi sismici più forti avvenuti nel mondo dal 1900 e il più forte mai registrato in Giappone in epoca storica.
La regione che venne colpita maggiormente fu quella di Tohoku, una delle zone sismicamente più attive della Terra. Il sisma dell'11 marzo 2011 viene ricordato infatti come terremoto e maremoto del Tōhoku.
Giappone, 11 marzo 2011: un maremoto distruttivo
Come dicevamo, il terremoto era stato potentissimo, uno dei cinque eventi più forti avvenuti sulla Terra dal 1900 ad oggi ed il più forte della storia del Giappone. Il punto di rottura della faglia era però lontano dalla terraferma e non ci furono gravi danni causati dalle onde sismiche. La catastrofe arrivò poco dopo, generata da uno tsunami spaventoso, che superò le difese di un paese già molto preparato a eventi di questo tipo.
Nelle prefetture di Iwate, Miyagi e Fukushima, le onde di tsunami raggiunsero altezze maggiori di 10 metri, e localmente ci furono run-up fino a 38 m di altezza dal livello del mare.
Il mare penetrò nella terraferma per ben 5 km nella piana di Sendai. L'evento catastrofico causò 15 703 morti accertati, 5 314 feriti e 4 647 dispersi, ed innescò uno dei peggiori disastri nucleari della storia recente dopo Černobyl, causando l'incidente nucleare di Fukushima.
Così si propagò il terribile tsunami dell'11 marzo 2011
Lo tsunami fu devastante in Giappone, ma venne osservato in tutto l’Oceano Pacifico. In Cile, paese situato all'altro lato dell'Oceano, ad oltre 16.000 km di distanza, arrivarono onde di oltre due metri, mentre in California vennero registrati run-up di oltre due metri e mezzo. Ci furono run-up fino a 2 metri anche in Russia, paesi del Sud America, alle Hawaii e negli Stati Uniti. Qui sotto, l'animazione del Pacific Tsunami Warning Center mostra l'espansione delle onde di tsunami attraverso il Pacifico.L'
L'incredibile viaggio di alcuni oggetti trasportati dal maremoto
Il disastro, oltre a causare la morte di quasi sedicimila persone, disperse in mare una enorme quantità di materiali, circa 20 milioni di tonnellate di detriti, secondo le stime del governo giapponese. Un recente articolo pubblicato dall'INGV (l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano), mostra come una parte di questi detriti, invece di affondare, continuò a muoversi trasportato dalle correnti fino a raggiungere anni dopo le coste del Nord America.
Oggetti arrivati in America dal Giappone: palloni da calcio, barche, una motocicletta...
Tra questi detriti ci sono oggetti come un pallone da calcio, uno da pallavolo, una motocicletta Harley-Davidson in un container, diverse imbarcazioni, tra le quali un peschereccio, due pontili galleggianti. Molti di questi oggetti avevano scritte in giapponese e un numero di registrazione o di serie, o qualche altro indicatore univoco, che ha aiutato a identificare il proprietario e a confermare che erano entrati nell'oceano a causa dello tsunami.
La NOAA, l'agenzia statunitense per l'oceano e l'atmosfera, ha pubblicato anni fa una mappa con tutti questi oggetti ritrovati sulle coste nordamericane del Pacifico, indicando in rosso i ritrovamenti riconducibili allo tsunami. In giallo sono invece riportati altri ritrovamenti che potrebbero essere riconducibili allo tsunami ma che potrebbero anche avere altra provenienza (ad esempio oggetti perduti da imbarcazioni giapponesi), e la cui storia non si può ricostruire perché non hanno un numero di serie.