Nel Bacino Mediterraneo ci sono ormai solo tre stagioni: l’inverno è scomparso. Allarme per l'estate 2024
Sensazionalismo! Sarebbe bello poterlo classificare come sensazionalismo. Purtroppo, l'osservazione delle variabili climatiche e la loro interpretazione mostra in modo inclemente uno scenario preoccupante, in cui sembra che nelle aree che si affacciano sul bacino mediterraneo, ci si sia letteralmente persi la stagione invernale.
Per la primavera alle porte si prevede uno scenario preoccupante sul fronte siccità. Lo dice il GDO - Osservatorio Globale sulla Siccità - il cui studio è, peraltro, confermato da analisi indipendenti basate sui dati raccolti da Copernicus.
Il bacino del Mediterraneo sta sperimentando un fenomeno di siccità senza precedenti negli ultimi anni. Nel territorio nazionale, la Sicilia soprattutto, ma numerose altre regioni stanno registrando i valori massimi di siccità, confrontabili e non inferiori a quelli delle regioni costiere meridionali della penisola Iberica e del Nord Africa.
Come si misura lo stato di siccità
Ci sono grandezze con cui avremo a che fare sempre più frequentemente ed è bene che se ne conosca sempre meglio il significato.
Una di queste è l’Indicatore Combinato di Siccità (CDI). Si tratta di un indicatore utilizzato per individuare le aree colpite da fenomeni di siccità e le aree che potenzialmente potrebbero esserne affette in futuro (quindi sia aree di conclamata siccità sia aree a rischio di siccità).
L’Indicatore Combinato di Siccità è definito “Combinato” poiché risulta dalla combinazione di tre altri indicatori 1) Indice Standardizzato di Precipitazione (SPI); 2) l’Anomalia dell’Umidità del Suolo (SMA); 3) l’Anomalia FAPAR.
Molto brevemente vediamone il significato.
- Lo SPI, Indice standardizzato di Precipitazione, misura l’eccesso o il difetto di precipitazione in una data area geografica rispetto ai valori medi del periodo (questi valori medi sono calcolati su base storica, ad esempio la media degli ultimi 30 anni).
- Lo SMA, Anomalia dell’Umidità del Suolo, misura l’eccesso o il difetto di umidità nei primi 10 cm di profondità del suolo, quindi l’eccesso o il difetto nella frazione di acqua presente nel suolo, rispetto alla media del periodo.
- Il FAPAR, frazione di radiazione solare attivamente assorbita nella fotosintesi, misura l’anomalia nella capacità della vegetazione di assorbire radiazione solare. In termini semplici, più la pianta sta appassendo meno radiazione riesce ad assorbire. Quindi il FAPAR misura il grado di appassimento della vegetazione (naturalmente a causa della mancanza di acqua).
La combinazione di questi tre indicatori produce quello che viene chiamato Indicatore Combinato di Siccità, che quindi tiene conto della mancanza di precipitazioni, dell’asciugamento del suolo e della reazione (appassimento) della vegetazione per mancanza di acqua.
Vengono individuati 5 livelli dell’Indicatore Combinato di Siccità: Watch (precipitazioni inferiori alla media), Warning (umidità del suolo in deficit), Alert (la vegetazione mostra segnali di stress), cui corrispondono, rispettivamente i colori giallo, arancione e rosso. Altri due livelli, Partial recovery and Full recovery, indicano il parziale e totale recupero della vegetazione.
Stato attuale di siccità e previsioni
L’Osservatorio Globale sulla Siccità ha recentemente pubblicato un bollettino analitico in cui si analizza nel dettaglio lo stato di siccità delle regioni che si affacciano sul Mediterraneo.
L’elaborazione dell’indicatore Combinato di Siccità mostra una stato di siccità preoccupante.
In una scala di 5 livelli, le aree geografiche che si affacciano sul Mediterraneo hanno valori di profondo “rosso”, cioè lo stato di siccità è tale da avere un impatto critico sulla vegetazione. Nella stagione corrente, in cui la siccità dovrebbe essere assente ed l’indicatore CDI dare valori di totale recupero della vegetazione, di fatto siamo in situazione di assoluto allarme.
E’ ancor più drammatico che le previsioni per i prossimi due mesi, fino ad Aprile, dicano che le condizioni di siccità continueranno a perdurare nelle aree già in zona di allerta.
La potremmo definire “una anti-tempesta perfetta”
Lo SPI mostra deficit di piogge, le temperature sono ben sopra la media stagionale, lo Snow Water Equivalent (Equivalente in acqua di neve) è in assoluto deficit, quindi un assoluto deficit di riserve di acqua, c'è un deficit dell’umidità del suolo ai valori massimi, un elevato stress vegetativo (stato di appassimento), una struttura su grande scala di alta pressione che tende a restare stazionaria sull’area del Mediterraneo.
Queste appena elencate sono le condizioni di partenza per quella che sarà la primavera e l’inizio dell’estate.
Le attuali condizioni di siccità, in Sicilia soprattutto, per quanto riguarda il panorama italiano, stanno, o meglio hanno già messo una grave ipoteca sulla prossima estate. Ci siamo letteralmente persi l'inverno, la stagione del recupero vegetativo. In termini un po’ estremi, inizieremo una stagione estiva come se questa fosse stata preceduta da un’altra stagione estiva e non invernale, come sarebbe stato invece naturale.
Soluzioni?
Si parla molto dello stato di siccità, ma non si deve abbassare la guardia ai primi millimetri di pioggia, come in questi giorni. Il governo regionale siciliano ha già dichiarato lo stato di emergenza. Si tratta di un atto formale che permette di intraprendere una serie di azioni di adattamento.
Una di queste azioni di adattamento è l’autorizzazione all’uso di acque reflue per l’irrigazione dei campi. Non entrando nel merito, è un provvedimento indicativo dello stato di emergenza idrica in agricoltura. In numerosi comuni dell'isola è iniziata la distribuzione idrica razionata.
Tuttavia, non basta certamente. E’ necessaria una ristrutturazione della gestione delle risorse idriche. Ma ciò che serve assolutamente è dare input e sostegno economico alla ricerca di soluzioni innovative.
Senza queste il rischio è che ciò che si fa sia solo un mettere delle “toppe”, illudendosi di risolvere il problema.
La ricerca è l’unica arma vincente, sia quella che esplori la possibilità di desalinizzare l’acqua del mare, o quella che cerchi e renda disponibili le risorse acquifere del sottosuolo. Ma non meno importante è incentivare la ricerca che possa quantificare il cambiamento micro-climatico, e cioè la risposta su scala locale al riscaldamento globale, in modo da elaborare risposte mirate ed efficaci.