Ogni notte le stelle ci lambiscono con un fiume di luce preistorica
Ogni giorno, dopo il tramonto del Sole, sotto il cielo stellato, l’uomo vive una “magica” immersione nella preistoria della luce. Tra immaginazione e base scientifica capiamo di che si tratta.
La finitezza della velocità della luce si presta bene a numerose riflessioni. Nel seguente articolo ve ne proponiamo una che ben si adatta al periodo estivo.
Sdraiati sotto un cielo stellato
Immaginate di sdraiarvi all’aperto di notte, su un prato, o in spiaggia, faccia in sù e lontano da fonti luminose. Davanti ai vostri occhi si spiega in tutta la sua bellezza il cielo stellato. Sono circa 4500 le stelle che compongono questo spettacolo, dalla più brillante, la stella Sirio, alle più deboli a stento visibili, tutte contribuiscono allo spettacolo.
In una notte serena, buia e in assenza del chiarore della Luna, le stelle più deboli visibili ad occhio nudo sono all’incirca di magnitudine 6.
In effetti, il numero totale di stelle visibili ad occhio nudo è di circa 9000. Tuttavia, poiché da qualunque posizione è visibile solo mezzo emisfero celeste, l’osservatore ne vede la metà, appunto 4500 circa.
Fin dove si spinge il nostro occhio
Immaginando di essere ancora sdraiati, i nostri occhi, ma tutto il nostro corpo, viene raggiunto dal flusso di luce proveniente da ciascuna di queste 4500 stelle. E’ come essere sotto una doccia di luce, una doccia speciale dal cui soffione esce luce invece di acqua e dove le stelle più brillanti contribuiscono più di quelle meno brillanti.
In effetti, il nostro corpo è raggiunto dalla luce di molte ma molte più stelle (anche dalla luce di intere galassie lontane). Tuttavia, il flusso di luce da queste stelle più lontane, pur raggiungendo occhio e intero corpo, è così debole da rimanere invisibili all’occhio nudo.
Se una sorgente luminosa, una stella molto debole, fa giungere all’occhio meno di 5-7 fotoni in un intervallo di tempo superiore ai 20 millisecondi, l’occhio non riesce a vederla. Tuttavia, questi fotoni emessi da stelle invisibili all’occhio comunque raggiungono il corpo e anche questi si sommano alla doccia di luce a cui siamo esposti.
La luce può essere descritta come onda elettromagnetica, ma anche come particella, cui viene dato il nome di fotone.
Le 4500 stelle visibili ad occhio nudo, la cui luce ci inonda la notte, si trovano a distanze diverse dalla Terra, alcune a pochi anni luce altre a diverse migliaia di anni luce.
Se poi consideriamo anche quelle stelle la cui luce comunque ci raggiunge, ma che sono così deboli da non essere percepite dall’occhio, allora le loro distanze sono molto maggiori, di decine di migliaia di anni luce.
Una doccia di luce preistorica
Sempre sdraiati, mentre contempliamo il cielo, il nostro corpo è inondato da una miscela di luce proveniente da un ampio intervallo di distanze; in parte questa luce viene da stelle vicine, avendo impiegato pochi anni luce per raggiungerci, in parte da stelle molto lontane, avendo impiegato decine di migliaia di anni luce.
Giocando proprio con la finitezza della velocità della luce, considerando che quella delle stelle più lontane che ci raggiunge, sempre mentre siamo sdraiati, è stata emessa migliaia di anni fa, possiamo immaginare che questa doccia di luce sia veramente speciale.
È una doccia di luce preistorica. Si tratta di una miscela di luce prodotta sia poche decine di anni fa mescolata a quella prodotta decine di migliaia di anni fa, quando i primi homo sapiens iniziavano a comparire in Europa.
Se di giorno siamo inondati da una doccia di luce solare, giovane, poiché impiega appena 8 minuti per raggiungerci, al calar del Sole, non appena compaiono le stelle, avviene la magia: veniamo inondati di luce preistorica.
Sarà proprio questa la magia della notte?