Terremoto, la classificazione sismica dell'Italia: le zone più esposte
L'Italia è un paese sismico, dove avvengono frequenti terremoti. In alcune zone però, la pericolosità sismica è maggiore: questo vuol dire che lì è più probabile che si verifichino eventi sismici dannosi nel futuro. Ecco qual è la classificazione sismica dell'Italia e quali le aree con maggior sismicità.
Il territorio dell'Italia è uno dei più esposti a terremoti in tutto il continente europeo. Il motivo di questa maggior sismicità è legato alla sua storia geologica e alla sua posizione. L'Italia è infatti geologicamente giovane, e si trova in una posizione geologica particolarmente complessa, nel punto di collisione tra diverse placche tettoniche che si muovono continuamente.
In particolare, l'Italia si trova lungo il punto di collisione tra placca africana e placca euroasiatica. Questo quadro geologico è complicato dalla presenza della microplacca Adria. La complessità geologica dell'Italia è resa evidente dalla presenza di catene montuose in costante movimento, gli Appennini, e dalla presenza di zone vulcaniche ancora attive, nell'Italia tirrenica centro-meridionale.
Terremoto, cos'è la pericolosità sismica
Vista la relativa frequenza dei terremoti in Italia, e vista la quantità di eventi catastrofici avvenuti nel passato, negli ultimi decenni l’azione dello Stato italiano si è concentrata sulla classificazione sismica del territorio.
Sulla base dei terremoti avvenuti nel passato, siamo infatti in grado di sapere in quali aree del paese è più probabile che nel futuro si verifichino eventi di una certa potenza. Questa probabilità è espressa dalla pericolosità sismica, che non va confusa con il rischio sismico.
Una volta che sappiamo dove è più probabile che si verificherà un terremoto di una certa potenza nel futuro, possiamo applicare speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche, per renderle meno vulnerabili a un eventuale sisma che prima o poi si verificherà.
Quali sono le aree con maggior pericolosità sismica in Italia?
- Zona 1 - È la zona più pericolosa, indicata in rosso nella mappa qui sopra. La probabilità che capiti un forte terremoto in questa zona è alta. Attesa un'accelerazione del suolo superiore a 0,25 g;
- Zona 2 - In questa zona forti terremoti sono possibili;
- Zona 3 - In questa zona i forti terremoti sono meno probabili rispetto alla zona 1 e 2;
- Zona 4 - È la zona meno pericolosa (in grigio nella mappa): la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa.
Come si può vedere, non esistono in Italia zone senza sismicità: in ogni parte del territorio si possono verificare eventi sismici, anche se nella zona 4 la probabilità è molto bassa.
Zona sismica 1, la più pericolosa: ecco dove in Italia
La Zona 1, abbiamo visto, è quella con più elevata sismicità, dove si attendono in futuro terremoti violenti che possono generare una accelerazione del suolo superiore a 0.25 g. È un dato tecnico molto utile per chi progetta gli edifici, perché le case e le infrastrutture devono essere in grado di resistere a uno scuotimento di quel tipo.
In questa zona si trovano più di 700 comuni italiani, così posizionati:
- Tutta la catena montuosa dell'Appennino, in particolare quello centro-meridionale;
- La Calabria;
- Alcune aree della Sicilia, in particolare la parte sud-orientale dell'Isola;
- Il Friuli-Venezia Giulia.
Queste sono le aree più sismiche dell'Italia, dove ci dobbiamo aspettare in futuro terremoti violenti e dove è urgente la messa in sicurezza di edifici e infrastrutture. Solo così potremo evitare in futuro danni gravi e vittime.
I terremoti peggiori degli ultimi 150 anni in Italia sono avvenuti nella zona 1
Sono proprio queste le aree nelle quali si sono verificate nei secoli scorsi i terremoti più catastrofici. Basta guardare ai terremoti più catastrofici degli ultimi 150 anni, in questa breve tabella.
- 28 dicembre 1908, Stretto di Messina tra Calabria e Sicilia (circa 100.000 vittime);
- 15 gennaio 1915, terremoto di Avezzano nella Marsica, Appennino dell'Abruzzo e del Lazio (30.000 morti);
- Maggio-ottobre 1976, terremoto del Friuli (990 morti);
- 27 novembre 1980, terremoto dell'Irpinia (Appennino tra Campania e Basilicata), 2734 vittime;
- 1997-2017, la lunga serie di forti terremoti dell'Appennino centrale tra Abruzzo, Umbria, Marche e Lazio: oltre 600 morti.
Zona 2 e 3
Stiamo parlando finora di probabilità, e purtroppo anche nelle zone con classificazione sismica inferiore alla 1 sono possibili forti terremoti, che possono causare danni. Bisogna quindi considerare che in queste aree sono possibili forti terremoti. La probabilità scende però man mano che la classificazione si sposta verso numeri più alti.
Nella zona 2 e 3 si trovano moltissimi luoghi dell'Italia. Valori medi di pericolosità sismica sono riferiti alla Penisola Salentina, lungo la costa tirrenica tra Toscana e Lazio, in Liguria, in gran parte della Pianura Padana e lungo l’intero Arco Alpino.
Zona 4
La Sardegna è la regione meno pericolosa dal punto di vista sismico, con valori di scuotimento atteso moderati.