Il telescopio Euclid svela i tesori dell’Universo grazie alla sua sensibilità infrarossa
Le polveri presenti nell’Universo velano molte delle sue bellezze nascondendole all’occhio umano. Tuttavia, la radiazione infrarossa emessa da questi magnifici oggetti riesce facilmente a penetrare la polvere, opaca nel visibile ma trasparente nell'infrarosso.
La costruzione di strumenti sensibili nell'infrarosso, cioè in grado di rilevare la radiazione elettromagnetica nella banda immediatamente adiacente a quella del visibile a lunghezze maggiori, ha segnato un grande progresso per l'astronomia.
Infatti, uno dei maggiori ostacoli nell'osservazione di numerosi tipologie di oggetti astronomici e in generale di qualunque oggetto molto distante è la polvere.
A differenza della radiazione visibile, la radiazione infrarossa ha lunghezze d'onda maggiori delle dimensioni dei grani di polvere, pertanto attraversa la polvere senza venire assorbita.
Se un oggetto emette radiazione infrarossa, allora questo anche se molto distante rimane visibile, purché lo si osservi appunto nell'infrarosso.
La missione Euclid
Scopo primario della missione Euclid è effettuare osservazioni che permettano agli scienziati una maggiore comprensione di come la materia visibile e oscura sia distribuita nell’Universo.
Ciò è realizzabile osservando il movimento di miliardi di galassie, il cui moto è fortemente influenzato dalla distribuzione di massa. Il movimento delle galassie svela indirettamente la massa, soprattutto quella oscura, presente nell’Universo.
I punti di forza del telescopio Euclid sono non tanto le dimensioni del suo specchio primario, di circa 1 metro e mezzo, piuttosto i suoi rivelatori, sensibili sia alla radiazione visibile sia a quella infrarossa, e al grandissimo campo di vista.
Per Euclid oltre alla scienza primaria, come succede anche per le altre missioni, esiste una scienza secondaria, sicuramente non meno importante della primaria. Viene chiamata secondaria solo perché non è l’obiettivo primario della missione.
Il grande campo di vista e la combinazione tra sensibilità nel visibile e nell’infrarosso portano ad ottenere immagini ricchissime di una grande varietà di oggetti astronomici, non solo galassie.
La sensibilità delle camere VIS e NISP permette di osservare oggetti dalla massa di miliardi la massa solare fino ad oggetti piccoli con massa confrontabile a quella di Giove.
Il telescopio spaziale Euclid è stato lanciato giorno 1 Luglio dell’anno scorso ed ha raggiunto la sua orbita finale dopo circa 4 settimane di viaggio. Attualmente, il telescopio si trova nella sua orbita definitiva in posizione L2, allineato lungo la direttrice Sole-Terra, oltre la Terra ad una distanza di circa 1 milione e mezzo di chilometri.
Tra le prime immagini scientificamente validate rilasciate dall’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea responsabile della missione, vi è la nebulosa Messier 78.
Le osservazioni di Euclid sono in assoluto le prime che hanno permesso di osservare all’interno della nebulosa. In essa sono state osservate stelle neoformate mai viste prime e numerosi oggetti sub-stellari di natura planetaria.
Le due fotografie di sopra mostrano un confronto tra la nebulosa Messier 78 recentemente osservata nella banda infrarossa dal telescopio spaziale Euclid, e la stessa nebulosa osservata da Terra nella banda visibile.
Si pensi che in quest'immagine sono stati contati oltre 300 000 oggetti nuovi prima invisibili nelle immagini nella banda del visibile.
È palese la capacità della radiazione infrarossa di penetrare la coltre di polveri ed emergere all'esterno rendendo visibile ciò che la polvere celava al suo interno. L'immagine nel visibile era stata ottenuta con il telescopio Mayall (specchio primario di 4 metri) all'Osservatorio di Kitt Peak in Arizona.
La capacità della radiazione infrarossa emessa dalle giovani stelle di penetrare attraverso spessi strati di polvere viene in modo analogo sfruttata per osservare oggetti a distanze cosmiche che altrimenti resterebbero invisibili perché oscurati dalla polvere interstellare.