Spazio, è in corso un’intensa attività di formazione di nuove stelle: cosa sta succedendo nella galassia "Girandola"?
Quando si dice che non tutti i mali vengono per nuocere. È il caso della galassia “Girandola” australe che, vittima di una precedente collisione galattica (o piuttosto di un atto di concepimento), sta dando alla luce una miriade di nuove stelle.
Due sono le galassie “Girandola”, rispettivamente una boreale ed una australe, così chiamate per il loro aspetto che tanto ricorda la girandola. Sono due galassie a spirale con una appena accennata barra centrale da cui si dipartono i due bracci di spirale.
In questo articolo ci occuperemo della galassia “Girandola australe” della quale è stata ottenuta recentemente un bellissima immagine che ne svela caratteristiche interessantissime.
La galassia “Girandola meridionale”
Si trova a circa 12 milioni di anni luce dalla Terra e le sue dimensioni, da bordo a bordo, sono di circa 50.000 anni luce (un raggio di luce impiega 50 mila anni per attraversarla da bordo a bordo). Quindi, è una galassia a spirale più piccola della nostra Galassia, anche questa a spirale, ma caratterizzata da un’attività di formazione stellare altissima!
L’immagine della galassia M83 riportata in copertina è stata ottenuta con uno strumento, una camera per l’imaging chiamata DECam (Dark Energy Camera) montata sul telescopio Blanco.
Sono numerose le caratteristiche di questa galassia che emergono dall’analisi dell’immagine ad alta risoluzione spaziale ottenute con il telescopio Blanco.
Le caratteristiche della galassia
Innanzitutto, è assolutamente rilevante la quantità di regioni di formazione stellare che si osservano lungo i bracci di spirale. I grumi di colore rosa, che si succedono lungo le spirali, sono enormi regioni ricche di gas e polveri, all’interno delle quali è in corso un’intensa attività di formazione di nuove stelle. Queste sono prevalentemente ancora nascoste all’interno degli inviluppi di gas e polvere.
I filamenti scuri che corrono lungo i bracci di spirale sono addensamenti di polvere, la quale assorbendo la radiazione emessa dalle stelle in essa immerse, appare meno brillante e quindi di colore scuro. La posizione di questa polvere, essendo uno degli ingredienti nella formazione delle stelle, coincide appunto con la posizione delle regioni rosa di formazione stellare.
Ai bordi delle regioni rosa di formazione stellare vi sono regioni di colore tendente al blu. Si tratta di regioni in cui le stelle si sono ormai liberate del loro inviluppo di polveri e gas per cui riescono a splendere di luce, soprattutto blu e ultravioletta dovuta all’elevata temperatura superficiale di queste stelle.
Altrettanto interessanti sono le regioni esterne alla galassia. Nell’immagine di sopra, sono riportate 4 regioni ingrandite dove si mostrano:
1) una regione di formazione nella periferia della galassia; 2) alcune galassie di sfondo, cioè dietro M83 e molto più distanti dalla Terra; 3) un ammasso di galassie, anch’esse molto più distanti di M83; 4) una galassia satellite che, così come le Nubi di Magellano rispetto alla nostra Galassia, è legata gravitazionalmente ad M83.
Ma perché stanno nascendo così tante stelle in M83
Sappiamo che le stelle nascono quando nelle grandi nubi molecolari hanno luogo instabilità gravitazionali che innescano un collasso della nube con sua successiva frammentazione che porta alla formazione di ammassi di stelle.
Sappiamo anche che diverse possono essere le cause dell'instabilità iniziale che innesca il processo. Negli ultimi anni le osservazioni con i più recenti telescopi e con una strumentazione sempre più potente hanno mostrato come lo scontro tra galassie sia un processo di innesco di formazione stellare molto comune nell’Universo.
Quando due o più galassie, nel loro moto proprio all’interno dell’Universo, si avvicinano parecchio tra loro, esse risentono dei rispettivi campi di attrazione gravitazionale. Questi agiscono non solo sulle stelle ma anche sulle nubi molecolari, creando quei disequilibri che portano al collasso e alla formazione stellare.
Nel 2006 la galassia M83 è stata studiata con il telescopio Gemini Sud, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo. Le immagini ottenute con questo telescopio hanno mostrato che nel nucleo della galassia esiste un’addensamento di massa simile ad un secondo nucleo.
È proprio questo secondo nucleo che ci svela come M83 abbia subito in passato una collisione con un’altra galassia, di cui solo il nucleo è ancora sopravvissuto. È proprio questa collisione galattica la responsabile dell’innesco così diffuso di formazione stellare nei bracci di spirale. Cioè, nelle regioni di M83 più ricche di nubi molecolari, lo scontro gravitazionale tra le due galassie ha innescato su vasta scala un’intensa attività di formazione di nuove stelle.
Si prevede che entro 60 milioni di anni i due nuclei finiranno di fondersi completamente l’un l’altro.