Nuovi segnali da Voyager 1, la sonda si è rimessa in contatto con la Terra
La sonda spaziale Voyager 1, una delle prime esploratrici del sistema solare esterno tuttora in attività, ormai da mesi inviava messaggi inutilizzabili, qualcosa però è finalmente cambiato.
Esattamente da novembre 2023, dopo quasi 50 anni nello spazio, la sonda spaziale Voyager 1 ha smesso di inviare dati utilizzabili alla Terra. Parliamo di una sonda ormai datata, con un hardware datato, quindi è normale che inizi a dare qualche problema tecnico e non è invece così scontato che questi problemi vengano risolti.
Alcune informazioni su Voyager 1
Infatti il lancio della sonda Voyager 1 è avvenuto il 5 settembre 1977 da Cape Canaveral, a bordo di un razzo Titan IIIE, pochi giorni dopo il lancio della sua sonda gemella Voyager 2 avvenuto il 20 agosto 1977.
Queste sonde fanno parte del programma Voyager della NASA, un programma scientifico con l’obiettivo di esplorare il sistema solare esterno, eseguire il sorvolo dei due pianeti giganti Giove e Saturno.
Voyager 1 è stata inoltre la prima sonda ad aver oltrepassato l’eliopausa, diventando il primo oggetto costruito dall’uomo a uscire nello spazio interstellare nell’agosto del 2012.
L’eliopausa è considerato il confine esterno del sistema solare e non è altro che il confine presso il quale il vento solare emesso dalla nostra stella è fermato dal mezzo interstellare.
La sonda si trova quindi ormai a quasi un giorno luce da noi, una distanza enorme, che ha reso ancora più difficoltosa la risoluzione dei problemi tecnici riscontrati negli ultimi mesi.
Importante sottolineare che Voyager 1 nel corso di questi mesi non ha perso il contatto con la Terra, ma non è più stata in grado di comunicare in maniera utile.
In pratica uno dei 3 computer di bordo, quello che gestisce i dati del sistema di volo, il cosiddetto Flight Data System (FDS), non è più in grado di comunicare correttamente con l’unità che trasmette i dati verso la Terra. In questo modo la sonda non solo non è in grado di inviare dati scientifici, ma neppure dati ingegneristici, fondamentali per la diagnosi della problematica.
I ricercatori hanno trovato la causa del problema
Dopo mesi di ricerca all’inizio del mese la NASA e il suo centro di ricerca e sviluppo JPL (Jet Propulsion Laboratory) hanno annunciato di aver individuato la causa del problema: una parte di memoria del FDS era stata danneggiata. I motivi per cui questo danno sia avvenuto non sono ancora noti, potrebbe essere avvenuto sia a causa della normale usura dei componenti, sia per l’interazione con particelle energetiche.
Per ovviare a questo problema i tecnici della NASA hanno deciso di prendere il codice di funzionamento di questo computer, suddividerlo in più sezioni e memorizzare ognuna di queste nella parte di memoria ancora funzionante. Ovviamente è poi necessario che tutte queste sezioni siano in grado di comunicare e funzionare all’unisono.
Una volta attuate queste modifiche al codice è stato poi inviato alla sonda il 18 aprile scorso, dopo ben 45 ore è giunta la risposta dalla sonda che è stata in grado di inviare informazioni ingegneristiche sul suo stato di salute per la prima volta da mesi.
È stato necessario aspettare quasi 2 giorni per avere la conferma del corretto funzionamento della modifica perché, essendo Voyager 1 distante circa 24 miliardi di km, il segnale radio impiega oltre 22 ore ad arrivare alla sonda e altrettante a ritornare poi sulla Terra.
Ovviamente non tutti i problemi sono stati risolti ma si è fatto un grosso passo avanti. Ora bisognerà predisporre ed inviare ulteriori aggiornamenti per far sì che oltre ai dati ingegneristici la sonda riesca ad inviare anche i dati scientifici.