Sorprendenti scoperte in Nuova Zelanda, censite ben oltre 100 nuove specie marine
Nelle prossime tre settimane si lavorerà alla meticolosa verifica delle singole specie, ma la percezione diffusa tra i ricercatori è che le nuove specie possano anche essere più delle cento sin qui ipotizzate.
Sarebbero più di cento le nuove specie marine che sono state scoperte nei mari che circondano la Nuova Zelanda. Si tratta di pesci, molluschi, un cefalopode e una specie di gamberi, mai censiti prima.
Questi sono i risultati di una ampia campagna studi avviata in una depressione sottomarina nell'area sudoccidentale dell'Oceano Pacifico, al largo dell'Isola del Sud, in Nuova Zelanda. In quest’area i ricercatori hanno notato sorprendenti novità sulla biodiversità degli oceani e, in generale, del nostro pianeta.
L’incredibile valenza scientifica di questa ricerca
Lo studio è stato avviato da ben 21 scienziati partiti lo scorso febbraio per una spedizione guidata da Ocean Census, una no-profit nata proprio per approfondire la vita nelle profondità marine, insieme con il National Institute of Water and Atmospheric Research, ente di ricerca neozelandese, e il Museum of New Zealand Te Papa Tongarewa. E i risultati, anticipati in queste ore, intrigano l'intera comunità scientifica.
"Riteniamo di aver scoperto un'intera gamma di nuove specie", confessa emozionata la biologa marina Sadie Mills, che parla di "risultati in grado di migliorare la comprensione degli habitat dei fondali marini e delle specie rare che li abitano".
I ricercatori hanno esplorato gli abissi marini per tre settimane, raccogliendo in un viaggio di 800 chilometri ben 1.791 campioni. Il tutto a 4.800 metri di profondità.
Lo studio
A una prima mappatura con un sistema di imaging e videocamere, finalizzata a comprendere se vi fossero ecosistemi particolarmente vulnerabili, ha fatto seguito il vero e proprio prelievo.
Mediante l’utilizzo di un dispositivo di campionamento dotato di due reti, che ha così catturato gli animali delle profondità. Per quelli più grandi sono stati usati altri metodi, in primis i retini da pesca. Gli esemplari raccolti saranno ospitati nella NIWA Invertebrate Collection (NIC) e all'interno del Museum of New Zealand Te Papa Tongarewa.
Nelle prossime tre settimane si lavorerà alla meticolosa verifica delle singole specie, ma la percezione diffusa tra i ricercatori è che le nuove specie possano anche essere più delle cento sin qui ipotizzate.
L’importanza della scoperta di nuove specie marine
Oggi sappiamo che ben due milioni di specie vivono, secondo le ultime stime, negli oceani. Ma ne conosciamo una percentuale compresa tra il 10 e il 30%. E’ fondamentale saperne di più perché gli ecosistemi marini svolgono funzioni fondamentali anche per la vita sulla Terra, a cominciare dalla loro capacità di immagazzinare carbonio.
"Ed è esattamente così, siamo agli inizi di un percorso meraviglioso. Ci è ad oggi sconosciuta una percentuale rilevante delle specie che abitano gli oceani, in particolare gli abissi, gli ambienti a noi più lontani” spiega il biologo marino Roberto Danovaro, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente presso l'Università Politecnica delle Marche.
Scoperte come quelle di questa missione testimoniano una ricchezza straordinaria, ma anche un'opportunità che non possiamo non cogliere: la biodiversità va protetta ma anche valorizzata, perché in fondo è in grado sempre di insegnarci qualcosa, anche in termini di potenziali utilizzi biotecnologici.