Secondo i dati satellitari stiamo emettendo più metano di quanto pensavamo: è il gas serra più potente
Secondo un gruppo di ricercatori, le stime finora utilizzate per le emissioni di metano hanno sottovalutato la sua produzione negli Stati Uniti. Per ottenere questo risultato si sono serviti di alcuni dati satellitari.
Negli anni l’interesse e l’attenzione nei confronti della produzione di gas serra è notevolmente aumentato. Il loro incremento in atmosfera porta ad un aumento della temperatura in quanto questi gas sono in grado di intercettare la radiazione infrarossa riemessa dalla superficie terrestre causando il cosiddetto effetto serra: un accumulo all’interno dell’atmosfera stessa di una parte di energia termica.
Nella nostra atmosfera sono presenti svariati gas serra, il più noto, nonché il più abbondante (se non consideriamo il vapore acqueo) è il biossido di carbonio, tuttavia non è il più efficace nel meccanismo di intercettazione e ri-emissione della radiazione infrarossa.
Il metano, il gas serra più potente
Il più efficace in questo è il metano, un “super inquinante”. Pensate che se avessimo una tonnellata di biossido di carbonio e una tonnellata di metano quest’ultimo sarebbe in grado di provocare un riscaldamento 30 volte maggiore. È proprio lui il responsabile di circa un terzo del riscaldamento globale causato da tutti i gas serra.
Proprio a causa della sua incredibile potenza gli Stati Uniti hanno firmato il Global Methane Pledge, un accordo con l’obiettivo di ridurre le emissioni globali del 30% rispetto a quelle del 2020 entro il 2030.
Le valutazioni riguardo alle emissioni di metano causate dall’uomo negli USA vengono effettuate dall’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA). Quest’agenzia effettua un inventario delle fonti che producono e immettono metano ad ora conosciute, ovvero discariche, allevamenti, impianti petroliferi e di gas e ne riporta le emissioni.
Tuttavia un gruppo di ricercatori internazionali ha combinato le osservazioni del TROPOMI (Tropospheric Monitoring Instrument), uno strumento a bordo del satellite Sentinel-5 Precursor, con il modello di trasporto atmosferico GEOS-Chem per generare una mappa ad alta risoluzione delle emissioni totali di metano degli Stati Uniti nel 2019.
In questo modo gli scienziati hanno scoperto che in realtà le emissioni fino ad ora stimate dall’EPA sono state più basse di quelle effettivamente avvenute.
In generale le emissioni di metano derivate dal satellite risultano essere superiori del 13% rispetto a quelle dell’EPA.
Le stime precedenti erano troppo basse
Entrando più nel dettaglio, secondo le stime basate sui dati satellitari e modellistici, gli impianti petroliferi e di gas e gli allevamenti intensivi, ovvero le due maggiori fonti di metano negli USA, hanno emesso rispettivamente il 12% e l’11% in più rispetto all’inventario dell’EPA.
La terza maggiore fonte di metano, ossia le discariche, hanno emesso addirittura il 50% in più di quanto precedente stimato. Per ottenere questo risultato il gruppo di ricercatori ha esaminato 70 discariche dislocate nel territorio statunitense, correlando i loro risultati con le osservazioni aeree, utili per affinare le stime satellitari di gas serra soprattutto quando le discariche si trovano vicine ad altre fonti di metano.
Questi risultati sono importantissimi, non solo perché ci aprono gli occhi e ci mostrano la realtà dei fatti, ma anche perché in questo modo ci permettono di attuare delle azioni di mitigazione più mirate ed efficaci.
L’EPA, la NASA, la NOAA e NIST (National Institute of Standards and Technology) stanno lavorando congiuntamente come parte del U.S. Greenhouse Gas Center per fornire costantemente e con regolarità aggiornamenti al sistema di inventario del metano dell’EPA, sviluppando anche una serie temporale delle emissioni di metano e dei serbatoi negli Stati Uniti.