Scienza del clima: l’estate 2023 è stata la più calda da almeno 2000 anni. Sarà anche la più fresca del XXI secolo?
Secondo una ricerca di paleoclimatologia basata sugli anelli degli alberi, la scorsa estate è stata la più calda da almeno due millenni. Ecco come potrebbe essere l’estate del 2024. Saranno queste le più fredde estati del secolo in corso?
L’estate 2023 ha polverizzato tutti i record precedenti, risultando la più calda degli ultimi due millenni. A confermarlo uno studio pubblicato su Nature, con un risultato che ha sorpreso e preoccupato gli stessi autori dell’articolo scientifico. È quanto emerge da una ricerca di climatologi del Dipartimento di Geografia dell'Università Johannes Gutenberg di Mainz in collaborazione con altri enti di ricerca.
Stiamo parlando di temperature globali dell’emisfero nord, sembrerà strano a qualcuno poter andare così indietro nel tempo, quando non esistevano i termometri, eppure oggi la scienza ha i mezzi per dirlo e per delineare anche il futuro.
I “detective del clima”
Si chiama paleoclimatologia ed è una particolare branca della climatologia storica, che si avvale di indicatori indiretti quali conchiglie fossili, bollicine d’aria intrappolate nei ghiacci, dendrocronologia e altro. Ed è proprio dalla dendrocronologia, una tecnica che si avvale degli anelli di accrescimento degli alberi, che Jan Esper, Max Torbenson e Ulf Büntgen hanno analizzato l’andamento delle temperature estive dell’emisfero boreale degli ultimi 2000 anni.
Scienziati interdisciplinari e di vari istituti di ricerca hanno analizzato oltre diecimila campioni di alberi, provenienti dalla fascia delle medie latitudini e polari dell’emisfero settentrionale. I dati sono stati calibrati e confrontati con le osservazioni strumentali nei periodi in cui sono disponibili.
Il risultato: mai un’estate così calda.
Già si sapeva dai dati del sistema europeo Copernicus ECMWF e della NOAA, che l’estate 2023 era stata la più calda in Europa e a livello planetario da almeno due secoli. Ora questi dati ci indicano che l'estate del 2023 è stata la più calda da almeno 2000 anni, superando la variabilità climatica naturale con un margine impressionante.
Dai dati aggregati di Berkeley Earth, le temperature dell'estate 2023 sono risultate di 2,07°C più alte rispetto al periodo preindustriale (1850 -1900). L’estate più fredda invece fu nel 593 D.C., con temperatura media emisferica boreale di 3.93°C più bassa della scorsa estate.
Le cause: gas serra ed el Niño
Quanto osservato dagli scienziati è coerente con il trend di riscaldamento indotto dai gas serra, amplificato dall'evento El Niño in corso di esaurimento.
Le anomalie di temperatura planetarie possono essere amplificate dalle fasi de El Niño, a cui si sovrappone appunto il cambiamento climatico in corso. In dettaglio il riscaldamento estremo dell'estate 2023 ha superato quello l'estate del 2016, anch'essa influenzata da El Niño, di 0,23°C.
Gli scienziati di questo studio sottolineano anche che si è già superata la soglia prevista dall'accordo di Parigi del 2015, che mirava a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C entro i livelli preindustriali.
Prospettive per l’estate 2024
Gli autori accennano anche alle prospettive globali per la prossima estate. L'attuale evento El Niño, benché in indebolimento, sortirà i suoi effetti fino all'estate del 2024, suggerendo che i record di temperatura potrebbero essere nuovamente superati.
Più in generale, solo a estate inoltrate si ipotizza una eventuale e ancora incerta transizione verso il ciclo freddo de La Niña.
Nel dettaglio europeo, come avevamo parlato più in dettaglio, dalle previsioni stagionali ECMWF si delinea un’estate con temperature più alte del normale in tutta Europa. Ciò è particolarmente sembra probabile per l’Europa meridionale e il Mediterraneo.
Sarà l’estate più fresca di questo secolo?
Verrebbe da pensare così, visti i trend in corso e il ripetersi di periodi caldi. Malgrado brevi fasi di temperatura sopra la media, le temperature continentali, emisferiche e globali continuano a registrare nuovi record.
Una recente letter, sempre su Nature, del climatologo Gavin Schmidt sottolinea che quel che succederà la prossima estate sarà cruciale per capire se l’attuale accelerazione del global warming è dovuta alla fase de el Niño o alla diminuzione delle emissioni di anidride solforosa e altri fattori di raffreddamento legati agli aerosol.
E’ probabile, almeno speriamo, che assisteremo a un rallentamento e magari a qualche estate o periodo non da record. Ciò però non deve far abbassare la guardia, il trend è chiaro e il monito degli scienziati fermo.
I risultati di questa ricerca, dicono gli autori, sottolineano l'importanza di agire immediatamente per ridurre le emissioni di gas serra per mitigare il riscaldamento globale.
Fonte: Esper, J., Torbenson, M. & Büntgen, U. 2023 summer warmth unparalleled over the past 2,000 years. Nature (2024). https://doi.org/10.1038/s41586-024-07512-y