Sarà possibile "parlare con i morti" usando l'intelligenza artificiale?
Un'applicazione di intelligenza artificiale consente agli utenti di parlare con i propri cari che sono morti. Gli esperti stanno considerando l'utilizzo dell'app per affrontare il dolore di un lutto. Scopri come funziona lo strumento che sta reinventando il modo di conservare i ricordi!
Il continuo progresso della tecnologia fa interrogare l'umanità sulle possibilità che possono essere adattate e create per la nostra realtà. Sulla base di ciò, un recente rapporto ha riferito che un'azienda tecnologica desidera che i suoi utenti abbiano la possibilità di utilizzare l'intelligenza artificiale per creare versioni postume di se stessi. Questa la proposta di HereAfter AI, azienda con sede in California, Stati Uniti, che mira a permettere la comunicazione tra chi è morto e chi è vivo, attraverso la creazione di quella persona scomparsa in una versione completamente digitale.
L'idea è venuta a Vlahos, amministratore delegato dell'azienda, per il legame affettivo con suo padre, a cui è stato diagnosticato un cancro terminale ai polmoni nel 2016. Vlahos ha detto che questa esperienza non gli ha fatto sentire meno la mancanza di suo padre, ma gli è piaciuta la sensazione di sentire il padre - e aspetti della sua personalità - più presenti nella sua vita.
Secondo la descrizione dell'applicazione, l'obiettivo principale è cercare di rendere “per sempre” più accessibile con l'uso di audio, immagini e video.
L'azienda statunitense ha affermato che, nel prossimo futuro, vorrebbe che le persone trovassero un modo per parlare con i parenti che sono morti attraverso un'applicazione di intelligenza artificiale. HereAfter ha una miriade di spunti per suscitare ricordi, consigli, barzellette, riflessioni e viaggi. L'applicazione consente inoltre all'utente di registrare - in audio - storie sulle proprie esperienze di vita.
Oltre alla possibilità di inserire foto e altri documenti per migliorare l'esperienza, permette anche ai familiari di ascoltare la voce che commenta il momento importante vissuto.
Ma come funziona l'applicazione per "parlare con i morti"?
L'applicazione consiste nell'utilizzare lo strumento come un biografo, aumentando l'intelligenza artificiale avanzata, in cui l'utente aggiunge semplici aspetti della sua vita attraverso domande poste dall'applicazione stessa, che mira a creare la sua vera versione virtuale. Quando ancora “in vita”, l'utente risponderebbe a una serie di domande su amici, infanzia, relazioni, sentimenti, università e persino spiritualità; tutto questo per creare una propria versione digitale.
L'utente risponde alle domande a voce, quindi addestra anche l'intelligenza artificiale a riprodurre il proprio discorso. Con queste informazioni raccolte, l'applicazione organizza la personalità, le relazioni e le storie d'infanzia dell'utente. Quindi, attraverso l'intelligenza artificiale, la piattaforma sviluppa un miglioramento della versione digitale dell'utente.
Pertanto, quando una persona cara chiede qualcosa all'applicazione, la risposta potrebbe arrivare dalla voce precedentemente memorizzata. In questo modo, lo strumento consentirebbe ai vivi di avere un modo per "comunicare" con i propri cari che sono morti.
Ci sono diversi punti di vista su questa tecnologia: per alcuni questo sarebbe interessante; per altri, questo è uno strumento pericoloso per il dolore. Un articolo pubblicato nell'ottobre 2022 nel MIT Technology Review, dal Massachusetts Institute of Technology, afferma che l'uso di questa applicazione dovrebbe essere preso in considerazione. Per gli esperti, le versioni virtuali dei propri cari defunti possono prolungare il dolore dei parenti o addirittura allontanare la persona dalla realtà. Secondo il Washington Post, l'app sembra essere un tentativo del passo successivo nella ricerca umana dell'immortalità. Inoltre, sono già allo studio altre iniziative del genere, come un avatar postumo nel metaverso...