Santorini è anche questo: un vulcano capace di creare tsunami, forse presto
Le isole greche sono un paradiso per i turisti che cercano sole, sabbia e piscine. È anche molto importante per i geologi che indagano e analizzano la formazione dei vulcani, scoprendo che potrebbero essere più attivi di quanto pensavamo. Vi raccontiamo gli ultimi risultati della ricerca scientifica.
Il Mediterraneo è una regione abbastanza soggetta a terremoti e persino a qualche tsunami, perché è una zona di attrito o contatto tra due placche tettoniche vitali: l'Africana e l'Eurasiatica. 40 miliardi di anni fa iniziarono a convergere e si muovono ancora oggi. Alcuni calcoli indicano una velocità compresa tra 4 e 10 millimetri all'anno. Secondo gli scienziati dell'Institut de Ciències del Mar, il nostro Mar Mediterraneo è una delle zone sismiche più attive del pianeta.
In questo senso, qualche mese fa abbiamo parlato qui, su Meteored, di una nuova ricerca che indica un maggior rischio di tsunami nel Mediterraneo spagnolo. Infatti, fino ad ora il rischio di questo fenomeno è stato sottovalutato dopo aver scoperto il potenziale sismico della faglia del Mare di Alboran.
Gli studi stanno avanzando e poche settimane fa abbiamo appreso di una nuova ricerca pubblicata su 'Geochemistry, Geophysics, Geosystems'. Questa analisi ha scoperto che una camera magmatica sta crescendo sotto il vulcano Kolumbo e potrebbe innescare una potente eruzione. Questa circostanza implica un pericolo maggiore per i residenti e i visitatori dell'isola greca di Santorini.
La caldera di Santorini: addormentata ma attiva
L'isola di Santorini circonda un vulcano che si trova in una zona di subduzione, dove avviene il processo di affondamento di una placca litosferica sotto il bordo di un'altra placca. Questo paradiso per le vacanze per eccellenza si trova letteralmente in cima all'arco vulcanico dell'Egeo meridionale, formatosi in risposta al lento e costante affondamento della placca africana verso nord sotto la placca eurasiatica. Alcune fonti confermano uno spostamento di 5 centimetri all'anno in direzione nord-est, che a sua volta implica continui terremoti con ipocentro a una profondità di oltre 150 km.
Sulle pendici della caldera si trovano tre città di Santorini: Fira, Imerovigli e Oia. Quest'ultima nota per i suoi meravigliosi tramonti. Ebbene, gli esperti confermano che si tratta di un'area geologica "dormiente", ma riferiscono che si tratta ancora di un vulcano attivo. L'ultima grande eruzione risale al 1950, cioè 70 anni fa, quando vi fu una violenta emissione di materiale piroclastico dalla bocca centrale, espellendo colate laviche. Attualmente si osserva solo l'attività delle fumarole e attraverso la strumentazione GPS sono state determinate deformazioni nei dintorni della caldera tra il 2011 e il 2012.
Il vulcano sottomarino Kolumbo
Questo studio conclude che le immagini ad alta risoluzione e il monitoraggio dei terremoti ad alta sensibilità mostrano una possibilità -non imminente- di un'eruzione esplosiva con un alto impatto sociale. Questa radiografia ha osservato un'enorme camera magmatica sotto questo vulcano sottomarino, che coincide esattamente con i recenti sciami sismici.
Questi esperti indicano che può essere un serio pericolo e potrebbe esplodere forse in uno o due secoli provocando un'eruzione tsunamigenica altamente esplosiva. Le immagini ad alta risoluzione lasciano intuire che simili serbatoi di magma potrebbero essere passati inosservati nel monitoraggio di maremoti e vulcani, sottovalutando il reale pericolo di eruzione.