Riscaldamento globale: nuovi dati e nuove conferme
Non ci sono più dubbi che la terra si scalda a causa umana. Nuovi dati confermano che stiamo vivendo il periodo più caldo da quando esiste l’uomo. Ecco perché.
La terra si scalda ed è colpa dell’uomo. La scienza è concorde su questo, è del 2007 la dichiarazione che fuga ogni dubbio, nel 4° rapporto di valutazione dell’IPCC si dice che il riscaldamento globale è inequivocabile e che la maggior parte del riscaldamento è dovuta alle attività umane. I fattori naturali non riescono a spiegare l’entità e rapidità del riscaldamento in corso. Il riscaldamento del pianeta prosegue senza sosta e aumentano gli eventi estremi, come confermano i nuovi dati.
Febbraio caldo in Europa e nel mondo
A livello globale febbraio è stato il 5° più caldo da quando esistono i dati strumentali. A confermarlo è la NOAA, l’agenzia meteorologica degli Stati Uniti. L’anomalia rispetto al periodo preindustriale è di +0.79°C, ma più che il dato assoluto è importante sottolineare che il riscaldamento planetario non è uniforme. Nel dettaglio, gran parte dell’emisfero australe infatti risulta molto più caldo del normale, tanto da risultare il febbraio più caldo di sempre. Anche gli oceani evidenziano un forte riscaldamento, molto più marcato che sulle terre emerse
Più variegata e irregolare la situazione nell’emisfero boreale. In gran parte del Canada, degli Stati Uniti centro orientali e una parte dell’Asia febbraio sono risultati più freddi della norma fino a 3°C, mentre in Alaska, gran parte dell’Europa, una parte della Russia e l’estremo oriente presentano anomalie positive fino a +4°C rispetto al passato. Anche l’inverno meteorologico, appena concluso, è il 4° più caldo da quando esistono i rilevamenti.
Le conseguenze: meno ghiaccio e più eventi estremi
La prima, vistosa conseguenza globale del periodo caldo che stiamo vivendo è il ritiro dei ghiacci artici marini. Al polo nord si osserva un deficit di copertura glaciale di ben 898000 km2, il 5.9% della norma, febbraio è al 7° posto come minor estensione del ghiaccio marino. Anche in Antartide, che finora vedeva, per complessi motivi, aumenti della copertura glaciale, il ghiaccio marino inizia a calare ed è stato del 13.4% inferiore alla norma.
La mancanza di ghiaccio nelle zone polari, oltre che sugli ecosistemi, si ripercuote sulla circolazione generale dell’atmosfera e sulle ondulazioni della corrente a getto. In Europa, a fine febbraio si è verificata una anomala ondata di caldo con temperature oltre i 20°C in molte zone, e record storici di temperature massima sono stati registrati anche in alcune località italiane. Usa divisi in due fra il freddo estremo del midwest e record di caldo nella costa, piogge torrenziali si sono avute fra israle e Giordania e un anomalo super tifone di cat. 5 ha colpito la Micronesia con venti a 200 km/h.
L’Italia: i dati CNR e degli osservatori storici
In Italia, secondo il CNR, febbraio risulta il 15° più caldo (+1.38°C lo scostamento dalla media climatica) da quando esistono gli osservatori storici, patrimonio importante per lo studio della scienza del clima, tanto che venerdì 22 marzo 2019 alle ore 14 si svolgerà una giornata di studio nell’ambito della Giornata Meteorologica Mondiale, dal titolo “gli osservatori meteorologici storici: dal recupero all’uso dei dati per lo studio del cambiamento climatici”. L’appuntamento è al Ministero dei Beni Culturali in via del Collegio Romano 27, a Roma. Al nord poi non piove in modo apprezzabile da inizio febbraio e la siccità dei fiumi è ormai a livello di emergenza idrica in vista della stagione irrigua per l’agricoltura.
Quando pioverà?
Le piogge delle ultime ore al centro nord sono state scarse e i modelli non lasciano molte speranze, gli anticicloni continueranno a bloccare le perturbazioni atlantiche per i prossimi 8-10 giorni, perciò la siccità prosegue. E’ ormai necessario convivere coi cambiamenti climatici, ma ricordiamoci che non esiste adattamento senza mitigazione. Come affermò Christiana Figueres, ex segretaria generale UNFCCC, dobbiamo gestire l’inevitabile ed evitare l’ingestibile.