Questi sono i punti del Mediterraneo dove le onde possono raggiungere altezze oceaniche

Il Mar Mediterraneo, nonostante sia un bacino relativamente chiuso rispetto agli oceani, in alcune aree può generare onde di altezze sorprendenti durante condizioni meteorologiche estreme. Ecco tutti i dati e i precedenti storici.

Onde oceaniche.
Il Mar Mediterraneo, nonostante sia un bacino relativamente chiuso rispetto agli oceani, può generare onde di altezze sorprendenti durante condizioni meteorologiche estreme.

Il Mar Mediterraneo, nonostante sia un bacino relativamente chiuso rispetto agli oceani, può generare onde di altezze sorprendenti durante condizioni meteorologiche estreme.

Le tempeste, spesso alimentate da venti intensi come il Mistral, il Libeccio o lo Scirocco, insieme alla particolare conformazione geografica del bacino, creano situazioni in cui le onde raggiungono valori significativi, con impatti rilevanti su navigazione, coste e infrastrutture.

I meccanismi dietro le onde alte

L’altezza delle onde dipende principalmente da tre fattori: l’intensità del vento, la sua durata e il fetch, ovvero la distanza di mare aperto su cui il vento può agire senza ostacoli.

Nel Mediterraneo, il fetch è limitato rispetto agli oceani, ma in alcune aree può comunque essere sufficiente a generare onde imponenti. Le tempeste più intense si verificano spesso in inverno, quando profondi cicloni extratropicali si formano sopra questo bacino, portando venti forti e mareggiate.

Le aree dove le onde raggiungono le altezze più alte

Studi scientifici e osservazioni storiche mostrano che le massime altezze delle onde si concentrano in specifiche regioni del Mediterraneo, in particolare nella parte occidentale e in alcune zone orientali.

Mediterraneo Occidentale (Golfo del Leone e Sardegna Occidentale)

Il Golfo del Leone, situato tra la Francia meridionale e la Spagna nord-orientale, è una delle aree più esposte grazie al fetch ampio e all’azione del Mistral, un vento freddo e secco che soffia dal nord-ovest.

Nel Golfo del Leone, le onde possono superare i 12 metri durante le tempeste più intense. Ad esempio, nel 2004 erano state rilevate in questa zona onde con altezze medie intorno agli 8-9 metri durante mareggiate invernali.

Simulazioni condotte tra il 1980 e il 2019 dal CNR e dall’Università dell’Aquila confermano che questa regione registra i valori più alti in inverno, con un trend di aumento dell’altezza media delle onde negli ultimi 40 anni.

Mar di Sardegna, basso Tirreno (Coste Occidentali della Sardegna e Sicilia occidentale)

Le coste occidentali della Sardegna sono spesso colpite da mareggiate generate dal Libeccio e dal Maestrale.

Un caso emblematico risale al 22 ottobre 2014, quando, al largo di Alghero, durante la mareggiata legata all’arrivo della depressione, figlia dei resti dell’ex uragano Gonzalo, è stata registrata un’onda massima di 16,8 metri, uno dei valori più alti mai misurati nel Mediterraneo.

Onde enormi.
Il Mar di Sardegna è una delle aree più esposte grazie al fetch ampio e all’azione del Mistral, un vento freddo e secco che soffia da nord-ovest.

Le boe ondametriche della Rete Ondametrica Nazionale hanno rilevato altezze significative (la media delle onde più alte) di circa 8-9 metri in questa zona durante eventi estremi, con tempeste di Maestrale o Ponente.

Mar Ionio (Sicilia Orientale e Grecia Occidentale)

Il Mar Ionio è noto per i cosiddetti Medicanes (uragani mediterranei), cicloni tropicali che generano onde intense. Nel settembre 2020, il ciclone Ianos ha colpito la Grecia occidentale con venti oltre i 120 km/h, producendo onde significative stimate tra i 6 e i 7 metri, con picchi massimi probabilmente superiori ai 10 metri.

Uno studio pubblicato su Marine Geology ha analizzato gli effetti dei Medicanes Qendresa (2014) e Zorbas (2018) sulla Sicilia sud-orientale, mostrando che, pur con onde meno alte rispetto alle tempeste ordinarie (circa 5-6 metri), l’impatto costiero è stato amplificato dal fenomeno dello storm surge, un innalzamento del livello del mare indotto dai venti e dalla bassa pressione.

Studi specifici evidenziano come sul Mar Ionio, con venti di scirocco (sud-est) di intensità di burrasca forte/tempesta (forza 9-10 Beaufort), che soffiano per oltre 36 ore su un fetch di oltre 700 km (dalla Libia alla Calabria), la saturazione del moto ondoso possa generare onde significative alte fra 8 e 11 metri in mare aperto.

In mare aperto (basso Ionio) con 36 ore di vento a 50 nodi l’altezza significativa delle onde sarà di 8-11 metri, con picchi massimi che potrebbero raggiungere i 15-18 metri in condizioni di piena maturità del moto ondoso. Le onde significative vicino alla costa saranno probabilmente tra 6 e 9 metri, con picchi locali che potrebbero superare i 10-12 metri, soprattutto in aree come Capo Passero o la costa ionica messinese e catanese durante il run-up.

Eventuali effetti di risonanza (es. nelle baie) o sovrapposizione di onde potrebbero localmente aumentare l’altezza percepita sulla costa. Tempeste storiche, da sud-est o est-sud/est nel Mediterraneo con venti simili (es. tempeste di Scirocco del 1996 o 13 gennaio 2009) hanno prodotto onde di questa magnitudo, con mareggiate devastanti sulla Sicilia orientale.

Mediterraneo Orientale (Delta del Nilo e Creta)

Nel Mediterraneo orientale, le tempeste più violente colpiscono aree come il delta del Nilo e le coste di Creta. Durante l’inverno 2007/2008, simulazioni del modello WAM (utilizzato dal CNR e dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare) hanno registrato altezze significative di 7 metri nello Ionio e nel Mediterraneo orientale, con singole onde che superavano i 15 metri.

Onde mediterranee.
In inverno, le onde più alte si concentrano nel Mediterraneo occidentale e meridionale, con altezze significative medie di 4-5 metri e picchi estremi oltre i 12 metri.

La tempesta Daniel del 2023, che ha devastato la Libia, è un esempio estremo: le onde hanno raggiunto altezze stimate oltre i 10 metri, contribuendo a uno dei cicloni mediterranei più distruttivi mai registrati.

Isole Baleari

Le Isole Baleari, in particolare Minorca e Maiorca, sono un altro hotspot per le onde gigantesche. Durante la tempesta Gloria del gennaio 2020, la boa Dragonera ha misurato un’altezza significativa record di 8,44 metri, con un’altezza massima di 14,2 metri. Le autorità hanno stimato che le onde vicino alla costa abbiano raggiunto i 13,5 metri, segnando un primato per il Mediterraneo occidentale.

Dati e simulazioni storiche

Un’importante analisi climatologica delle onde nel Mediterraneo, condotta tra il 1980 e il 2019 e pubblicata su Frontiers in Marine Science, ha utilizzato simulazioni di vento dell’ECMWF e un modello numerico dello stato del mare (WAM, adattato dal NCEP-NOAA). I risultati evidenziano che:

In inverno, le onde più alte si concentrano nel Mediterraneo occidentale e meridionale, con altezze significative medie di 4-5 metri e picchi estremi oltre i 12 metri.

Mareggiate.
Le tempeste invernali nel settore occidentale, come quelle del 2007/2008, hanno superato ripetutamente i 7-8 metri di altezza significativa, con singole onde oltre i 15-16 metri.

In estate, le onde più alte si spostano verso il Mediterraneo orientale, ma con valori generalmente inferiori, sui 2-3 metri significativi, per l’intensa ventilazione settentrionale in uscita dall’Egeo, indotta dal famoso monsone laterale mediterraneo.

Le tempeste invernali nel settore occidentale, come quelle del 2007/2008, hanno superato ripetutamente i 7-8 metri di altezza significativa, con singole onde oltre i 15-16 metri. L’Atlante delle onde e del vento del Mediterraneo, realizzato dall’ISMAR-CNR, integra dati di boe, satelliti e modelli numerici, confermando che i valori estremi si verificano soprattutto in aree con fetch ampio e venti persistenti.