Previsione neve: cos’è il CAD cold air dammig, la diga di aria fredda che può scatenare copiose nevicate?
Il fascino e la sfida della previsione della neve: un complesso fenomeno detto CAD - cold air damming innesca le più belle nevicate al bordo fra pianura e alcune catene montuose. Avviene anche in Italia? Ecco di cosa si tratta.
La più classica delle nevicate al nord è quella detta da “cuscino di aria fredda” o da “addolcimento”. Sono belle nevicate, specie al nordovest, ma spesso sofferte e destinate a finire con rialzo temperature e frequenti passaggi a pioggia.
Ci sono però altri tipi e situazioni da neve, una in particolare tipica di zone con una specifica orografia, in cui per opposto la precipitazione inizia piovosa e poi muta repentinamente a neve, anche fitta, nella fase di precipitazioni più intense. Anche a sorpresa, e senza necessità di massicce irruzioni di aria fredda. È il fenomeno cosiddetto del CAD, Cold Air damming. Ecco di cosa si tratta.
Cos’è e dove si manifesta il fenomeno del CAD
Il cold air damming, in italiano diga di aria fredda, è un fenomeno meteorologico complesso che si verifica quando aria fredda rimane bloccata ai piedi di una catena montuosa, che funge da sbarramento come fosse una sorta di diga che fa accumulare verso le circostanti pianure l’aria fredda.
Le zone montuose favorite sono quelle più esposte alle correnti fredde continentali, soprattutto nei versanti rivolti verso est-nord est. Noto e anche intenso nella catena montuosa degli Appalachi negli Stati Uniti, può verificarsi però in diverse altre catene montuose in quasi tutti i continenti. Avviene per esempio anche nelle Montagne Rocciose, in Argentina fra le Ande e la Patagonia, in Giappone, Corea e in alcune catene montuose dell’Europa orientale, soprattutto nei Balcani.
In Italia, favorita dal CAD è la dorsale Appenninica settentrionale, soprattutto in Emilia Romagna ma anche fra Marche, Abruzzo e Molise. Meno interessate invece le Alpi, per la diversa esposizione e orientamento geografico.
Condizioni meteo favorevoli al CAD
Una volta che vi sia la catena montuosa con orientamento verso le correnti fredde, servono ben precise situazioni meteorologiche affinché si verifichi il fenomeno del cold air damming.
Deve anzitutto essere presente un robusto anticiclone a nord-nordest della catena montuosa, che fa affluire verso di essa venti orientali o nordorientali e aria fredda . Deve poi avvicinarsi nel contempo un fronte caldo, con correnti più miti in quota che tentano di scalfire l’aria fredda, che però rimane intrappolata ai piedi della montagna.
Si verifica così un effetto barriera: i venti caldi scorrono in quota sopra l’aria fredda, creando una stratificazione del profilo termico verticale e rendendo stabile la massa d’aria, le precipitazioni infatti sono così di tipo stratiforme, se fossero convettive si “rovina” il profilo termico verticale.
Il CAD può essere breve ma anche durare diverse ore o anche giorni, e presentarsi improvviso e altrettanto improvviso sparire quando cessano le condizioni idonee. E’ frequente in tardo autunno e inverno, raro in primavera.
Effetti sul tempo e sulle precipitazioni
Il CAD induce vari effetti meteorologici, anche insidiosi soprattutto per trasporti e aeronautica. Durante il CAD le temperature calano nei bassi strati, con freddo più intenso di molte aree circostanti, si formano nubi basse e nebbia anche durante le precipitazioni, con repentina riduzione della visibilità.
Cambia la direzione del vento, per la formazione del barrier jet, un vento parallelo alla catena montuosa e anche intenso, associato alle nubi e alle precipitazioni.
Ed eccoci alle precipitazioni: a seconda della massa d’aria e della stratificazione verticale, possono essere sotto forma di pioggia, ma se il freddo è sufficiente possono presentarsi come neve anche molto fitta e fino a 500-800 m sotto la quota dello zero termico quando il profilo termico verticale è isotermo o addirittura inversionale.
Può però capitare che l’aria in quota è troppo calda, ma quella nei bassi strati molto fredda: ecco che arriva il temuto e dannoso gelicidio.
La sfida della previsione della neve da CAD
Il cold air damming è un fenomeno complesso, in dettaglio ne esistono tre tipi, classico, in situ e ibrido, ed è associato a complessi fenomeni di raffreddamento diabatico. I modelli faticano a prevedere questo fenomeno, in particolare per le fasi iniziali e finali.
Prevedere la Diga di Aria fredda richiede formazione, esperienza e conoscenza del territorio, considerare bene l’orografia locale e utilizzare i modelli in modo critico, interpretandoli e integrandoli con osservazioni locali, matrici di spessori, radiosondaggi, modelli concettuali e dati da radar e satellite.
E’ anche per l’incognita CAD che la previsione automatica delle APP è spesso imprecisa per la neve in pianura. Per la previsione della neve resta fondamentale consultare i bollettini e articoli previsionali formulati, come nel nostro sito, da meteorologi professionisti.