Pochi giorni fa la Terra è stata sfiorata da due asteroidi
Il passaggio di asteroidi in prossimità del nostro pianeta rappresenta un potenziale pericolo per la Terra ma è anche un’importante occasione per studiare da vicino questi oggetti ricchi di informazioni sull’universo.
Il 30 di giugno si celebra in tutto il mondo la giornata degli asteroidi e quest’anno hanno deciso di celebrarla anche gli asteroidi stessi.
Infatti nei giorni precedenti sono avvenuti due importanti passaggi ravvicinati molto importanti anche per il futuro del nostro pianeta e per accrescere la nostra conoscenza dell’universo.
I due asteroidi che hanno sfiorato la Terra alla fine dello scorso mese sono stati monitorati dagli scienziati del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, nel sud della California, tramite l’utilizzo della rete di radar planetari del Deep Space Network, a Goldstone.
Un'ottima occasione per utilizzare il Deep Space Network
Anche se entrambi gli asteroidi sono stati studiati utilizzando i radar sono state applicate due tecniche leggermente diverse.
Iniziamo col primo, quello del 27 giugno, compiuto dall’asteroide 2011 UL21 che, come dice il nome stesso, è stato scoperto nel 2011 dal Catalina Sky Survey, in Arizona, ed è passato ad una distanza di 6,6 milioni di chilometri dalla Terra.
Sebbene si sappia dell’esistenza di questo asteroide da oltre 10 anni questa era la prima volta che si avvicinava abbastanza alla Terra da essere osservato dal radar.
L’asteroide in questione è classificato come potenzialmente pericoloso, anche se dai calcoli effettuati sulle sue orbite future non si evidenziano minacce imminenti per il nostro pianeta.
Il piccolo corpo celeste è largo quasi un chilometro e mezzo, è approssimativamente sferico ed è in realtà un sistema binario, con un asteroide più piccolo che gli orbita attorno ad una distanza di circa 3 chilometri.
Per questa occasione i ricercatori del JPL hanno utilizzato il radar solare Deep Space Station 14 (DSS-14), un radar largo 70 metri situato vicino a Barstow, in California. Il DSS-14 è stato utilizzato sia per inviare le onde radio all’asteroide che per ricevere il conseguente segnale riflesso.
Due giorni dopo, il 29 giugno, è stato il turno di 2024 MK, sfrecciato ad appena 295.000 chilometri sopra le nostre teste, ovvero poco più di tre quarti della distanza tra la Luna e la Terra. Anche questo asteroide è classificato come potenzialmente pericoloso ma come con il precedente non rappresenta una minaccia imminente.
Come dice il nome stesso, questo asteroide è stato scoperto quest’anno dal sistema di allerta per l’impatto terrestre degli asteroidi della NASA (ATLAS), esattamente il 16 giugno, solo 13 giorni prima del suo passaggio ravvicinato.
Si tratta di un asteroide decisamente più piccolo di quello precedente, infatti è largo appena 150 metri circa, con una forma allungata.
Due tecniche che hanno portato enormi risultati
In questo caso per il suo studio sono stati utilizzati 2 radar, il DSS-14 per inviare le onde radio sul corpo celeste, e l’antenna DSS-13 di Goldstone per ricevere il segnale rimbalzato sull’asteroide. Grazie a questa osservazione radar “bistatica” si è ottenuta un’immagine estremamente dettagliata della superficie dell’asteroide, con concavità, creste e massi larghi circa 10 metri.
Gli avvicinamenti ravvicinati di asteroidi con le dimensioni di 2024 MK non sono assolutamente frequenti, anzi, si verificano in media ogni 20 anni, è stata quindi un’incredibile opportunità riuscire a studiarlo così nel dettaglio.