Perché il mar Ionio può produrre onde gigantesche?
Lo Ionio essendo uno dei bacini più vasti del Mediterraneo in particolari condizioni meteorologiche può produrre grandi mareggiate sulle coste di Sicilia, Calabria e Puglia con ondate gigantesche.
Il mar Ionio è uno dei bacini più estesi di tutto il Mediterraneo, tanto da vantare un vasto spazio di mare aperto, esteso per quasi 200.000 chilometri quadrati. Proprio per queste sue caratteristiche, in particolari configurazioni meteorologiche, le coste orientali della Sicilia e della Calabria meridionale, bagnate da questo mare, possono essere interessate da grosse mareggiate, con onde che possono raggiungere altezze veramente considerevoli, anche oltre i 6-7 metri, se non oltre.
Proprio come accaduto durante la grande mareggiata da levante dello scorso 10 febbraio 2023, o quella ancora più intensa da scirocco e levante del 13 gennaio 2009.
Il potenziale dello Ionio
A differenza degli altri mari del Mediterraneo sullo Ionio il “Fetch”, lo spazio di mare aperto su cui soffiano i venti di burrasca o tempesta, raggiunge le massime estensioni, propagandosi spesso per diverse centinaia di miglia, dalle coste della Cirenaica (est della Libia) e dal Golfo della Sirte sino all’est della Sicilia o alla Calabria meridionale.
Il “fetch” è un parametro indispensabile per capire la forza e la durata del moto ondoso. Più esso è ampio, più le onde potranno ingrossarsi grazie all’enorme energia cinetica che il vento trasferisce alla superficie marina. Nelle situazioni ideali alle grandi mareggiate le forti burrasche da Sud, sud-est ed est-sud/est, generalmente, cominciano ad attivarsi sulla costa libica, dal Golfo della Sirte o nel tratto di mare a sud di Creta, per poi cominciare a sollevare un intenso moto ondoso che dal mar Ionio viene spinto con grande impeto in direzione dei litorali ionici della Sicilia, della Calabria e del Salento.
Inoltre sullo Ionio i fetches geografici spesso possono essere superiori alle dimensioni delle perturbazioni che generano i venti burrascosi. Considerato che nel mar Mediterraneo i cicloni extratropicali hanno estensioni massime dell’ordine dei 600 km, i fetches geografici vengono limitati a tale dimensione.
Ecco quando lo Ionio può produrre ondate gigantesche
Le condizioni bariche ideali si hanno quando nei bacini ad ovest o a sud della Sicilia si vanno ad isolare profondi cicloni, mentre in contemporanea robusti anticicloni di blocco si posizionano sull’Europa orientale. L’infittimento di isobare fra le differenti figure bariche attiva intensi flussi da sud-est o est-sud/est che dalle coste libiche si estendono a tutto lo Ionio, raggiungendo le coste di Puglia, Calabria e Sicilia.
In questi casi, soprattutto in presenza dello scirocco, il vento forte di burrasca può percorrere oltre 850 km di mare, indisturbato, sollevando un imponente moto ondoso. Questo è stato il caso della devastante mareggiata del 13 gennaio 2009, quando si ebbe un “fetch” di oltre 700 km fra mar Libico e Ionio, che parti direttamente dalla Cirenaica. Quel giorno la boa oceanografica dell’Ispra, a largo di Catania (in mare aperto), misurò onde massime che sfiorarono i 10 metri.
L’onda che parte dalla Cirenaica o dal mare a sud di Creta, in queste circostante, non incontrando alcun tipo di ostacolo nel proprio cammino (isole, terre emerse), ha tutto il tempo per ingrossarsi ulteriormente, crescendo in altezza e allungandosi notevolmente fuoriuscendo dall’area in cui agiscono i venti di burrasca, raggiungendo le coste orientali siciliane e calabresi sotto forma di imponenti muri d’acqua che creano notevoli danni sui litorali esposti.
In simili condizioni sui litorali della Sicilia orientale e della Calabria ionica, possono arrivare onde alte più di 6-7 metri, con “run-up” ben superiori poco a largo.
Il periodo delle grandi mareggiate
Le mareggiate più intense, di solito, si verificano nella stagione autunnale e in inverno, in genere da ottobre a marzo, quando l’umido flusso perturbato zonale si abbassa notevolmente di latitudine, fino al nord-africa, favorendo lo sviluppo di profondi cicloni che dalla Tunisia e dalla Libia poi si spingono sopra il Canale di Sicilia.
O in primavera, quando dal Sahara risalgono quelle profonde depressioni extratropicali (con estese warm conveyor belt) che nascono sottovento alla catena montuosa dell'Atlante, e che spostandosi verso il Canale di Sicilia tendono rapidamente ad approfondirsi, generando venti burrascosi di levante e scirocco sullo Ionio, estesi per oltre 600/700 km di mare.