Perché le tempeste nel Mar Mediterraneo sono più pericolose di quelle oceaniche? Il segreto è nel tipo di onde

Il Mediterraneo, pur essendo un bacino molto ristretto, interamente circondato dalle terre emerse, in determinate condizioni meteorologiche può divenire potenziale sede di violente tempeste, capaci di mettere in difficoltà anche le navi di media e grande stazza, abituate a solcare i grandi oceani.

Onde giganti.
Il Mediterraneo, pur essendo un bacino molto ristretto, interamente circondato dalle terre emerse, in determinate condizioni meteorologiche può divenire potenziale sede di violente tempeste, capaci di mettere in difficoltà anche le navi di media e grande stazza.

Il Mediterraneo, pur essendo un bacino molto ristretto, interamente circondato dalle terre emerse, in determinate condizioni meteorologiche può divenire potenziale sede di violente tempeste, capaci di mettere in difficoltà anche le navi di media e grande stazza, abituate a solcare i grandi oceani.

Gli stessi inglesi, statunitensi e francesi, abituati a scambiare il Mediterraneo per un grande lago, molto spesso, sottovalutando la pericolosità di questo mare, loro malgrado si sono imbattuti in tempeste severe, che hanno decimato intere flotte, cagionando un ingente numero di morti e dispersi fra gli equipaggi.

Perché le onde del Mediterraneo sono più pericolose di quelle oceaniche?

Queste perché a differenza delle più comuni tempeste oceaniche, che sovente si sviluppano fra l’Atlantico, il Pacifico e l’Oceano Indiano, quelle che più raramente si originano all’interno del Mar Mediterraneo, o di un bacino ancora più ristretto come il Mar Nero, sono accompagnate dallo sviluppo di onde, non tanto grandi, quanto corte e ravvicinate le une alle altre.

Onde.
Generalmente le situazioni meteorologiche più pericolose si verificano quando il Mediterraneo è attraversato da grandi depressioni, estese oltre l’estensione geografica del cosiddetto “fetch geografico” potenziale.

Per questo molto più insidiose alla navigazione marittima rispetto alle onde oceaniche, più alte ma ben più allungate. Inoltre presentano una grande ripidità che rende il mare molto duro da navigare.

Il fenomeno delle onde anomale

In tali condizioni meteo/marine molto spesso può capitare che col sorgere di una violenta tempesta di vento che preme sul moto ondoso, le onde che si vengono ad alzare, presentando questa grande ripidità, tendono ad accavallarsi, producendo vere e proprie “onde anomale” che si mimetizzano nel moto ondoso regolare, creando notevoli pericoli nella navigazione.

Questo tipo di moto ondoso, caratteristico in situazioni meteorologiche estreme nei mari interni, nel corso della storia sono state la principale causa degli innumerevoli naufragi occorsi sull’intero bacino del Mar Mediterraneo.

Le situazioni meteorologiche più pericolose

Generalmente le situazioni meteorologiche più pericolose si verificano quando il Mediterraneo è attraversato da grandi depressioni, estese oltre l’estensione geografica del cosiddetto fetch geografico” potenziale.

In tali situazioni il fetch (lo spazio di mare su cui soffia il vento) su spazi molto ampi, come quello del Mediterraneo occidentale, fra la foce del Rodano e la Tunisia, o del Mediterraneo centro-orientale, fra la Sicilia e le coste di Libia, Egitto e Creta.

Proprio in queste situazioni si viene a creare un imponente moto ondoso, capace di generare onde davvero molto elevate, in movimento da Ovest verso est, che possono anche superare i 6-7 metri di altezza in mare aperto.

In Italia un esempio sono le onde prodotte dal libeccio, che vanno a sferzare le coste liguri e dell’alta Toscana, o le gigantesche onde generate dal maestrale, che impattano sulle coste della Sardegna occidentale.

Il ruolo chiave del fetch

Il fetch difatti è un parametro fondamentale per valutare la potenza e l’intensità del moto ondoso che verrà innescato dalla formazione di una burrasca o una tempesta di vento. L’altezza delle onde non dipende solo dall’intensità del vento, ma anche dall’estensione dello spazio di mare su cui esso agisce.

Più questo sarà ampio maggiori saranno le probabilità di vedere un moto ondoso più consistente e impetuoso, capace di immagazzinare enormi quantità di energia. In presenza di venti di burrasca e di un fetch molto esteso, per centinaia di miglia, allora siamo certi di trovarci di fronte ad una consistente mareggiata, in grado di arrecare danni significativi sulle aree costiere esposte, già pesantemente vulnerate dal fenomeno dell’erosione.

Moto ondoso, fetch.
Il “fetch” difatti è un parametro fondamentale per valutare la potenza e l’intensità del moto ondoso che verrà innescato dalla formazione di una burrasca o una tempesta di vento.

Ma il Mediterraneo può esercitare al massimo tutta la sua potenzialità anche nelle condizioni bariche inverse a quelle sopra descritte, in presenza di forti venti orientali che s’innescano sul bordo meridionale di un robusto anticiclone che dalla Russia europea si estende fino all’Atlantico, mentre al contempo una profonda depressione si va ad isolare sul Mare Nostrum, producendo un intenso “gradiente barico orizzontale” che accelera ulteriormente il flusso orientale , in scorrimento alla base meridionale della struttura anticiclonica.

In questa situazione i forti venti orientali che spazzano il Mediterraneo, possono produrre un “fetch” significativo, costruendo ondate di “mare vivo” davvero alte, sia verso le coste mediterranee spagnole che in quelle ioniche dell’Italia meridionale, arrecando notevoli danni ingenti, con notevoli fenomeni di erosione.