Clima, il paradosso delle navi: l'introduzione di combustibili green ha contribuito ai record di caldo del 2023-2024?
Il 2023 e il 2024 sono stati anni record per le temperature globali, con preoccupazione e discussione sulle cause. Quali le cause? Emergono nuove prove sulla possibile causa: le navi, ma per un effetto a sorpresa di una azione positiva. Ecco di cosa si tratta.
Una premessa a chi legge questo articolo: ridurre le emissioni, sia inquinanti che serra, è necessario, e ognuno deve fare la sua parte. Questo per evitare malintesi su un effetto paradosso che però non sorprende gli esperti.
I record climatici del 2023 e anche il 2024 infatti hanno stupito gli scienziati e preoccupato gli ambientalisti, aprendo una accesa discussione sulle cause. In attesa dei dati ufficiali del 2024, citiamo dal report State of the Climate 2024 del WMO presentato a COP 29 il dato di anomalia termica globale gennaio-settembre, che era a +1.54°C rispetto al periodo preindustriale 1850-1900. Ne sono conseguiti eventi estremi in molte zone del globo, compresa l’Italia.
La variabilità naturale e il recente ormai terminato El Niño non bastano a spiegare queste anomalie, ora un articolo fa chiarezza.
Lo studio scientifico: luci e ombre del taglio emissioni SO2 delle navi
L’introduzione di carburanti per la navigazione più ecologico, meno carichi di solfati, a fianco di benefici ambientali e sanitari, ha accelerato il riscaldamento globale. Già da un po’ si parlava di questo effetto paradosso, con accese discussioni social anche fra scienziati.
L’International Maritime Organization (IMO) ha introdotto questa misura nel 2020 per migliorare la qualità dell’aria nei porti e in mare aperto. Gli aerosol solfati infatti hanno vari impatti, ma sono anche un fattore raffreddante del complesso bilancio radiativo globale. In pratica, mentre la CO2 riscalda il pianeta attraverso l’effetto serra, per opposto gli aerosol tendono a raffreddarla. Con una importante differenza: l’effetto del biossido di carbonio è a lungo termine, i solfati agiscono a breve termine.
Così, Ilaria Quaglia e Daniele Visioni, rispettivamente del Sibley School of Mechanical and Aerospace Engineering, Cornell University, Ithaca, NY, USA e del Department of Earth and Atmospheric Sciences, Cornell University, Ithaca, NY, USA hanno analizzato la questione e pubblicato i risultati su Earth System Dynamics con il titolo Modeling 2020 regulatory changes in international shipping emissions helps explain anomalous 2023 warming.
I risultati della ricerca
La norma introdotta dall’IMO ha abbattutto del 90% le emissioni di solfati. Ilaria Quaglia e Daniele Visioni hanno simulato la situazione globale e le conseguenze sul global warming coi modelli della Community Earth System Model (CESM2), concentrandosi sul “forcing” dell’eliminazione degli aerosol solfati. Il risultato è che la radiazione assorbita dalla Terra è aumentata di circa +0.14 W/m, valore coerente con le misure da satellite.
Questa forzatura del bilancio energetico globale, avrebbe contribuito con circa circa +0.08°C (±0.03°C), al riscaldamento globale, con un ritardo di 3 anni tra l’introduzione delle nuove regole sui combustibili navali (2020) e l’impatto osservato nel 2023/24. Gli oceani infatti assorbono il calore in eccesso lentamente, con effetti leggermente ritardati. All’effetto diretto degli aerosol contribuisce anche la minor formazione di nubi basse con aria più pulita, altro fattore raffredante.
Non a caso, l’impatto maggiore di questo cambiamento è stato sui grandi oceani, Atlantico e Pacifico in primis.
Quali conseguenze in futuro?
Ridurre le emissioni di inquinanti diretti come solfati è un beneficio per la salute, in primis nei porti e zone costiere, e contribuisce anche a salvaguardare indirettamente la biodiversità marina.
Tuttavia questo esperimento involontario dimostra una volta di più che il clima è un sistema lineare complesso dove tutto è connesso.
Gli scienziati così avvertono che le decisioni politiche, comunque necessarie, di riduzioni dell’inquinamento atmosferico potrebbero portare ad accelerare o meglio anticipare il riscaldamento globale. L’effetto dei gas serra infatti è stato finora in parte mascherato proprio dalle emissioni inquinanti diretti, ma a lungo termine sarebbe comunque emerso come prevalente.
Suggeriscono anche di tenere conto dei rapidi cambiamenti delle emissioni di aerosol nei modelli climatici, come il prossimo CMIP7, per migliorare le proiezioni e prepararsi a scenari complessi.
Tutto è connesso: riflessioni
Qualcuno leggendo questo articolo potrebbe pensare che non conviene dunque ridurre l’inquinamento atmosferico. O per opposto ridurre le emissioni serra sia inutile. Non è così, anzi. Questo studio, ed il caso dei rapidi cambiamenti climatici del 2023 e 2024, ci dimostra come nel pianeta Terra tutto è connesso. I cambiamenti climatici sono solo uno dei nove limiti planetari, di cui sei incluso il clima sono fuori dai margini di sicurezza.
Comprendere e studiare a fondo il clima e l’ambiente, includendo nei modelli climatici fattori complessi, è essenziale per prendere decisioni consapevoli che bilancino salute pubblica e mitigazione del cambiamento climatico.
Decisioni che devono essere integrate e sistemiche, e basate sulla scienza, per evitare di avere benefici da un altro e danni dall’altro.