Come si formano le onde giganti? Scienziati spiegano come fanno le tempeste a colpire coste lontane migliaia di km

Ecco come fanno le onde originate da tempeste di vento in mezzo all'oceano a percorrere migliaia di chilometri portando devastazioni su aree costiere solitamente protette.

Onde giganti.
Gli oceani del nostro pianeta sono un mondo dinamico e potente, capace di generare fenomeni naturali spettacolari e pericolosi. Tra questi ci sono le onde estreme, conosciute anche come swell, che possono viaggiare per migliaia di chilometri e causare danni inaspettati su coste lontane.

Gli oceani del nostro pianeta sono un mondo dinamico e potente, capace di generare fenomeni naturali spettacolari e pericolosi. Tra questi ci sono le onde estreme, conosciute anche come swell, che possono viaggiare per migliaia di chilometri e causare danni inaspettati su coste lontane.

In questo articolo esploreremo in modo chiaro e semplice il viaggio di queste onde, i processi che le generano e le sfide per proteggerci dai loro effetti.

Onde e swell: ecco da dove inizia tutto

Tutto comincia con il vento. Quando il vento soffia sulla superficie dell’acqua, trasferisce energia alle onde. Più forte e più a lungo soffia il vento, più energia viene accumulata.

Le onde che vediamo vicino alla costa, quelle che si infrangono rumorosamente, sono spesso il risultato di questo processo. Ma c’è una differenza importante tra le onde locali e gli swell.

Gli swell sono onde che si formano lontano, in mezzo all’oceano, durante grandi tempeste. Quando il vento smette di soffiare o le onde si allontanano dalla zona di tempesta. Queste iniziano a “organizzarsi”.

Onde giganti.
Gli swell sono onde che si formano lontano, in mezzo all’oceano, durante grandi tempeste. Quando il vento smette di soffiare o le onde si allontanano dalla zona di tempesta. Queste iniziano a “organizzarsi”.

Le onde più veloci, quelle con un periodo più lungo (cioè il tempo tra una cresta e l’altra), si separano da quelle più lente.

Il periodo è una caratteristica chiave tanto che le onde normali generate da una tempesta hanno un periodo di 12-16 secondi e viaggiano a 60-80 km/h. Ma in tempeste eccezionali, con venti molto forti e costanti, possono nascere onde con periodi superiori a 20 secondi.

Queste viaggiano più veloci, oltre 100 km/h, e portano con sé un’enorme quantità di energia.

Un viaggio lungo migliaia di chilometri

Una volta formate, queste onde di lungo periodo non si fermano facilmente. A differenza delle onde più corte, che perdono energia rapidamente, gli swell possono attraversare interi oceani. Ad esempio, lo scorso anno una tempesta nel Nord Pacifico ha generato onde alte fino a 20 metri.

Queste onde hanno viaggiato per 3.000 km fino alla California, dove hanno distrutto barche e fatto crollare parte del molo di Santa Cruz. Ma non si sono fermate lì, hanno raggiunto l’Ecuador e il Perù (8.500 km dalla sorgente), distruggendo pescherecci, e infine il Cile (11.000 km), inondando passeggiate costiere.

Gli swell perdono pochissima energia durante il viaggio, a meno che non incontrino un ostacolo come un’isola. Inoltre, il loro lungo periodo permette loro di risentire meno degli effetti di venti contrari o altri disturbi.

Quando arrivano vicino alla costa, però, succede qualcosa di speciale: l’acqua diventa meno profonda e le onde “si alzano”, crescendo in altezza e colpendo con forza maggiore.

Perché sono pericolose?

Gli swell di lungo periodo non sono solo impressionanti, ma anche pericolosi. Contengono molta più energia rispetto alle onde locali e possono colpire coste che di solito sono protette.

L'energia sprigionata da un'onda gigante.
Gli swell di lungo periodo non sono solo impressionanti, ma anche pericolosi. Contengono molta più energia rispetto alle onde locali e possono colpire coste che di solito sono protette.

Ad esempio, nel caso del Pacifico, un raro swell proveniente da Nord ha danneggiato zone costiere che normalmente vedono solo onde da Sud-ovest.

Pensate a un’onda come a una palla che rotola, una palla piccola si ferma presto, ma una grande e pesante continua a muoversi e fa più danni se colpisce qualcosa. Gli swell sono come quelle palle grandi, quando si infrangono, possono distruggere porti, allagare strade e mettere in pericolo vite umane.

Prevedere gli swell, una sfida globale

Il problema è che nascono molto lontano dalle coste che colpiscono. I meteorologi locali spesso non le notano finché non è troppo tardi.

Tuttavia, ci sono strumenti che ci aiutano. I modelli globali delle onde, come quelli della NOAA (l’agenzia americana per gli oceani e l’atmosfera), possono seguire gli swell dall’origine. Ma per sapere esattamente dove e come colpiranno, serve qualcosa di più.

Onde giganti.
Oggi si stanno sviluppando sistemi di allerta più precisi. Questi combinano le previsioni delle onde con informazioni su maree, tempeste e la forma delle coste locali.

Oggi si stanno sviluppando sistemi di allerta più precisi. Questi combinano le previsioni delle onde con informazioni su maree, tempeste e la forma delle coste locali. Nonostante gli sforzi nella loro prevenzione gli swell rimangono un esempio della forza della natura, ma anche di quanto ancora dobbiamo imparare.

Le tempeste che li generano sono normali, eppure i loro effetti possono essere straordinari e imprevedibili. Capire meglio queste onde non significa solo proteggerci, ma significa anche ammirare la complessità degli oceani e il loro ruolo nel collegare il mondo.