Un nuovo vulcano è stato scoperto su Marte, è gigantesco
In prossimità dell’equatore di Marte è stato scoperto un nuovo enorme vulcano, visto e fotografato tante volte nel corso degli ultimi 50 anni ma mai riconosciuto come tale.
Una scoperta nata quasi per caso, mentre si indagava su tutt’altro. Il gruppo di ricerca guidato dal dottor Pascal Lee del SETI Institute e del Mars Institute stava portando avanti i suoi studi esaminando questa zona in quanto lo scorso anno erano stati trovati i resti di un ghiacciaio. Tuttavia durante questa ricerca ci si è accorti che la zona che stavano analizzando si trovava all’interno di un enorme vulcano con una larghezza di 450 km e un’altitudine superiore ai 9 km.
Al momento al vulcano è stato dato il nome provvisorio Noctis Volcano e si trova nella regione vulcanica di Tharis, ossia una zona in cui sono presenti anche altri vulcani, nella parte orientale dell’equatore di Marte.
In realtà tra le stranezze di questa scoperta rientra anche il fatto che questa zona non è affatto misteriosa, anzi, è tra le più note ed iconiche del pianeta. Si trova tra il Labirinto della Notte (Noctis Labyrinthus) e la Valles Marinerism, una zona caratterizzata da altipiani e canyon stratificati. Questa regione non è assolutamente la prima volta che viene osservata, tutt’altro, oltre 50 anni fa, nel 1971 è stata fotografata dalla sonda Mariner 9, la prima sonda ad orbitare intorno a Marte.
Un vulcano rimasto nascosto per oltre 50 anni
Non ci si era mai resi conto di avere a che fare con un vulcano perché questo risulta fortemente eroso, con profonde fratture ed erosioni vere e proprie sia termiche che glaciali. Tra l’altro non ha la tipica forma conica dei vulcani a cui siamo abituati, questo proprio perché nel corso della sua lunga storia ha subito numerose modifiche.
Osservando attentamente Noctis Volcano però si riescono a riconoscere alcune caratteristiche tipicamente vulcaniche, come ad esempio un residuo di caldera, ossia i resti di un cratere vulcanico ormai crollato ma che un tempo ospitava un lago di lava, o ancora si possono notare anche depositi piroclastici e colate di lava. Inoltre i pendii attorno agli altipiani del vulcano si estendono per 225 km in direzioni diverse.
Questa si può quindi ritenere come una doppia scoperta: quella del vulcano gigantesco e la possibile scoperta di ghiaccio a profondità basse in prossimità dell’equatore.
All’interno del perimetro del vulcano è stata anche scoperta una vasta area in cui sono presenti depositi vulcanici, probabilmente prodotti dallo scarico di vapore esplosivo o dal rigonfiamento del vapore avvenuto quando i materiali vulcanici si sono posati su una superficie ricca di acqua e ghiaccio.
Saranno necessari ulteriori studi a riguardo
Insomma, questa zona è ancora tutta da studiare, probabilmente grazie ad ulteriori ricerche effettuate proprio su questa regione saremo in grado di comprendere al meglio il passato di Marte, la sua evoluzione geologica nel tempo e magari riuscire a cercare e trovare possibili tracce di vita.
L’enorme scoperta è stata presentata solo pochi giorni fa, alla 55esima conferenza Lunar and Planetary Science Conference tenuta in Texas, a The Woodlands, dall’11 al 15 marzo scorso, ed i risultati devono ancora essere pubblicati.