Nord Atlantico: si prevede un grave collasso oceanico per il 2030?
Entro il 2030, il pericolo di un collasso della circolazione oceanica nel Nord Atlantico diventerà sempre più preoccupante. Questo articolo esplora le potenziali implicazioni di questo scenario e cosa potrebbe significare per il nostro pianeta.
L’Oceano Atlantico settentrionale, attore chiave nella regolazione climatica globale, potrebbe presto sperimentare sconvolgimenti senza precedenti.
Dal 35 al 45% dei modelli CMIP6 prevedono il peggio
In un seminario al quale era presente il professor Stefan Rahmstorf dell'Istituto per la ricerca sull'impatto climatico (PIK) di Potsdam, le discussioni degli esperti hanno rivelato risultati allarmanti: nel 35-45% dei modelli climatici di alta qualità, un collasso della convezione oceanica nel Nord Atlantico è previsto per il 2030 a causa del riscaldamento globale.
Queste proiezioni sollevano domande fondamentali sul futuro climatico del nostro pianeta.
Circolazione oceanica nel Nord Atlantico
La circolazione oceanica del Nord Atlantico, e più in particolare il vortice subpolare (SPG), gioca un ruolo determinante nella regolazione del clima europeo e globale. Questo vortice, situato a sud della Groenlandia, è un elemento chiave del capovolgimento meridionale della circolazione atlantica, abbreviato in AMOC. Questa circolazione trasporta grandi quantità di calore dai tropici alle alte latitudini, influenzando così direttamente le condizioni climatiche nel Nord Atlantico e oltre.
Tuttavia, studi recenti, in particolare quelli basati sui modelli climatici CMIP6, rivelano segnali preoccupanti di potenziali disturbi in questo sistema. In effetti, alcuni di questi modelli indicano che l’SPG potrebbe subire un brusco e significativo raffreddamento, interrompendo così l’intera circolazione oceanica.
Meccanismo di collasso
I modelli CMIP6 hanno mostrato che la formazione di acque profonde nel vortice subpolare è cruciale per il mantenimento dell’attuale circolazione oceanica. Tuttavia, i continui aumenti dei gas serra (GHG) stanno sconvolgendo questo delicato equilibrio. L’aumento delle temperature superficiali e lo scioglimento dei ghiacci polari contribuiscono ad aumentare la stratificazione degli strati oceanici, rendendo la convezione sempre più difficile.
Se questa stratificazione raggiungesse un punto critico, la convezione potrebbe collassare, portando ad una significativa diminuzione del trasporto di calore verso il Nord Atlantico. Questo scenario è particolarmente preoccupante perché potrebbe verificarsi in meno di un decennio, portando a eventi di raffreddamento improvvisi e potenzialmente devastanti per gli ecosistemi e i climi regionali.
Potenziali impatti climatici
Un crollo della convezione nel Nord Atlantico avrebbe gravi ripercussioni sul clima europeo e globale. Tra gli impatti più probabili ci sono:
- Raffreddamento regionale: i modelli mostrano un marcato raffreddamento della regione del vortice subpolare, con temperature potenzialmente in calo di diversi gradi Celsius. Questo raffreddamento potrebbe estendersi all’Europa occidentale, influenzando le stagioni e la produzione agricola.
- Cambiamento delle precipitazioni: l’interruzione della circolazione oceanica potrebbe alterare i modelli delle precipitazioni, in particolare nelle regioni tropicali come il Sahel e l’Amazzonia, portando a siccità o inondazioni più frequenti.
- Cambiamenti atmosferici: il collasso della convezione potrebbe alterare le correnti atmosferiche, compreso un rafforzamento dell’oscillazione del Nord Atlantico (NAO), che influenza gli inverni europei, rendendoli più freddi e secchi.
Questione di sopravvivenza
Nonostante le proiezioni allarmanti, è essenziale notare che non tutti i modelli concordano sull’imminente collasso. Tuttavia, anche una probabilità del 35-45% dovrebbe essere presa sul serio. Gli scienziati continuano a monitorare da vicino gli indicatori di stratificazione e convezione per affinare le loro previsioni e comprendere meglio i meccanismi in gioco.
Ogni grado conta e gli sforzi per limitare il riscaldamento globale non sono solo una questione di ecologia, ma di sopravvivenza di fronte a un futuro climatico incerto e potenzialmente ostile.
Fonti della notizia:
Swingedouw, D., Bily, A., Esquerdo, C., Borchert, L. F., Sgubin, G., Mignot, J., & Menary, M. (2021). On the risk of abrupt changes in the North Atlantic subpolar gyre in CMIP6 models. Annals of the New York Academy of Sciences, 1504(1), 187-201.