Astronomia, sono passati 415 anni dalla formidabile scoperta dell'astronomo Galileo Galilei sul pianeta Giove
Nel gennaio del 1610, 415 anni fa, l'astronomo italiano Galileo Galilei scoprì l'esistenza delle lune di Giove, denominate Satelliti medicei, o galileiani. Ecco perché fu una scoperta molto importante, e quali nuove scoperte intorno a questo pianeta ci attendono nei prossimi anni.
C'è una importante ricorrenza in questo inizio del mese di gennaio del 2025. Il 7 gennaio del 1610, infatti, esattamente 415 anni fa, l'astronomo italiano Galileo Galilei osservò il pianeta Giove attraverso il suo telescopio rudimentale, da lui stesso messo a punto.
Nella sua osservazione notò altri tre punti luminosi vicino al pianeta, credendo inizialmente che fossero delle stelle lontane. Osservandoli però per diverse notti, notò che sembravano muoversi in una direzione diversa rispetto alle stelle sullo sfondo, e notò anche che rimanevano in prossimità di Giove.
Nonostante si trovassero sempre vicine a Giove, cambiavano posizione l'uno rispetto all'altro. Quattro giorni dopo, osservò un quarto punto luminoso vicino al pianeta con lo stesso comportamento insolito.
Il 15 gennaio, otto giorni dopo l'inizio di quelle osservazioni, Galileo concluse correttamente di aver scoperto quattro lune in orbita attorno a Giove, fornendo una forte prova della correttezza della teoria copernicana, secondo cui la maggior parte degli oggetti celesti non ruotava attorno alla Terra.
Formulata da Niccolò Copernico, astronomo e matematico polacco del XV secolo, descrisse il moto dei corpi celesti basandosi su un sistema eliocentrico, nel quale cioè il Sole si trova al centro del Sistema Solare, e non la Terra come si pensava fino ad allora e come sostenuto con inflessibilità dalla Chiesa.
Nel marzo 1610, Galileo pubblicò le sue scoperte sui satelliti di Giove e altre osservazioni celesti in un libro intitolato Siderius Nuncius (che si potrebbe tradurre in "Il messaggero stellare"), un trattato di astronomia che venne messo all'indice dalla Chiesa cattolica.
Il nome dei satelliti di Giove
In quanto scopritore, Galileo aveva i diritti di denominazione sui satelliti di Giove. Propose di chiamarli come i suoi mecenati, i Medici, e gli astronomi li chiamarono da allora e per tutto il diciassettesimo secolo, Satelliti Medicei. Nei suoi appunti Galileo si riferì però a loro con i numeri romani I, II, III e IV, in ordine di distanza da Giove.
Gli astronomi si riferiscono ancora oggi alle quattro lune di Giove come Satelliti galileiani in onore del loro scopritore.
I loro nomi sono:
- Io,
- Europa,
- Ganimede,
- Callisto.
Tuttavia, la sua idea non prese piede fino a 200 anni dopo. Gli scienziati hanno scoperto nuovi satelliti attorno a Giove soltanto nel 1892, quando l'astronomo americano E.E. Barnard scoprì la quinta luna di Giove, Amaltea, molto più piccola delle lune galileiane e in orbita più vicina al pianeta di Io.
Fu l'ultimo satellite del sistema solare trovato tramite osservazione visiva: tutte le scoperte successive sono avvenute tramite fotografia o imaging digitale. Ad oggi, gli astronomi hanno identificato 95 lune in orbita attorno a Giove.
L'interesse attuale
Sebbene ciascuno dei satelliti galileiani abbia caratteristiche uniche, come i vulcani di Io, la superficie ricca di crateri di Callisto e il campo magnetico di Ganimede, gli scienziati hanno concentrato maggiore attenzione su Europa a causa dell'allettante possibilità che possa essere ospitale per la vita.
Negli anni '70, le sonde spaziali Pioneer 10 e 11 e Voyager 1 e 2 della NASA hanno scattato immagini sempre più dettagliate dei grandi satelliti, tra cui Europa, durante i loro sorvoli di Giove. Le fotografie hanno rivelato che Europa ha la superficie più liscia di qualsiasi oggetto nel sistema solare, il che indica una crosta relativamente giovane, ed anche una delle più luminose di qualsiasi altro satellite, il che indica una superficie altamente riflettente.
Queste caratteristiche hanno portato gli scienziati a ipotizzare che Europa sia coperta da una crosta ghiacciata che galleggia su un oceano salato sotterraneo. Hanno inoltre ipotizzato che il riscaldamento mareale causato dalla gravità di Giove riforma lo strato di ghiaccio superficiale in cicli di fusione e congelamento.
Occhi puntati sul satellite Europa
Osservazioni più dettagliate grazie alla sonda spaziale Galileo della NASA, che ha orbitato attorno a Giove tra il 1995 e il 2003 e ha completato 11 incontri ravvicinati con Europa, hanno rivelato che lunghe caratteristiche lineari sulla sua superficie potrebbero indicare attività mareale o tettonica.
Il materiale bruno-rossastro lungo le fessure e nelle macchie osservate sulla superficie potrebbe contenere sali e composti di zolfo trasportati da sotto la crosta e modificati dalle radiazioni.
Le osservazioni del telescopio spaziale Hubble e la rianalisi delle immagini della Galileo hanno rivelato possibili pennacchi che emanano da sotto la crosta di Europa, dando credito a tale ipotesi. Sebbene la composizione esatta di questo materiale non sia nota, probabilmente contiene indizi sul fatto che Europa possa essere ospitale per la vita.
I futuri esploratori robotici di Europa potrebbero rispondere ad alcune delle domande in sospeso su questo satellite di Giove dalle caratteristiche uniche.
Le missioni spaziali in corso per conoscere meglio i satelliti di Giove
L'Europa Clipper della NASA è partita nel 2024 per un viaggio di 5,5 anni verso Giove. Dopo il suo arrivo nel 2030, la sonda spaziale entrerà in orbita attorno al pianeta gigante e condurrà 49 sorvoli del satellite nel corso diquattro anni.
Gestita dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California, e dall'Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University di Baltimora, Maryland, Europa Clipper trasporterà nove strumenti tra cui sistemi di imaging e un radar per comprendere meglio la struttura della crosta ghiacciata.
I dati di Europa Clipper integreranno le informazioni restituite dalla sonda spaziale JUICE (Jupiter Icy Moon Explorer) dell'Agenzia spaziale europea.
Lanciata nell'aprile 2023, JUICE entrerà prima in orbita attorno a Giove nel 2031 e poi in orbita attorno a Ganimede nel 2034. La sonda spaziale prevede anche di condurre studi su Europa complementari a quelli di Europa Clipper. Le due sonde spaziali dovrebbero ampliare notevolmente la nostra conoscenza di Europa e forse svelare nuovi misteri.
Riferimenti della notizia:
NASA - 415 Years Ago: Astronomer Galileo Discovers Jupiter’s Moons - https://www.nasa.gov/general/415-years-ago-astronomer-galileo-discovers-jupiters-moons/