Negli ultimi 30 anni i pesci alieni sul Mediterraneo sono raddoppiati, le specie da tenere d'occhio

Questi alieni se trovano un habitat favorevole, come un Mediterraneo sempre più caldo, e iniziano a riprodursi, possono competere con le specie native e stravolgere la biodiversità del luogo e l’economia locale.

Pesce scorpione
Questi alieni se trovano un habitat favorevole, come un Mediterraneo sempre più caldo, e iniziano a riprodursi, possono competere con le specie native e stravolgere la biodiversità del luogo e l’economia locale.

Negli ultimi 30 anni le specie aliene segnalate nel nostro Mar Mediterraneo si sono moltiplicate a dismisura, creando non poca preoccupazione fra gli addetti ai lavori, e non solo. Con il termine “specie aliena” in biologia si intende una qualsiasi specie vivente che viene introdotta dall’uomo in un territorio diverso dal suo areale.

Questi alieni se trovano un habitat favorevole, come un Mediterraneo sempre più caldo, e iniziano a riprodursi, possono competere con le specie native e stravolgere la biodiversità del luogo e l’economia locale.

La recente storia del granchio blu

Il tema è stato a lungo dibattuto durante l’estate scorsa, di fronte alla rapida diffusione del granchio blu (Callinectes sapidus), specie di origine atlantica che presumibilmente è arrivata nel Mediterraneo grazie alle acque di zavorra delle navi commerciali.

Gli scienziati pensano che all’interno di tali acque fossero presenti delle larve di questo crostaceo, che poi sono state scaricate nel porto di arrivo del cargo, propagandosi in tutto il bacino. Oggi il granchio blu è diventata una specie molto diffusa su tutti i nostri litorali, specialmente lungo le aree umide costiere dell’alto Adriatico.

L’impatto dell’apertura del Canale di Suez sulla propagazione delle specie aliene

Nel caso del Mar Mediterraneo la costruzione del Canale di Suez ha permesso il libero passaggio di molte specie dal Mar Rosso, che vengono indicate dagli scienziati con il termine di “specie lessepsiane”.

Ormai sono più di 400 in Mediterraneo e il numero è raddoppiato negli ultimi 30 anni. Molte di queste riescono a prosperare per l’assenza di predatori e grazie all’aumento delle temperature medie delle acque. Un esempio su tutti è quello del pesce scorpione, un vorace predatore velenoso ghiotto di pesci locali, tipici del Mediterraneo.

Una sfida importante per il futuro

La gestione delle specie aliene è una sfida importante che dobbiamo risolvere: in primo luogo, cercando di prevenire lo spostamento di specie, ma quando ciò non è possibile si può cercare di limitare la diffusione attraverso la pesca a scopo alimentare. Vedi l’esempio del granchio blu.

Pesce palla
Ormai sono più di 400 in Mediterraneo e il numero è raddoppiato negli ultimi 30 anni. Molte di queste riescono a prosperare per l’assenza di predatori e grazie all’aumento delle temperature medie delle acque. Credit immagine Wikipedia.

Ognuno di noi può fare qualcosa per risolvere il problema, in caso di avvistamento di una specie aliena è importante segnalarne la presenza all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). La segnalazione precoce dà la possibilità di pensare già durante le prime fasi di colonizzazione alle strategie più adatte a contenere le esplosioni di queste specie invasive.

Worldrise è da anni in prima linea per la difesa del nostro mare e attraverso la Campagna 30×30 Italia mira a proteggere almeno il 30% dei mari italiani entro il 2030. Un obiettivo importante dell’associazione è la sensibilizzazione sull’importanza del mare e della biodiversità, a questo proposito se vuoi sapere di più sulle specie aliene scopri il nuovo toolkit gratuito di 30×30 Italia.