Meteostoria, la neve in pianura del 17-18 aprile 1991: a quando il bis?
Il 1991 fu un anno indimenticabile per gli amanti di freddo e neve. Dopo il gelo e le abbondanti nevicate di febbraio, la neve fece la sua comparsa a primavera inoltrata! Ecco l’analisi meteo e la cronaca della storica nevicata in pianura dell’aprile 1991. Vi piacerebbe un bis di questo evento?
Aprile è un mese bizzarro, del resto lo dice il proverbio, aprile ogni giorno un barile. Un mese in cui molti attendono la primavera fatta di sole e tepore, ma che la climatologia ci dice di andar cauti a mettere via gli abiti pesanti.
Nel 2011 aprile offrì un prepotente anticipo di estate già a inizio mese, con 30°C precoci perfino al nord. Non di rado però Pasqua, anche con data alta, è stata invernale. E’ tuttavia rimasto nelle memorie dei meteo-appassionati l’evento freddo tardivo del 1991. Ecco cosa successe.
La situazione sinottica del 17-18 aprile 1991
Il 1991 è passato alla storia dei grandi inverni per un gelido e nevoso febbraio, ma a metà aprile la primavera sembrava incalzare come da calendario. Eppure i modelli, sebbene allora non dettagliati come oggi, iniziavano a proporre a medio termine uno scenario di una anomala irruzione di aria fredda.
Il giorno 17 aprile 1991 un robusto anticiclone con massimo di 1040 hPa fra Scozia e Groenlandia, con un massimo secondario sull’isola polare, metteva in movimento il fronte polare che si adagiava alle Alpi. Il giorno 16 l’Italia aveva isoterme a 850 hPa sulle Alpi e +10°C sulla Sicilia. Il giorno 18 l’isoterma 0°C si portava sull’Italia centrale, quella +5°C sulla Sicilia. Al suolo si formava una depressione tirrenica nevosa tardiva, in quota una saccatura irrompeva sull’Italia.
17 aprile 1991: dalle t-shirt alla giacca a vento
I ricordi personali del giorno 17, era un mercoledì, vedevano una mattina in cui a Modena molti erano usciti in mezze maniche, il termometro era alle 12 sui 20°C. In poco tempo le persone corsero al riparo e chi lo aveva si affrettò a indossare giacconi pesanti.
Le osservazioni sinottiche, allora per i non addetti ai lavori consultabili con televideo o risponditori automatici, indicavano alle 14 una situazione decisamente anomala: soli 5°C a Milano, 14-15°C a Piacenza e sui 20°C al nordest. Di rado si osserva in modo così netto un fronte freddo.
Verso le 17 il fronte raggiunse il nordest, in questa prima fase provocando temporali anche forti e violente raffiche di vento accompagnate da una delle più marcate e rapide diminuzioni di temperature mai osservate, da 20°C appunto a 3-5°C. Nel contempo cadeva pioggia e in parte pioggianeve in pianura in diverse zone del nord. Ma non era finita.
Fitta nevicata il 18 aprile 1991
L’aria fredda entrata dalla valle del Rodano alimentò una depressione sul Tirreno. Le precipitazioni molto intense e la conformazione barica favorirono probabilmente il fenomeno del cold air damming, diga di aria fredda, lungo la dorsale Appenninica settentrionale. In altre zone furono le precipitazioni convettive ad abbassare repentinamente in pianura al nord la quota neve.
Risultato dell’evento furono nevicate anche diffuse, fitte e per diverse ore, cosa inconsueta ad aprile. Gli annali e le cronache meteo riportano così una spolverata di neve a Milano, 5-10 cm in Piemonte con picco di 35 cm a Cuneo, 15 cm a Modena, locali accumuli di 25 cm nella pianura bolognese, quindi come tipico di queste situazioni via via meno neve fino a 5 cm della zona di Forlì. Solo pioggia sulla costa Adriatica e al nordest, neve abbondante invece sulle Alpi e Appennino settentrionale e anche centrale dove cadde oltre mezzo metro.
Tanti danni, compromesse molte colture
Lato scenografico a parte, alla nevicate e al freddo, seguirono anche gelate tardive, causarono notevoli danni. Dapprima il vento del pomeriggio del 17 aprile 1991 causò varie cadute di alberi, molti rami rotti nonché danni ad alcune strutture. La neve del 18 aprile poi causò altre rotture di rami in quanto pesante nonché mise in ginocchio molte coltivazioni.
La frutta era in fase già post fioritura, compromessi molti raccolti soprattutto di pere e ciliegie. Danni al nordest per la bora che raggiunse i 130 km/ha Trieste, con alberi sradicati e capannoni scoperchiati dal vento. Era da poco naufragata la petroliera Haven in Liguria e il vento portò petrolio fin sulle coste.
A quando il bis?
Nonostante i cambiamenti climatici, la neve non sparisce del tutto e in un quadro di un clima più caldo non mancano irruzioni fredde anche tardive. Ne abbiamo avuto prova soli 4 anni a fa addirittura a inizio maggio. Allora la neve arrivò a 300-400 metri, localmente fiocchi marci furono avvistati dai meteoappassionati più attenti anche nelle zone pedemontane del nord.
Al momento nulla lascia supporre eventi del genere imminenti a fine aprile o inizio maggio 2023, ma lasciamo spazio al vostro desiderio: vi piacerebbe una nevicata tardiva come quella del 17-18 aprile 1991?