Meteo storia: la spedizione scientifica polare del Dirigibile Italia
È una storia incredibile l’avventura del Dirigibile Italia, comandato da Umberto Nobile nel 1928. Oltre agli aspetti umani, storici e geopolitici, quella fu una spedizione scientifica con importanti esperimenti. Chi era il meteorologo di bordo?
La memorabile vicenda del dirigibile Italia ai comandi di Umberto Nobile intreccia la storia e la geopolitica con la scienza e la tecnologia. La sfida, a quei tempi, era anche fra chi credeva negli aerei come futuro dell’aviazione e chi invece puntava sui dirigibili. Inoltre, c’erano da scoprire ed esplorare le zone polari, allora più sconosciute che oggi la Luna e Marte.
Il dirigibile, come noto, si schiantò sui ghiacci polari, alcuni membri della spedizione non furono mai ritrovati, altri si salvarono grazie alla famosa tenda rossa. La meteorologia ebbe un ruolo fondamentale nella vicenda.
La spedizione del Dirigibile Italia
Nel 1926 il colonnello Umberto Nobile effettuava la prima trasvolata polare con il Dirigibile Norge. Partito in sordina, la spedizione fu un successo. Al rientro, Nobile fu accolto come un eroe e Mussolini lo nominò Generale.
Due anni dopo, Nobile tentò una nuova impresa. L’intento era attraversare il Polo e scendere sulla banchisa con strumenti scientifici e meteorologi. Nobile incluse così nell’equipaggio gli scienziati Aldo Pontremoli, fisico dell’Università di Napoli, Frantisek Behounek, fisico ceco, e un meteorologo.
Il meteorologo di bordo
La meteorologia fu affidata a Finn Adolf Erik Johan Malmgren, nato a Göteborg il 25 aprile 1895. Finn Malmgren si laureò nel 1916 all’Università di Uppsala e nel 1920 divenne divenne professore. Partecipò a una spedizione polare artica con Roald Amundsen a bordo del veliero Maud, fra il 1922 e 1925.
Nel 1928 fu scelto da Nobile come meteorologo di bordo. Durante il terzo volo del dirigibile, iniziato il 23 maggio 1928, l’Italia raggiunse il Polo, dove fu calata una bandiera italiana. I venti in coda iniziarono a dare grandi problemi. Nobile pensava di rientrare seguendo la rotta attraverso il Polo fino alla baia di Mackenzie. Il meteorologo Malmgren sconsigliò quella rotta, prevedendo venti impetuosi a prua e spinse per il rientro a Baia del Re, da dove il dirigibile era partito, trovando così venti deboli.
Le previsioni meteo però allora erano pionieristiche, e il maltempo fu solo una concausa dell’incidente, poi analizzato da commissioni e oggetto di polemiche.
Esperimenti scientifici sul dirigibile Italia
Uno degli obiettivi più importanti era dare una risposta definitiva alla presenza o meno di una terra sottomarina denominata “Harris”, fra l’Alaska e le Svalbard. Il volo del Norge aveva già confermato l’assenza di questa terra, ma occorrevano prove strumentali. A bordo del dirigibile furono portati uno scandaglio a galleggiamento, uno scandaglio a filo e uno scandaglio acustico. Fu il meteorologo Malmgren a usarli, trovando dati di profondità che coincidevano con le carte di navigazione.
Furono poi raccolti campioni di acqua marina, misure di salinità e temperatura del mare e raccolto del plancton, mai analizzato allora a quelle latitudini. Fu osservata la deriva dei ghiacci e furono effettuate varie ricerche geografiche, mappando le terre di nordest.
Altri importanti esperimenti riguardavano la fisica dell’atmosfera, con misure di radiazione penetrante in atmosfera, di conducibilità e ionizzazione con un elettrometro e misure di radioattività. Queste esperienze in particolare confermarono l’origine terrestre della radioattività osservata in quelle zone e che i valori decrescevano con l’altezza.
Le osservazioni meteorologiche
Oltre a Finn Malmgren a bordo, operava a terra con il lancio di palloni sonda, alla Baia del Re alle Svalbard il prof.Amedeo Nobile, fratello di Umberto. A bordo furono portati apparecchi registratori Goertz di temperatura e umidità , tre termometri Richter&Weise, uno psicrometro Assmann e un barometro Fortin a mercurio. La strumentazione fu fornita dall’Ufficio Presagi de dallo Stabilimento Costruzioni Aeronautiche.
Furono compiute in particolare misure e osservazioni quando ci si trovava nelle nebbia con temperature sotto zero, per studiare il deposito di ghiaccio. Da terra, fu studiato il vento in quota coi palloni sondi, individuando una zona di vento che aumentava con la quota fra 350 e 1650 metri.
La tenda rossa e il destino del meteorologo
Nello schianto del dirigibile il 25 maggio 1928, alcuni dell’equipaggio caddero a terra insieme a materiale, fra questi Umberto Nobile e il meteorologo, che si ferì a una spalla. Altri, fra cui il fisico Aldo Pontremoli, rimasero bloccati a bordo del dirigibile che riprese quota, e mai furono ritrovati. Purtroppo, anche quasi tutti i dati raccolti furono persi. Fra il materiale, una tenda diede riparo ai superstiti, fu decorata di rosso per poter essere meglio individuata.
La radio funzionava malamente, così gli ufficiali Adalberto Mariano e Filippo Zappi insieme a Finn Malmgren decisero di provare ad andare a piedi alla Baia del Re. Tra il 15 e 16 giugno Malmgren perse le forze, e chiese ai compagni di lasciarlo tornare alla tenda rossa.
Comunque siano andate le cose, con la scomparsa fra i ghiacci Finn Malmgren si è portato la sua stessa memoria storica.