Meteo e clima in balia di un click
Gli eventi meteorologici e l’evoluzione del clima sono materie affascinanti. Oggi sono protagoniste assolute della sfera mediatica ma ignoranza e strategie commerciali aggressive possono minarne la credibilità.
Ormai la Pasqua è vicina rispetto ai tempi dello scorrere delle nostre vite ma non così vicina per i tempi delle previsioni meteorologiche. Eppure rimbalzano già tra rete e media generalisti i titoli ammantati di certezze sul tempo che farà a Pasqua e Pasquetta. Oggi partiamo proprio dal tempo meteorologico pasquale per una riflessione sui toni ormai troppo spesso avvilenti che sta assumendo l’informazione sui temi che riguardano atmosfera e clima.
Il tempo, il prete ed il contadino
Nel nostro lontano passato il vaticinio meteorologico era affidato spesso ai sacerdoti. Sapere in anticipo se il cielo si sarebbe dimostrato clemente o nefasto era una speranza vitale per i contadini e gli allevatori. Va dato atto che le previsioni del buon curato di campagna, purtroppo per lui, erano sottoposte al vaglio degli utenti e costoro non dovevano essere particolarmente indulgenti in caso di errori. Ma che ne poteva il povero prete! Certamente non aveva alcuna possibilità seria di predire il tempo che avrebbe fatto la settimana successiva o, tanto peggio, nella stagione dei raccolti.
I sacerdoti previsori erano quindi destinati alla derisione perenne e a punizioni esemplari? Penso di no altrimenti la crisi delle vocazioni sarebbe stata esiziale per il clero! Probabilmente il caso giocava il suo ruolo nella “diluizione” dell’errore, qualche rudimento di statistica pratica si sarà cristallizzato nella memoria e, con il loro bagaglio culturale di certo superiore a quello della contadinanza, avranno sviluppato una capacità di linguaggio tale da predire sole o tempeste restando sufficientemente nel vago, abilmente in equilibrio tra sicurezza e sicumera.
Allerta, armageddon, click
Dai tempi del prete vaticinatore ne abbiamo fatta di strada, molta in tempi recenti. Se oggi siamo in grado di emettere previsioni meteo con buona affidabilità a 3 giorni e con discreta affidabilità a 6 giorni certamente lo dobbiamo alla scoperta delle leggi della termodinamica e della dinamica dei fluidi ma un contributo fondamentale è arrivato dallo sviluppo tecnologico in campo informatico degli ultimi 40 anni.
Dunque oggi possiamo essere più efficienti di qualsiasi sacerdote del passato se vogliamo cimentarci con l’evoluzione meteo dei prossimi 10 giorni. Nonostante questo non riusciamo ancora ad affrancarci da forme di linguaggio ambiguo, fumoso e scientificamente labile quando, per motivi commerciali, vogliamo attirare l’attenzione del pubblico, tra l’altro sempre più vasto dopo l’avvento di Internet.
Per qualche manciata di click si annunciano scenari atmosferici poco affidabili come certezze, meglio se con enfasi, spesso fuori luogo, sulla possibile rilevanza storica degli eventi. Si lanciano allerte di tutti i colori, si annunciano circolazioni atmosferiche terrifiche battezzate con nomi mitologici, fenomeni atmosferici che richiamano l’ira degli dei dell’Olimpo o del dio biblico dell’Antico Testamento.
Il bollettino meteo pare reinterpretato come un rapporto bellico: territori “travolti” dal ciclone mediterraneo, bombe d’acqua, morsa del gelo polare con -5 gradi, caldo africano ai primi 30 gradi stagionali, chi più ne ha più ne metta. Un crescendo senza soluzione di continuità perché il famelico dio della comunicazione non si accontenta mai. Così anche la cronaca dei fatti viene descritta sommariamente, mescolando luoghi comuni a notizie totalmente distorte, temperature reali e temperature percepite, frasi fatte senza senso ma roboanti del tipo “è arrivato l’inverno!” salvo essere a settembre.
Che la giostra si fermi
Sono per l’assoluta libertà di espressione, se un sito web pensa che sia una strategia commerciale opportuna sparare titoloni e utilizzare forme comunicative da spettacolo illusionista lo faccia pure. Il problema sorge quando queste modalità d’informazione vengono riprese da giornali, TV e rete come oro colato, senza verifiche opportune, svilendo il valore scientifico della Meteorologia e della Climatologia.
Questo non è accettabile, è figlio di un'insana mancanza di cultura generale in ambito giornalistico, di incapacità di filtrare per ignoranza e/o opportunismo le notizie. Gli agognati click arriveranno comunque con la buona informazione perché la Meteorologia è affascinante per sua stessa essenza, fatta di fenomeni di grande bellezza ed imponenza, di luci e colori meravigliosi, genera sentimenti di ammirazione e sgomento come tutte le manifestazioni forti della natura.
E ora le previsioni meteo per Pasqua e Pasquetta!
Se esaminiamo oggi gli scenari prodotti dai modelli Ensemble ci possiamo rendere conto di come essi divergano ampiamente nei primi giorni di aprile. Prendiamo ad esempio il parametro della temperatura alla quota di circa 1500 metri. La forbice di valori riscontrabile tra 1 e 2 aprile è ampia almeno 12/14 gradi. Questo significa che i modelli numerici non sono per ora assolutamente in grado di individuare una configurazione chiara per quei giorni. I modelli deterministici lo fanno ma la probabilità che si verifichi lo scenario da loro proposto è ancora molto bassa.
Qualcuno, tuttavia, potrà già lanciarsi in un bel titolo “Pasqua e Pasquetta con pioggia e neve” o altro. Può essere che la buona sorte sia con quel “previsore” come ai tempi del nostro curato di campagna. Per me una previsione è altro e propongo di pazientare ancora qualche giorno…