Mare troppo caldo, i "pesci alieni" colonizzano il Mediterraneo
I mari attorno l'Italia sono troppo caldi, per questo motivo i cosiddetti "pesci alieni" provenienti dai mari tropicali stanno colonizzando maggiori spazi sul nostro mar Mediterraneo.
Il progressivo aumento delle temperature medie del Mediterraneo, legato al cambiamento climatico, sta favorendo la proliferazione di tante specie di pesci tropicali, definite per l’appunto “aliene”, visto che generalmente abitano i fondali di mari molto caldi, come il mar Rosso.
I nomi scientifici di queste specie sono Lagocephalus sceleratus, Pterois miles, Siganus luridus e Siganus rivulatus, ma sono decisamente più riconoscibili se li chiamate rispettivamente pesce palla maculato, pesce scorpione, pesce coniglio scuro e pesce coniglio striato.
Cosa succede sul Mediterraneo?
Questi pesci, a causa del sensibile e inarrestabile riscaldamento del mar Mediterraneo, sono ormai presenti sui nostri mari, dopo essere passati dal Canale di Suez, iniziando a proliferare nelle acque attorno la Sicilia, la Calabria, la Sardegna la Puglia.
Per l’appunto si tratta di pesci alieni all'habitat dei nostri mari, particolarmente invasivi e capaci, grazie al cambiamento climatico e all'innalzamento delle temperature dei mari, di adattarsi a situazioni diverse da quelle di origine.
La campagna “attenti a quei 4” lanciata dall’Ispra
L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), assieme all'Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) hanno lanciato la campagna informativa, dal titolo “Attenti a quei 4”.
Lo scopo è quello di informare, in modo corretto, i cittadini, per spiegare loro come riconoscere e monitorare la presenza di questi pesci e la loro distribuzione nelle acque italiane, grazie anche alle segnalazioni di pescatori e semplici subacquei.
L’intento dei ricercatori è quello di sensibilizzare e avvisare le persone sulla presenza di queste specie di pesci alieni, ormai sempre più diffusi nei nostri mari. Questi pesci stanno avendo un serio impatto negativo sugli habitat del Mediterraneo e sulla pesca nei nostri mari. Alcuni di questi infatti sono voraci predatori e si cibano delle risorse ittiche del Mediterraneo.
Quali pericoli per l’essere umano?
Non solo voraci predatori. Il pesce palla maculato ad esempio può essere pericoloso anche per l'uomo, avendo carni tossiche e anche una dentatura molto possente, simile a quella di un pappagallo e i morsi possono essere molto dolorosi".
Invece il pesce palla scorpione ha aculei velenosi, ma può essere cucinato dopo essere trattato con cura perché il veleno presente negli aculei mantiene la propria tossicità fino a 48 ore dopo la morte dell'esemplare.
Il pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus) è il più pericoloso di tutti, visto che possiede infatti una potente neurotossina che lo rende tossico al consumo, anche dopo la cottura. Segnalato per la prima volta nel Mediterraneo nel 2003, ancora sconosciuto, ha causato intossicazioni in Grecia, Turchia, Libano e Israele. Nel 2016 è stato avvistato in Sicilia, e successivamente lungo le coste della Calabria.
Il pesce scorpione (Pterois miles), invece, si può mangiare. Anzi, consumare più pesci scorpione significa aiutare la biodiversità dei nostri mari, come recita uno spot del MPA-Engage Project, progetto europeo per la salvaguardia delle aree marine protette.
Segnalato per la prima volta in Italia nel 2016, il pesce scorpione è tra le specie più invasive del mondo. Questo pesce, spesso usato per abbellire acquari e vasche in case o locali privati, va trattato con la massima attenzione. Le sue spine, veri e propri aculei, sono molto velenose e possono causare punture molto dolorose anche 48 ore dopo la morte dell’animale.