Le gazze marine tornano ad invadere i mari italiani, ma stavolta a partire dai mari del Sud
Attualmente sono circa dieci le osservazioni confermate, arrivate appunto in ordine di tempo prima dalla Tunisia e dal Marocco, verso la fine di novembre, e poi dall'Italia, con avvistamenti confermati soprattutto in Sicilia.
Dopo l’eccezionale invasione dello scorso inverno, che ha lasciato di stucco gli ornitologi italiani, anche quest’anno le gazze marine sono tornate sui mari italiani. Questi bellissimi uccelli, dall’aspetto di un pinguino (anche se in realtà la forma è molto diversa), sono originari dei mari del Nord Europa e della zona polare.
Appartengono alla famiglia degli Alcidi, quindi sono cugine dei buffi e più conosciuti Pulcinella di mare. Quest’anno pero, a differenza dello scorso inverno, gli avvistamenti si sono concentrati sul basso Mediterraneo, tra la costa tunisina e la Sicilia, fino al medio-basso Tirreno.
Avvistamenti fra la Spagna e la Sicilia
Negli ultimi giorni ci sono stati diversi avvistamenti che però, apparentemente, sembrano raccontare secondo gli esperti una storia leggermente diversa da quella dello scorso anno. Come spiega l'ornitologo della Stazione Zoologica di Napoli, Rosario Balestrieri, «L'inverno passato, dopo l'ingresso da Gibilterra, le gazze si erano mosse prevalentemente lungo la costa spagnola e francese, per giungere poi il Liguria e muoversi successivamente verso sud, seguendo la costa tirrenica.
Le prime osservazioni di dicembre
Attualmente sono circa dieci le osservazioni confermate, arrivate appunto in ordine di tempo prima dalla Tunisia e dal Marocco, verso la fine di novembre, e poi dall'Italia, con avvistamenti confermati negli ultimi giorni soprattutto in Sicilia, a Ischia, a Ponza e poi in Liguria e Toscana.
«Quest’anno, al momento, il contingente di gazze marine rilevate sembra però notevolmente più eseguo rispetto all’inverno scorso, quando nello stesso venivano osservati almeno 750 individui solamente in Italia” – sottolinea Balestrieri. “Forse, però, l’aspetto più interessante di quanto sta avvenendo è il fatto che il fenomeno, se bene a scala minore, si stia comunque ripetendo e questo richiede un approfondimento degli studi per comprenderne le cause”.
Proprio in virtù dell'enorme portata del fenomeno registrata lo scorso anno – quando le gazze sono comparse persino in luoghi da cui mancavano da oltre un secolo, la Stazione Zoologica di Napoli aveva avviato un monitoraggio della specie nei mari italiani attraverso la citizen science, la scienza partecipata che coinvolge anche cittadini e curiosi.
Il progetto, nato in collaborazione con Lega Navale Italiana, è infatti rivolto a chiunque frequenti il mare è finalizzato a raccogliere quante più segnalazioni possibili.
La particolare migrazione osservata quest’anno
«Posizionando nel tempo e nello spazio le osservazioni note fino ad ora, sembra proprio che questi animali una volta entrati da Gibilterra si siano mossi lungo il margine meridionale del Mediterraneo, poi lungo la costa del Marocco e della Tunisia per poi risalire verso l’Italia, incontrando prima le Isole Pelagie, le coste meridionali della Sicilia, poi risalendo per il Golfo di Napoli, le Pontine e arrivare fino alla Liguria.
Questa diversa rotta potrebbe essere stata indotta dalle condizioni meteo climatiche avverse di queste settimane e questo è un aspetto che stiamo già approfondendo correlandolo con quanto registrato l’anno scorso», spiega Balestrieri, autore di diversi studi su questi uccelli.
Conoscere nel dettaglio le vere cause di queste anomale migrazioni è però molto difficile, poiché potrebbe dipendere sia da condizioni climatiche estreme, dalla mancanza di cibo in mare, variabili che possono spingere gli uccelli marini a cercare nuove aree in cui trascorrere l'inverno.
Tuttavia, come accaduto lo scorso anno, la maggior parte degli individui osservati sembra però in evidente difficoltà: «Anche quest’anno una parte consistente delle gazze marine osservate risulta in condizioni critiche: sono affamate, vengono intrappolate da ami e lenze e in alcuni casi sono addirittura già morte, come l'individuo ritrovato a Lampedusa. Se perciò dovesse capitare di imbattersi in un animale morto o che sembra abbia bisogno d'aiuto occorre contattare immediatamente le autorità competenti», conclude l'ornitologo Rosario Balestrieri.