La recente aurora boreale è stata vista anche in Sicilia, un evento raro anche se non unico. Ecco un precedente

Le basse latitudini, quelle della Sicilia nello specifico, sono state raggiunte già in passato da aurore boreali di eccezionale intensità. Sulla base di testimonianze documentali si tratta di eventi rari ma sicuramente non unici.

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Acquerelli raffiguranti fasi diverse dell’aurora boreale osservata a Caltagirone il 24 e 25 ottobre 1870 (tav. IIII). Credit: NAF-Osservatorio Astronomico di Palermo.

“Passata è la tempesta…” avrebbe scritto Leopardi, con la piccola variante che di tempesta geomagnetica si è trattato.

A pochi giorni dall’evento astronomico che ha sicuramente avuto grande risonanza mediatica, ritorniamo con questo articolo a parlare delle tempeste geomagnetiche di categoria fino a G5, che tra il 10 e il 12 Maggio sono state prodotte da una serie di emissioni di massa coronale (CME) da parte del Sole.

In particolare, vogliamo soffermarci sull'eccezionale estensione di queste tempeste e delle conseguenti aurore alle latitudini più meridionali.

Repetita iuvant...un piccolo ripasso

Il plasma solare (costituito di particelle elettricamente cariche) con incorporato campo magnetico emesso in più episodi consecutivi dal Sole a velocità supersoniche nel giro di poche decine di ore ha raggiunto il campo magnetico terrestre.

Il campo magnetico terrestre ha una struttura dipolare, costituito di linee che uscendo da un polo si immergono nell’altro polo, che facilita la cattura delle particelle elettriche provenienti dal Sole, traghettandole verso i poli.

Le particelle cariche solari "eccitano" gli ioni della ionosfera terrestre (un processo nel quale gli elettroni degli ioni ricevendo energia passano a livelli energetici più alti). Gli stessi ioni, successivamente "diseccitandosi" (un processo nel quale gli elettroni degli ioni dai livelli energetici più alti ritornano ai livelli di partenza) emettono radiazione elettromagnetica, cioè quella luminescenza particolare che di fatto costituisce le aurore.

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Il video è stato girato dal satellite SOHO che ha per primo rilevato i CME che a distanza di ore avrebbero innescato la tempesta geomagnetica di categoria G5.
La geometrica dipolare del campo magnetico terrestre che rende le aurore visibili alle alte latitudini sia boreali (emisfero nord) sia australi (emisfero sud).

Tuttavia, in presenza di tempeste geomagnetiche particolarmente intense, appunto quelle di categoria G5 avvenute nei giorni scorsi, le particelle elettriche solari riescono a raggiungere anche gli strati più meridionali della ionosfera terrestre.

Aurore storiche in Sicilia

La visibilità delle aurore dalla Sicilia è stato uno degli avvenimenti che ha dato alla gente comune un’idea dell’eccezionale intensità del fenomeno.

A memoria dei Siciliani viventi non si ricordano precedenti.

Eppure, a dispetto dell’eccezionalità e rarità, non si tratta di un evento unico. Dobbiamo andare indietro nel tempo di quasi centocinquanta anni. Esattamente nelle notti del 24 e 25 Ottobre del 1870 dal cuore della Sicilia furono visibili aurore boreali, simili o forse più intense delle ultime osservate tra il 10 e 12 Maggio.

La testimonianza di questo evento avvenuto nel 1870 è duplice; infatti, oltre ad avere molteplici testimonianze scritte, ne esiste una disegnata.

In un interessante articolo del 2018 (quindi anni prima di questo evento del 2024), scritto dalla dott.ssa Giada Genua, restauratrice di materiale librario-archivistico, e all'epoca in forze all'Osservatorio Astronomico di Palermo, si menzionano tre acquerelli che raffigurano l’aurora boreale. Questi tre acquarelli facevano parte di una serie di sei disegni realizzati dal signor Montemagno di Caltagirone e inviati all’Osservatorio di Palermo.

In essi (vedasi foto di copertina) si rappresentano alcune fasi dell’aurora boreale osservata da Caltagirone (a latitudine di 37.23 gradi nord) nelle notti del 24 e 25 Ottobre del 1870.

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Aurora boreale di questo mese di Maggio fotografata dall'Etna col cratere di nord-est sullo sfondo. Credit: Giancarlo Tinè

Dell’evento fu testimone lo stesso Gaetano Cacciatore, allora direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo.

Riprendendo dall’articolo della Dott.ssa Genua, riportiamo un estratto dal "Bullettino Meteorologico del Real Osservatorio di Palermo" (n.10 – Vol- VI, Ottobre 1870).

“Una gran massa di luce ignea rossastra in forma quasi globulare appariva al di sopra e staccata da Monte Pellegrino, che giusto s’eleva nella direzione del Polo. (…) L’intensità fu massima verso le ore 7:19 ed il cielo allora sembrò un mare di fuoco con fiamme continuamente agitate. Allora furon visti dall’uno e dall’altro lato e spesso dal mezzo elevarsi altezze enormi di colonne d’una luce bianca giallognola, e varia di continuo di posizione e forme, or tramutandosi in fasci di grandi dimensioni, ora in getti luminosi e vivaci (…) Le notevoli apparenze che presentò questo fenomeno ben raro a manifestarsi nelle nostre regioni, ci diè chiaro sin d’allora a vedere che l’aurora, di cui eravamo osservatori, dovette annoverarsi tra le più brillanti e le più splendide che fossero state vedute e le notizie posteriormente ricevute d’oltremare non han fatto che confermare le nostre congetture” (da Bullettino Meteorologico del Real Osservatorio di Palermo, n.10 – Vol- VI, Ottobre 1870).


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Aurora boreale di questo mese di Maggio fotografata dall'isola di Lipari con l'isola di Salina sullo sfondo. Credit: Emanuel Raffaele

Che si sia trattato effettivamente di aurore è supportato dai dati osservativi astronomici relativi ai cicli solari.

Infatti, nel 1870 era in corso il massimo di attività del ciclo solare numero 11 (ora siamo al massimo del ciclo solare numero 25).

La numerazione dei cicli solari (basata sul numero di macchie) risale alla metà del ‘700. Il ciclo solare numero 1 è iniziato intorno al 1755. L’attuale ciclo solare - il 25esimo - è iniziato tra la fine del 2019 e gli inizi del 2020.

Pertanto, è altamente probabile che a quell’epoca (ottobre del 1870) siano avvenuti CME simili a quelli avvenuti tra il 10 e il 12 Maggio con conseguente innesco di tempeste geomagnetiche.

Il massimo dell’attuale ciclo solare potrebbe durare ancora per diversi mesi. Pertanto, nessuna meraviglia se prossimamente ci ritroveremo ad ammirare e a scrivere di nuove aurore a latitudini siciliane.