La polvere desertica è in grado di mettere in crisi i trasporti: l'impatto su aerei ed altri velivoli in un nuovo studio

Sempre più spesso sentiamo parlare di polvere desertica. Dei ricercatori hanno analizzato come questo particolato atmosferico sia in grado di influenzare i trasporti aerei.

Elicottero Sabbia
La polvere desertica può creare ingenti danni ai motori degli aeromobili.

Di recente è stato pubblicato su Natural Hazards and Earth System Sciences un nuovo studio che è andato ad indagare in che modo le nubi di polvere nei pressi degli aeroporti possano influenzare questo tipo di trasporto nelle varie fasi di volo.

Sappiamo benissimo che quando sussistono particolari condizioni meteorologiche alcune piccolissime particelle di polvere desertica possono essere sollevate e trasportate anche per migliaia di chilometri.

È risaputo che eventuali tempeste di sabbia del deserto possano causare ritardi nei voli e anche se non creano problemi nell’immediato possono causare danni nel tempo.

È risaputo che eventuali tempeste di sabbia del deserto possano causare ritardi nei voli e anche se non creano problemi nell’immediato possono causare danni nel tempo.

I danni che si possono riscontrare sono numerosi

Sicuramente l’esempio più evidente riguarda i danni al corpo, alle ali e ai parabrezza degli aerei. Questi possono graffiarsi, creparsi, e le parti metalliche possono pian piano corrodersi.

In realtà però il danno più significativo riguarda i motori degli aerei. Difatti l’erosione delle pale del compressore riduce l’efficienza e nelle parti più surriscaldate del motore può accadere che i minerali contenuti nelle polveri desertiche si fondano per poi ri-solidificarsi una volta spenti i motori e tornati a temperature normali.

Questi minerali ovviamente, una volta depositati, tendono ad accumularsi e in questo modo possono addirittura bloccare le prese d’aria di raffreddamento, ostruire gli ugelli del carburante, danneggiare i rivestimenti protettivi e anche in questo caso corrodere le superfici metalliche.

Per indagare questi aspetti delle nubi di polvere alcuni ricercatori dell’Università di Reading hanno collaborato con quattro scienziati del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) e ECMWF.

Tempesta di sabbia
Gli aeroporti in prossimità dei deserti sono i più colpiti dalle tempeste di sabbia.

Sono stati analizzati 17 anni di dati di CAMS sulla rianalisi della composizione atmosferica globale, insieme ai dati del satellite CALIPSO. Questo satellite nasce dalla sinergia tra l’Agenzia Spaziale Statunitense (NASA, National Aeronautics and Space Asministration) e l’Agenzia Spaziale Francese (CNES, Centre National d’Études Spatiales) e utilizza sia gli infrarossi che un LIDAR per studiare nuvole e aerosol.

Il gruppo di ricerca ha quindi analizzato nel dettaglio la quantità di particolato, ovvero sabbia e polvere, che viene normalmente ingerita dai motori degli aerei in dieci diversi aeroporti internazionali situati in regioni desertiche o comunque influenzati da tempeste di polvere stagionali.

È emerso quindi che le regioni in cui si è riscontrata una maggiore quantità di polvere ingerita dai motori si trovano in Medio Oriente, nel deserto del Sahara, in India settentrionale e nella Cina nord-orientale.

Ovviamente è stata analizzata anche la distribuzione verticale della polvere proprio ai dati di rianalisi CAMS.

Per ridurre i danni si possono utilizzare alcune accortezze

Quello che è emerso è che sebbene le quantità di polvere ingerita dai motori possano sembrare basse, al massimo 5 – 6,6 grammi di polvere per ogni arrivo e partenza, rapportate su 1000 voli si traducono in 10kg.

È tuttavia possibile mitigare questi danni ai motori in due modi: spostando arrivi e partenze alle ore notturne, quando è presente meno polvere nell’aria; evitando il picco di polvere modificando l’altitudine del circuito di attesa, ovvero quella manovra fatta dai piloti per mantenere l’aereo in una determinata posizione mentre si attende di ricevere indicazioni da parte dei controllori del traffico aereo.

Secondo questo studio l’applicazione di questi cambiamenti potrebbe ridurre l’ingestione di polvere da parte degli aeromobili rispettivamente fino al 44% o al 41%.

Riferimenti allo studio

Navigating the impact of airborne dust on aircraft - https://atmosphere.copernicus.eu/navigating-impact-airborne-dust-aircraft?utm_source=socialmedia&utm_medium=tw&utm_id=news-airbone-dust-0724