La più grande colonia di berte maggiori del Mediterraneo è quella dell'isola di Linosa
Una delle più grandi colonie di berte maggiori del Mediterraneo si trova proprio sull’isola di Linosa, sul Canale di Sicilia. Non è del tutto chiaro perché a Linosa sia presente una comunità così vasta.
La Berta Maggiore è un uccello marino, ormai divenuto estremamente raro sul Mediterraneo. Oggi questa specie di uccello è presente solo su alcune isole e piccoli scogli del nostro Mediterraneo, e su certi arcipelaghi dell’Atlantico, fra le Azzorre, Madera e le Canarie.
Gli studi e le ricerche che sono state fatte hanno accertato come i giovani tornano al sito di nascita per la riproduzione non prima dell’età di cinque anni.
Cosa sappiamo oggi sulle berte?
Oggi sappiamo molto poco, soprattutto ciò che concerne le migrazioni invernali. Ma di recente gli ornitologi hanno scoperto che esiste una grande zona di svernamento sul Canale di Sicilia, fra la Tunisia, la parte sud della Sicilia e la Libia.
Probabilmente alcune popolazioni o percentuali d’esse, sono migratorie, altre sicuramente sedentarie. Sono in ogni modo numerosissimi gli individui che svernano nell’Atlantico. Studi degli anni 80 nello Stretto di Gibilterra in ottobre-novembre, hanno stimato circa 100.000 individui in transito verso l’Oceano.
Si trattava con molta probabilità di popolazioni mediterraneo-occidentali. Il ritorno ai siti di nidificazione avviene a partire da febbraio, ma soprattutto in marzo. L’ornitologo tedesco Heinze scrive nel 1979 di aver osservato alla fine di questo mese nel Golfo di Hammamet circa 35.000 individui in continua migrazione. Certamente in aprile le colonie sono già al completo nel loro sito di riproduzione.
La grande colonia di Linosa
Una delle più grandi colonie di berte maggiori del Mediterraneo si trova proprio sull’isola di Linosa, sul Canale di Sicilia. Non è del tutto chiaro perché a Linosa sia presente una comunità così vasta. Durante la fase riproduttiva sull’isola è possibile assistere a uno spettacolare volo di stormi di questi uccelli che si dirigono verso la costa.
Appena fa buio, ritornano a terra facendo un verso particolare, una specie di lamento simile al pianto di un neonato, un canto che ha dato adito a diverse e fantasiose interpretazioni.
La leggenda narra che, in seguito alla morte del Re Diomede, gli illiri occuparono le isole Tremiti, create proprio da lui e ne cacciarono gli abitanti, ma Venere, tramutò le loro anime in uccelli affinché facessero la guardia al sepolcro del loro re.
All’interno della colonia linosana sono presenti individui nidificanti e individui non nidificanti. La fedeltà al sito è molto tenace, al punto che un individuo nidificante è stato rinvenuto dai tedeschi nell’Egeo per undici stagioni riproduttive consecutive, sempre nella stessa tana.
Sembra che la mortalità giovanile sia oscillante tra il 7% e il 15%. L’individuo più vecchio fino ad ora riscontrato, tramite gli inanellamenti, aveva sedici anni.
Le zone di nidificazione sono raggiunte nel pomeriggio, ma fino all’imbrunire le intere colonie formano grandi assembramenti in mare, sempre più sotto costa. Esse entrano a terra solo quando è calato il buio. Durante le fasi di luna piena questi uccelli continuano a rimanere in mare aperto, ritornando al sito di nidificazione solo dopo il suo tramonto.
Quando inizia ad albeggiare, invece, avviene l’esodo in massa verso il mare. La partenza d’adulti e giovani dai siti di nidificazione avviene in ottobre/novembre.