La missione Juno della NASA e le importanti scoperte su Giove

La missione Juno, la prima ad inviare una sonda a scrutare sotto le dense nubi di Giove, da oltre 8 anni osserva il gigante gassoso del nostro sistema planetario fornendoci informazioni di rara importanza.

Sonda Giove
La sonda Juno da oltre 8 anni sta analizzando Giove e ci ha fornito dettagli inaspettati di questo pianeta gigante.

La missione Juno della NASA (National Aeronautics and Space Administration) è sicuramente tra le più importanti missioni spaziali con obiettivo Giove, il più grande pianeta del nostro Sistema Solare.

Si tratta della seconda sonda spaziale a inserirsi in orbita attorno al gigante gassoso dopo l’orbiter Galileo e la prima ad addentrarsi al di sotto delle dense nubi del pianeta.

Il lancio della missione è avvenuto il 5 agosto 2011, mentre la sonda è arrivata a destinazione dopo quasi 5 anni, il 4 luglio 2016, inserendosi in un’orbita polare attorno a Giove e da allora ci ha fornito instancabilmente importanti informazioni su Giove. Teoricamente la missione avrebbe dovuto già concludersi ma grazie agli incredibili risultati ottenuti è stata estesa fino al 2025 ed è quindi ancora in corso.

La missione ha raggiunto traguardi impensabili

Lo scopo principale di questa missione è analizzare le caratteristiche del grande Giove come rappresentante dei pianeti giganti (ovvero Saturno, Nettuno e Urano). Inoltre conoscere più nel dettaglio Giove può fornirci le conoscenze necessarie per la comprensione dell’origine del Sistema Solare e di altri sistemi planetari.

Le peculiarità di questo pianeta sono molto interessanti, rispetto alla Terra una caratteristica molto particolare riguarda la sua composizione, si tratta infatti di una enorme palla di gas composta prevalentemente da idrogeno e elio, così come il Sole. A causa dell’enorme pressione su questo pianeta al suo interno il gas di idrogeno diventa liquido, un particolare liquido in grado anche di condurre elettricità.

Questo fluido però non è in quiete, sul pianeta sono costantemente in corso violente tempeste che agitano il liquido conduttore che probabilmente è il motore del campo magnetico del pianeta stesso. Il campo magnetico di Giove è il più grande e forte di tutto il Sistema Solare, fatta eccezione per quello del Sole.

Giove
Giove, il quinto pianeta del Sistema Solare, il più grande e il più massivo pur essendo composto di gas.

Proprio per scoprire meglio ulteriori dettagli su questo interessantissimo pianeta la missione Juno è stata estesa. L’obiettivo è quello di ampliare la nostra conoscenza sulla modalità con cui si è formato il pianeta, sulla struttura interna di Giove, sul suo campo magnetico e su come viene generato, sulla magnetosfera e sull’atmosfera con un interesse particolare sui cicloni polari e sulle magnifiche aurore di questo pianeta.

Tra i focus di questa ulteriore analisi c’è anche la famosa ed enigmatica Grande Macchia Blu di Giove, una zona isolata con un intenso campo magnetico che si trova vicino all’equatore del pianeta. La sonda per riuscire ad osservare da vicino questa macchia effettuerà una serie di sorvoli ravvicinati.

La sonda Juno non si limita però a studiare solo Giove ma effettuerà delle analisi anche dei suoi satelliti Europa e Io. Grazie ad ulteriori sorvoli ravvicinati ci fornirà importanti informazioni sull’ambiente di radiazione vicino a questi satelliti in modo da riuscire a preparare meglio anche le future missioni della NASA.

La missione estesa si è ulteriormente ampliata e ha anche aggiunto uno studio della polvere negli anelli deboli di Giove.

Anche l'Italia ha partecipato a questa missione

Per riuscire a portare avanti queste analisi varie e variegate la sonda è stata dotata degli strumenti scientifici più innovativi a disposizione. Juno è infatti dotata di un set di 8 strumenti per un totale di 29 sensori e una fotocamera, la famosa JunoCam.

Perlopiù questi strumenti sono stati sviluppati da centri di ricerca statunitense ma anche l’Italia ha dato il suo contributo. Infatti il nostro paese ha partecipato alla missione fornendo due strumenti: lo spettrometro ad immagine infrarosso JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper) e lo strumento di radioscienza KaT (Ka-band Translator).

Non ci resta quindi che attendere l’evoluzione delle ultime analisi di questa strabiliante missione.