Astronauti Luna
Da sempre la Luna è tra le mete più ambite, stavolta la Cina cerca di raggiungere il suo lato nascosto.

A inizio mese, per la precisione venerdì 3 maggio, alle 11:27 ora italiana, ha avuto ufficialmente il via la missione Chang’e 6 dell’Agenzia Spaziale Cinese (China National Space Administration, CNSA).

L’obiettivo di questa missione è molto ambizioso: raggiungere la faccia nascosta della Luna per raccogliere alcuni campioni di suolo lunare da riportare sulla Terra.

Questa missione fa parte del programma cinese di esplorazione della Luna, Chang’e, una divinità molto popolare nella Cina antica, per la precisione la dea della Luna. La sonda è partita dallo spazioporto di Wenchang attraverso un razzo Lunga Marcia 5.

Da tempo vengono prelevati campioni lunari

Non è la prima volta che delle sonde raggiungono il nostro satellite per raccogliere dei campioni lunari da analizzare, la stessa Cina ha già raggiunto questo obiettivo con la missione cinese Chang’e 5, che nel 2020 ha riportato sul nostro pianeta quasi 2 kg di campioni.

Prima di lei anche l’Unione Sovietica, con il programma Luna, e gli Stati Uniti d’America, con il programma Apollo, erano riusciti a prelevare frammenti di Luna, ma fino ad ora sempre dalla faccia visibile del satellite.

Stavolta la Cina si spinge oltre e punta al lato nascosto della Luna, in prossimità del polo sud.

La scelta del sito ovviamente non è stata una casualità, si tratta infatti del punto più interessante per la realizzazione di futuri avamposti.

Insediamenti Lunari
In futuro gli astronauti potranno permanere sul nostro satellite anhe per lunghi periodi.

Sulla sonda sono presenti anche strumenti di altre nazioni, come ad esempio uno strumento pakistano, ICECUBE-Q, che verrà utilizzato per rilevare tracce di ghiaccio sulla superficie lunare.

Oppure il NILS (Negative Ions on Lunar Surface), uno strumento svedese per rilevare e misurare gli ioni negativi che vengono riflessi dalla superficie lunare.

O ancora uno strumento che servirà a studiare il trasporto di polvere lunare e di altri volatili (ad esempio il Radon) tra la regolite lunare, l’insieme di sedimenti, polvere e frammenti di materiale che compongono lo strato più esterno della Luna e l’esosfera lunare. Questo strumento è in grado di studiare anche il ciclo dell’acqua, è francese e si chiama DORN (Detection of Outgassing Radon).

Anche uno strumento tutto italiano su Chang'e 6

Infine è presente anche uno strumento scientifico italiano, precisamente dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), chiamato INRRI, ovvero INstrument for landing-Roving laser Retrorefletor Investigations. Si tratta di un retroriflettore laser passivo che servirà a controllare il posizionamento della sonda.

Insomma, uno sforzo internazionale per riuscire ad ottenere informazioni su una zona ancora poco studiata ma che potrebbe essere il punto in cui verranno allestiti i primi insediamenti lunari a medio e lungo termine.

L’allunaggio del lander cinese è previsto nel cratere Apollo, un vastissimo cratere del diametro di 524 km che si stima si sia formato circa 4 miliardi di anni fa dopo un violento impatto con un meteorite.

Tra gli strumenti in dotazione al lander c’è anche un’innovativa trivella in grado di perforare la superficie lunare e permettere così do raccogliere campioni addirittura fino a 2 metri di profondità.

La missione durerà in tutto 53 giorni, al termine dei quali si spera di essere riusciti a raccogliere circa 2 kg di campioni, così come avvenuto con la missione precedente Chang’e 5.