L'animale più misterioso esistente in natura che si nasconde nel buio degli abissi, il calamaro magnapinna
Si tratta di un cefalopode, molto particolare, appartenente alla famiglia delle Magnapinnidae. Questi animali sono conosciuti grazie allo studio di esemplari allo stadio larvale, mentre poco si sa sugli esemplari adulti.
Sulla Terra ci sono tanti animali che rimangono un vero e proprio mistero per la scienza, visto che ne sappiamo davvero sul loro comportamento e stile di vita. Sicuramente uno degli animali più misteriosi presenti in natura è il calamaro magnapinna, o pinna grande, molto raro da osservare.
Si tratta di un cefalopode, molto particolare, appartenente alla famiglia delle Magnapinnidae. Questi animali sono conosciuti grazie allo studio di esemplari allo stadio larvale, mentre poco si sa sugli esemplari adulti.
Tentacoli lunghi oltre 8 metri
Abituato a vivere nelle grandi profondità dell’oceano questi animali sono davvero rarissimi da osservare. Finora sappiamo che i tentacoli sono molto lunghi, tanto che possono raggiungere lunghezze di oltre 8 metri. Dimensioni davvero impressionanti.
Queste appendici vengono tenute perpendicolarmente dal calamaro, creando una sorta di gomiti. Nel corso degli anni fra gli studiosi si sono sviluppate varie teorie sulla maniera in cui questo animale si nutre.
Le poche osservazioni disponibili hanno sorpreso, non poco, gli scienziati. In modo particolare il suo aspetto fisico e la fisionomia del suo corpo lo rendono un vero alieno, con quei lunghissimi tentacoli che si distendono verso le profondità oceaniche.
Le dimensioni della creatura
Dalle pochissime osservazioni fatte in natura sappiamo che i calamari magnapinna possono raggiungere dimensioni notevolissime, superando addirittura pure gli 8 metri di lunghezza. Quindi un vero gigante degli abissi.
Solo creature ormai estinte, come i belemniti, avevano delle caratteristiche molto simili a quelle dei calamari magnapinna.
Dove vivono questi calamari giganti?
Queste creature misteriose vivono nelle oscurità degli abissi oceanici, in condizioni ostili per tantissime forme di vita. Possono spingersi anche al di sotto dei 5000/6000 metri di profondità. Per questo motivo avvistare un esemplare di questi calamari è estremamente raro, figuriamoci studiare i loro comportamenti in un ambiente così ostile.
Fino a oggi abbiamo avuto pochissimi incontri ravvicinati e la maggior parte sono molto recenti. Tutto quello che sappiamo sul loro conto proviene da video catturati da veicoli telecomandati, spinti negli abissi oceanici durante missioni di ricerca.
Non sappiamo come facciano a nutrirsi questi esseri spettrali. Si ipotizza che trascinano le braccia e i tentacoli sulla superficie dell'oceano, afferrando organismi commestibili, o utilizzano semplicemente una tecnica di cattura mentre aspettano passivamente che cibo come lo zooplancton rimanga intrappolato nei loro tentacoli appiccicosi.
Il primo esemplare di calamaro magnapinna è stato registrato nel 1907, nei dintorni delle Azzorre, nel bel mezzo dell’Atlantico. Quasi tutti gli avvistamenti sono stati fatti in pieno oceano.