L'alimentazione dei leoni sta cambiando, tutta colpa di una formica "invasiva"

Dopo mesi di studi di scienziati hanno scoperto che l'arrivo di una formica invasiva stia costringendo i leoni del Kenya a modificare la loro dieta, a seguito di una serie di effetti a cascata prodotti dai piccoli insetti.

Formica testa rossa
La formica responsabile dell’invasione si chiama Pheidole megacephala, meglio nota in inglese come "big-headed ant", la formica dalla testa grossa. Questa formica in origine era originaria di una grande isola dell’oceano Indiano, sicuramente quella di Mauritius.

E’ davvero singolare quanto è stato scoperto di recente da un team di scienziati in Kenya, a seguito di uno studio scientifico, pubblicato sulla nota rivista Science. Dopo mesi di studi di scienziati hanno scoperto che l'arrivo di una formica invasiva stia costringendo i leoni dello Stato africano a modificare la loro dieta.

Quello che più ha stupito i ricercatori è stato proprio l’impatto devastante che questi piccoli insetti hanno avuto sull’intero ecosistema, partendo dalle formiche locali, che a cascata sta cambiando la vita della rete trofica locale.

Cosa sta succedendo in Kenya?

La formica responsabile dell’invasione si chiama Pheidole megacephala, meglio nota in inglese come "big-headed ant", la formica dalla testa grossa. Questa formica in origine era originaria di una grande isola dell’oceano Indiano, sicuramente quella di Mauritius.

La formica testa rossa è stata scoperta nel XVIII secolo. Si è notato, fin da subito, che nel giro di poco tempo è riuscita a diffondersi in tutte le zone tropicali e subtropicali del mondo, ed è considerata una delle 100 specie invasive più dannose.

Le formiche locali che si nutrono del nettare della Vachellia drepanolobium, un'acacia che è la specie arborea dominante dell'Africa orientale. In cambio, le formiche mordono gli alberi iniettando nelle foglie e nel tronco acido formico, che non fa nulla alla pianta ma respinge tutti i suoi predatori, tra cui gli elefanti che lo trovano disgustoso, e le acacie morse dalle formiche sono quindi al sicuro dalla distruzione che i pachidermi possono causare.

Leone
L'immagine di un leone poco prima dell'arriva del tramonto.

I ricercatori hanno notato come pure la formica dalla testa grossa si nutre delle stesse piante, ma non produce acido formico. Essendo più grossa e aggressiva delle specie locali, può arrivare a monopolizzare le piante, che prive della loro protezione vengono strappate o calpestate dagli elefanti.

Peraltro si è pure notato come nelle zone invase da questa formica quasi tutti gli alberi vengono distrutti a un ritmo dalle cinque alle sette volte superiore a quello di un'area protetta dalle formiche.

Le ripercussioni sui leoni e sull'ambiente

La riduzione della copertura arborea causata dall'invasione delle formiche dalla testa grossa è un grosso problema per i carnivori predatori, in particolare il leone, che è abituato ad andare a caccia sfruttando l'ombra degli alberi per nascondersi. L’ombra degli alberi, inoltre, è molto importante perché li ripara dal caldo soffocante della stagione secca.

Leonesse a caccia nella savana.
La riduzione della copertura arborea causata dall'invasione delle formiche dalla testa grossa è un grosso problema per i carnivori predatori, in particolare il leone.

Senza questa copertura vegetale i felini fanno molta più fatica ad andare a caccia, dove sono arrivate le formiche invasive, le uccisioni di zebre sono molto ridotte rispetto alla media. Per il momento, per fortuna, questo cambio forzato di dieta non sta creando problemi ai leoni, che hanno semplicemente cambiato dieta dedicandosi a un erbivoro che soffre anch'esso dell'assenza degli alberi, il bufalo del Capo.

Al momento, secondo gli autori dello studio, questa è una soluzione locale, ma non è detto che possa funzionare anche nel resto dell'Africa. La progressiva avanzata verso ovest delle formiche dalla testa grossa rischia, nei prossimi anni, di provocare grossi problemi e disagi a tutti i leoni del continente.