L'incredibile quanto affascinante fenomeno della bioluminescenza, quando il mare si illumina di notte

Certe notti può capitare che la superficie del mare o dell’oceano si possa illuminare, emanando una strana luminosità dal colore bianco verdastro. Tale fenomeno è stato osservato per la prima volta parecchi decenni fa, dagli equipaggi di alcune navi e pescherecci d’altura di passaggio.

Bioluminescenza di mare
Il fenomeno, come abbiamo detto, è stato denominato con il termine di “bioluminescenza marina”. Si origina in seguito a processi chimico fisici che si formano in varie specie di organismi animali e vegetali che si trovano sotto la superficie del mare.

Certe notti può capitare che la superficie del mare o dell’oceano si possa illuminare, emanando una strana luminosità dal colore bianco verdastro. Tale fenomeno è stato osservato per la prima volta parecchi decenni fa, dagli equipaggi di alcune navi e pescherecci d’altura di passaggio.

Non è la prima volta che simili fenomeni di luminosità delle acque oceaniche vengono segnalati nel cuore della notte. Per chi assiste di persona a un fenomeno alquanto singolare come questo può sembrare anche un po’ inquietante. In realtà il fenomeno della “fosforescenza del mare”, meglio noto come bioluminescenza, è molto più diffuso di quanto si possa pensare.

L’affascinante fenomeno della bioluminescenza di mare

Chi va per mare, seguendo le antiche rotte commerciali oceaniche o effettuando la pesca d‘altura, questo lo sa molto bene. Spesse volte nella fascia dei mari tropicali ed equatoriali, durante le notti serene e con condizioni meteo/marine piuttosto ottimali (mare calmo), la superficie dell’oceano può emanare uno splendido e mutevole scintillio di punti luminosi di diversi colori che illuminano di bianco o verdastro un ampio tratto d‘acqua.

In certi tratti di oceano e in certe circostanze il fenomeno della bioluminescenza raggiunge dimensioni davvero molto imponenti per la presenza contemporanea di enormi masse di questi organismi.

Sui mari temperati, come sul Mediterraneo, il fenomeno appare con maggior evidenza solo nella stagione estiva, in presenza di notti serene e con un moto ondoso sovente di debole entità.

Come si origina?

Il fenomeno, come abbiamo detto, è stato denominato con il termine di “bioluminescenza marina”. Si origina in seguito a processi chimico fisici che si formano in varie specie di organismi animali e vegetali che si trovano sotto la superficie del mare.

Il colore della luce è di solito bianco, verdastro o addirittura azzurrino. Più raramente si può presentare con la tendenza verso il giallo e il rosso. Nella maggior parte dei casi la “bioluminescenza” è originata dal Plancton. I microrganismi animali e vegetali che compongono il Plancton emettono luce se vengono in qualche modo stimolati o disturbati da altri elementi.

In certi tratti di oceano e in certe circostanze il fenomeno della bioluminescenza raggiunge dimensioni davvero molto imponenti per la presenza contemporanea di enormi masse di questi organismi.

Difatti il Plancton è presente in tutte le acque, ma le concentrazioni variano con le stagioni e i luoghi, aumentando soprattutto d’estate, specie nei mari temperati dove è più facile osservare il fenomeno.

Ma macchie luminose più intense possono essere provocate da altri organismi marini più grandi che vivono in colonie molto numerose, come certe meduse, comuni nei nostri mari.

Anche fra i pesci, i crostacei e molluschi vi sono molte specie che emettono luce, tanto da riuscire ad illuminare per intero la superficie marina. Tale capacità di questi animali è dovuta alla reazione tra un enzima, la luciferasi, e un pigmento, la luciferina, una caratteristica molto diffusa tra gli abitanti del mare. La “bioluminescenza” può essere utilizzata per vari fini, fra cui illuminare le acque circostanti per confondere i potenziali predatori, o ancora come esca o come segnale di corteggiamento.

Il fenomeno della bioluminescenza sul Mediterraneo

Sul Mediterraneo, durante la tarda primavera e la stagione estiva, i fenomeni di “fosforescenza di mare” si possono riscontrare solo in presenza di enormi banchi di meduse, del tipo “Pelagia Noctiluca”, quella che più comunemente infesta le nostre coste.

Questo tipo di medusa non per caso viene chiamata anche “medusa luminosa” data la sua capacità di emettere luce, dovuta al fenomeno della “bioluminescenza”. Nelle calme serata estive, in presenza di abbondanti passaggi, la “Pelagia Noctiluca” può essere in grado di illuminare interi tratti di mare.

Gli eventi più intensi di bioluminescenza

Gli episodi di “bioluminescenza” più intensi ed estesi si sono registrati durante gli anni 80 nel tratto di mare davanti la costa della Somalia, dove fra i mesi di aprile e maggio, quando il mare diventava calmo in atteso del cambio di regime dei venti monsonici (i monsoni di NE venivano sostituiti da quelli di SO).

In questi casi il fenomeno si è esteso su un ampio tratto di oceano, tanto da essere inquadrato persino dalle immagini satellitari. Ma molte altre volte la fosforescenza interessa un po’ tutti i mari equatoriali e tropicali.

Bioluminescenza
A Porto Rico esiste la famosa baia Bioluminescente, che fino a pochi anni fa era il luogo più famoso dove si verificava questo fenomeno ed era visitato da migliaia di turisti.

A Porto Rico esiste la famosa baia Bioluminescente, che fino a pochi anni fa era il luogo più famoso dove si verificava questo fenomeno ed era visitato da migliaia di turisti. Dal 2014 però, c’è una diminuzione dell’intensità della bioluminescenza.

Lo hanno chiamato “black out della Mosquito Bay”, e nessuno sa perché sia improvvisamente scomparso. Un altro luogo dove fitoplancton luminescente crea spettacolari bagliori è la Laguna Luminous, in Giamaica, dove chi si bagna di notte può farlo in mezzo ad un sorprendente bagliore.

In Giappone invece esiste la Baia Toyama, dove a rendere luminescenti le acque del mare non sono organismi microscopici ma calamari particolari, che possono raggiungere le dimensioni di una mano.