L'inaspettata scoperta di un fiume di stelle tra le galassie dell'ammasso Coma
Succede di frequente, almeno in astronomia, di pianificare l’osservazione di un ben preciso oggetto celeste e poi, casualmente, scoprire nelle immagini di questo qualcosa di ancora più interessante, ma che non era l’obiettivo della ricerca. E’ proprio il caso del fiume stellare scoperto nell’ammasso di galassie di Coma.
Il Coma cluster è un ammasso contenente migliaia di galassie a circa 350 milioni di anni luce da noi in direzione della costellazione “Chioma di Berenice” (Coma Berenices in latino), da cui prende il nome.
Nel corso degli anni, questo ammasso è stato oggetto di ripetuti studi. Infatti, è uno dei primi ammassi di galassie in cui fu sospettata, già a partire dagli anni ‘30 del '900 da parte dell'astronomo Fritz Zwicky, la presenza di materia oscura.
La ricerca di materia ed energia oscura rappresenta una delle più stimolanti sfide della fisica e dell'astrofisica moderne. Numerosi sono stati e sono i progetti dedicati a questo studio, come le missioni Plank ed Euclid dell'ESA.
In uno studio mirato alla caratterizzazione delle stelle negli aloni delle galassie all’interno dell’ammasso Coma, venne utilizzato per le osservazioni il telescopio William Herschel Questo telescopio ha uno specchio primario da 4.2 metri ed è collocato sull’isola di La Palma, in Spagna.
Cosa è stato scoperto
Un team internazionale di ricercatori, analizzando le immagini raccolte dal telescopio Herschel ha scoperto, casualmente, una struttura particolarissima, e cioè un flusso di stelle che si estende tra le galassie per una lunghezza circa dieci volte il diametro della nostra Galassia.
Questo genere di scoperta viene chiamata "serendipita", cioè una scoperta casuale non preventivata e ottenuta mentre si cercava tutt’altra cosa.
Ciò che rende la scoperta unica è il fatto che queste stelle formino una struttura simile a un flusso di stelle (o se vogliamo un ponte stellare) al di fuori delle galassie, lì dove esistono solo gas e polveri in densità estremamente basse. In parole povere, una struttura stellare “giusta” ma nel posto sbagliato. Infatti, altre strutture simile ma molto più piccole sono state osservate anche all’interno della nostra Galassia.
Questa struttura è stata chiamata il “Giant Coma Stream” ed è notevole come possa resistere all’attrazione gravitazionale delle galassie vicine, mantenendo la sua forma invece di essere smembrata dalle forze gravitazionali esterne.
L'origine di questa struttura non è ancora nota, e si esclude che possa trattarsi dei resti di una galassia disgregata sempre per effetti gravitazionali.
Futuri sviluppi della ricerca
I risultati di questa scoperta sono stati pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics da un team di ricercatori con prima firma a nome di Javier Román. Lo stesso team ha effettuato simulazioni al computer che sono riuscite a mostrare come dinamicamente tali strutture possano esistere.
Il prossimo passo, dicono gli astronomi del team, sarà la ricerca di altre strutture simili e la rivisitazione del “Giant Coma Stream” con telescopi più potenti, quali il telescopio spaziale James Webb o il Very Large Telescope all’ESO o, nel futuro prossimo, l'Extremely Large Telescope (ELT).