Il più grande migratore della Terra, ogni anno percorre oltre 70000 chilometri spostandosi dall'Artide all'Antartide
Ogni anno parte dalle regioni artiche, in cui soggiorna durante l'estate nell'emisfero settentrionale, per spostarsi verso quelle antartiche al sopraggiungere dell’inverno boreale, per poi tornare al successivo cambio di stagione.
La sterna codalunga, meglio conosciuta come “sterna artica”, nome scientifico Sterna paradisaea, è un uccello della sottofamiglia delle Sterninae. E’ conosciuto per essere l’animale capace di compiere la più lunga migrazione annuale. Nessuno in natura sa fare di meglio.
Basti pensare che annualmente questo incredibile uccello è in grado di percorrere oltre 70.000 km. Ogni anno parte dalle regioni artiche, in cui soggiorna durante l'estate nell'emisfero settentrionale, per spostarsi verso quelle antartiche al sopraggiungere dell’inverno boreale, per poi tornare al successivo cambio di stagione.
L’affascinante scoperta
La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori del Greenland Institute of Natural Resources, dell'Università di Aarhus, del British Antarctic Survey e dell'Istituto islandese di scienze naturali, che illustrarono il loro studio in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
A rendere il tutto ancora più sorprendente sono le dimensioni del piccolo uccello, pesa solo 100 grammi. E’ stato calcolato che mediamente le sterne artiche, non appena compiono i 29 anni, riescono a realizzare un viaggio che è pari a tre volte il viaggio di andata e ritorno per la Luna. Una cosa del tutto impossibile per un essere umano.
Perché le sterne compiono una migrazione così lunga?
La lunghezza del percorso è dovuta al fatto che quando la sterna lascia i suoi areali artici, fra fine agosto e settembre, non segue una traiettoria retta più o meno lineare, ma segue un complesso percorso a “S” che dalla Groenlandia la porta dapprima verso le Azzorre, dove fa tappa per rifocillarsi nelle acque ricche zooplancton e pesce, per poi dirigersi seguendo le coste dell'Africa verso l'Antartide.
In questo lungo viaggio le sterne coprono in media 330 chilometri al giorno. Sulla via del ritorno, che inizia verso maggio, segue invece un'altra rotta che la porta prima verso l'Africa meridionale, Sudafrica, Namibia, per poi dirigersi verso i Caraibi e quindi attraversare il Nord America in direzione dell'Artico. In questo caso le tappe giornaliere sono invece di circa 550 chilometri.
Le tecnologie e il GPS hanno aiutato gli scienziati
Questa incredibile scoperta è stata resa nota grazie all’utilizzo di varie tecnologie, come geolocalizzatori molto speciali, che sono stati applicati su alcuni esemplari di sterna.
Questi piccoli strumenti, che pesano solo 14 grammi, registrano l'intensità luminosa e la durata del giorno locale, dati da cui è possibile ricavare l'ora dell'alba e del tramonto e quindi ricavare l'esatta localizzazione dell'animale.
L'uso di questi apparecchi sugli uccelli marini non solo rivoluziona la nostra comprensione degli schemi di migrazione che essi adottano, ma aiuta gli scienziati a identificare importanti 'punti caldi biologici da tenere sotto osservazione, durante le tappe della migrazione.