Il “khamsin”, il bollente e polveroso vento che dai deserti egiziani spira verso il Mediterraneo orientale
Poco dopo la sua instaurazione la colonnina di mercurio può subire un balzo dell’ordine dei +10°C +15°C, specie nelle coste, inibendo l’azione delle brezze mitigatrici provenienti dal mare. In determinate occasioni può divenire anche piuttosto burrascoso ed impetuoso, con raffiche di oltre i 70-80 km/h cariche di polvere.
Il “khamsin” è un vento caldo, secco e polveroso che periodicamente spazza l’Egitto e il bacino orientale del mar Mediterraneo, con risentimenti fino alle coste dell’Asia minore in particolari situazioni sinottiche.
Il nome deriva dall’arabo “khamsun” o “Hamsin“, che significa “cinquanta”. Difatti spira per almeno cinquanta giorni l’anno. La sua direzione di provenienza è Sud o Sud-est. Il khamsin può essere definito, visto l’origine e le dinamiche bariche che ne causano l’attivazione, un cugino del nostro scirocco. Solo che a differenza di quest’ultimo, originandosi sopra i torridi deserti egiziani, va ad investire l’intera area del Mediterraneo orientale e del mar di Levante, fino alle coste meridionali della Turchia, con risentimenti fin sul Libano, la Siria, lo stato di Israele e la Palestina.
Un vento caldissimo e polveroso
Provenendo dai deserti dell’Egitto esso trasporta masse d’aria piuttosto calde, d’estrazione sub-tropicale continentale sahariana, che causano bruschi aumenti termici fin sulle aree costiere dell’Egitto e della penisola del Sinai.
Poco dopo la sua instaurazione la colonnina di mercurio può subire un balzo dell’ordine dei +10°C +15°C, specie nelle coste, dove l’afflusso caldo da Sud e S-SE tende ad inibire l’azione delle brezze mitigatrici provenienti dal mare. In determinate occasioni può divenire anche piuttosto burrascoso ed impetuoso, con raffiche di oltre i 70-80 km/h, sollevando dai deserti egiziani un ingente quantitativo di polvere e pulviscolo desertico che determinano intensi Haboobs (tempeste di sabbia) che possono arrivare a sconfinare fin sull’area della capitale Il Cairo e sulle coste egiziane, causando drastiche riduzioni della visibilità orizzontale.
In queste occasioni l‘aria viene resa opprimente sia dal gran caldo che dalla polvere diffusa nell’atmosfera. Essendo un vento periodico si attiva di frequente tra il tardo inverno, il periodo primaverile e l’inizio dell’estate, dove può arrivare a soffiare per 4 o 5 giorni di fila.
Quando soffia con maggiore frequenza?
Gli episodi di khamsin più intensi di solito si concentrano fra marzo, il mese di aprile, maggio e la prima decade di giugno. Il khamsin che interessa l’Egitto, le coste meridionali della Turchia e tutto il bacino orientale del Mediterraneo soffia quasi sempre con una direzione da SE o da Sud.
Ma un nome simile viene dato anche ai tesi da Est, E-SE o SE, che spesso spirano sopra gli estesi deserti della penisola Arabica e nel deserto israeliano del Negev, nelle aree più aride dell’Asia minore. Ma anche i forti venti da Sud e da Sud-Ovest che investono le coste egiziane e saudite che si affacciano al mar Rosso vengono denominati con il termine “khamsin”.
Di solito però questi venti, provenienti dai quadranti orientali, non vanno confusi con l’originale “khamsin” egiziano. Per la sua attivazione occorre la presenza di una profonda circolazione depressionaria che dal mar di Creta tende a muoversi in direzione del Mediterraneo orientale, collocandosi poco a sud delle coste della Turchia meridionale.
Il Khamsin si accompagna sempre davanti (lungo il bordo orientale, nel settore caldo pre-frontale) alle profonde depressioni che dal Mediterraneo centro-orientale tendono a muoversi verso est o est-nord/est, mentre un promontorio anticiclonico sub-tropicale di blocco si localizza poco più ad est, in prossimità delle coste dell’Asia minore.
Il “gradiente barico orizzontale” che si viene a determinare fra le opposte figure bariche attiva il flusso del “Khamsin” che dall’entroterra interno del deserto egiziano si propaga molto rapidamente verso il Mediterraneo orientale, precedendo anche importanti fasi di maltempo, in attesa dell‘avanzata del fronte freddo e delle linee di instabilità a suo seguito.
Molto secco in origine si umidifica sul Mediterraneo
Come lo scirocco all’origine è un vento caldo e molto secco, visto l’origine desertica. Ma una volta che dalle coste egiziane si propaga verso il Mediterraneo il “Khamsin”, costretto a transitare la calda superficie marina, tende a umidificarsi notevolmente arrivando sulle coste meridionali turche come un vento caldo ma piuttosto umido.
Una volta raggiunte le coste turche l’aria calda e umida che viene spinta dal “Khamsin”, incontrando i primi rilievi del vicino retroterra, è costretta a sollevarsi verso l’alto (forzatura orografica), raffreddandosi e agevolando la rapida condensazione del vapore acqueo che favorisce lo sviluppo di una consistente nuvolosità da “stau” (sbarramento orografico) che dà origine ad intense fasi precipitativi, spesso a sfogo di rovescio o temporale.
Spesso le inondazioni e i “flash floods” che tra l’autunno e l’inverno (più raramente in primavera) colpiscono le aree costiere della Turchia meridionale sono associate all’afflusso delle masse d’aria calde e molto umide, dai quadranti meridionali, che si muovono lungo il margine pre-frontale (settore caldo) delle ciclogenesi mediterranee, interagendo con l‘aspra orografia che caratterizza il sud della Turchia.
Quando soffia molto intenso, a carattere burrascoso, il “Khamsin” può portare anche importanti mareggiate sulle coste della Turchia meridionale, specie lungo il Golfo di Adalia.