Il cambiamento climatico colpisce l’agricoltura: avvantaggia i parassiti locali e favorisce l’arrivo di patogeni alieni

Batteri, funghi, virus e insetti: le malattie delle piante rappresentano da sempre una grande sfida per l’agricoltura. I cambiamenti climatici attuali e futuri aggravano però la situazione, rendendo le piante più vulnerabili e favorendo la proliferazione di parassiti locali e alieni.

lente ingrandimento, parassiti
Nei campi coltivati, a causa dei cambiamenti climatici, proliferano parassiti autoctoni e arrivano nuovi patogeni

Le piante, come gli animali e gli esseri viventi, nel corso della loro vita possono ammalarsi. Accade a quelle che abbiamo in casa, in balcone o in giardino, agli alberi dei viali o dei parchi cittadini e a quelle coltivate per la produzione agro-alimentare, compresi gli ortaggi del nostro orto.

Il concetto di malattia in patologia vegetale

In patologia vegetale il concetto di malattia viene definito come una “condizione di sofferenza persistente, derivante da un’alterazione dei normali processi fisiologici della pianta”. Questa condizione è spesso causata da agenti patogeni, tra cui virus, batteri, funghi e insetti, ma può essere causata anche da altri agenti come avversità climatiche (siccità, alluvioni, gelate, grandinate) e inquinanti ambientali.

pomodori, marciume
Si definisce malata una pianta che si trova in una condizione di sofferenza persistente, derivante da un’alterazione dei suoi normali processi fisiologici

In entrambi i casi questo significa che, a livello agricolo, una pianta malata non è in grado di produrre in modo adeguato sia in termini di qualità che quantità.

Le malattie delle piante affliggono da sempre l'agricoltura

L’impatto delle malattie delle piante coltivate può avere conseguenze differenti a seconda dell’area geografica in cui si verificano: si va dalle perdite economiche dei singoli produttori a possibili carenze di materia prima, in genere compensata da altre coltivazioni e importazioni; purtroppo, ancora oggi, in alcune zone del mondo gli effetti di un mancato raccolto possono avere conseguenze gravi sulle disponibilità alimentari della popolazione.

Certamente questo accadeva più di frequente in passato, ad esempio durante la Grande carestia irlandese che imperverserò tra il 1845 e il 1849 e che vide tra i principali responsabili la peronospora della patata, una malattia che causò il marciume dei tuberi e distrusse i raccolti di quegli anni.

Con la Rivoluzione Verde, iniziata nel 1944 ad opera dell'agronomo Norman Borlaug, e con l’utilizzo su larga scala dei prodotti fitosanitari il controllo degli agenti patogeni migliorò in maniera straordinaria, determinando produzioni agricole senza precedenti e garantendo una maggiore disponibilità di cibo anche ai ceti più poveri.

trattore, trattamento
La Rivoluzione Verde avviata da Norman Borlaug migliorò radicalmente la produzione agricola mondiale, determinando un incremento straordinario delle rese

Oggi il controllo delle malattie delle piante coltivate si confronta con nuove sfide: razionalizzare l’uso dei pesticidi e adottare strategie più sostenibili per l’ambiente senza ridurne l’efficacia; contrastare l'insorgenza di patogeni resistenti ai trattamenti fitosanitari; infine, affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle piante e i loro parassiti.

Il ruolo dei cambiamenti climatici oggi

I cambiamenti climatici, infatti, da un lato rendono le piante più vulnerabili all’attacco dei patogeni e dall’altro possono talvolta apportare vantaggi ai patogeni che le attaccano.

A questo proposito, è necessario distinguere tra due casi: il primo riguarda i patogeni “autoctoni”, tipici dell’areale di coltivazione; il secondo riguarda i cosiddetti patogeni “alloctoni” o “alieni”, giunti nel campo coltivato da lontano. Entrambe le tipologie possono essere avvantaggiate dai cambiamenti climatici, vediamo perché.

I caso: patogeni locali più difficili da tenere sotto controllo

Sono patogeni “autoctoni” quegli organismi, nocivi per le piante, che da molto tempo sono presenti in un certo areale di coltivazione e verso i quali sono state sviluppate nel tempo efficaci strategie di controllo. Oggi queste strategie devono essere continuamente aggiornate perché sta cambiando il clima e di conseguenza i cicli biologici delle piante e dei loro patogeni.

mosca bianca, foglie
Gli aleurodidi o mosche bianche si nutrono della linfa delle piante, causando danni diretti (come indebolimento della pianta e ingiallimento delle foglie) e indiretti (come la trasmissione di virus alla pianta)

Bisogna tenere presente che le interazioni tra la pianta coltivata, detta ospite, il patogeno e l’ambiente, formanti il cosiddetto “triangolo della malattia”, sono complesse e altrettanto complesso è capire come il cambiamento climatico modifichi e alteri queste relazioni.

La scienza sta cercando di trovare risposte, tra le quali sembra però abbastanza evidente che inverni più miti favoriscano la sopravvivenza di alcuni di questi patogeni, con un conseguente incremento dell’intensità della malattia e dei danni associati alle piante in primavera-estate. Ecco qualche esempio.

Peronospora della vite (Plasmopara viticola)

Inverni più miti permettono al micelio di sopravvivere, ad esempio negli anfratti della corteccia della vite, senza dover formare oospore svernanti come prevederebbe il suo normale ciclo biologico.

guanto, foglia
Le Peronospora della vite si manifesta sulla pagina superiore delle foglie con tipiche chiazze giallastre che assomigliano a macchie d'olio

Questo comporta che la malattia si manifesti prima nella stagione successiva, non appena le condizioni climatiche lo consentono.

Mosca dell’olivo (Bactrocera oleae)

Temperature invernali meno rigide allungano la stagione riproduttiva e riducono la mortalità delle popolazioni svernanti, favorendo un maggior numero di generazioni durante la stagione successiva.

Nematodi galligeni (Meloidogyne spp.)

Diffusi in molte coltivazioni (pomodoro, melanzane, patate), beneficiano di terreni che non gelano più a sufficienza in inverno rendendo l’ambiente particolarmente ospitale alla loro proliferazione.

nematode, immagine microscopio
I nematodi galligeni, appartenenti al genere Meloidogyne, si presentano al microscopio come vermi microscopici di forma cilindrica e affusolata.

Inverni rigidi, al contrario, rappresentano un naturale strumento di controllo dell’infestazione.

Cocciniglia farinosa della vite (Planococcus ficus)

Sebbene già presente da tempo, questa cocciniglia è diventata un problema maggiore in alcune aree vitivinicole italiane. Inverni più miti consentono una maggiore sopravvivenza delle popolazioni, che ora completano più generazioni durante la stagione primaverile-estiva.

Carpocapsa (Cydia pomonella)

È un insetto lepidottero dannoso per meli e peri, originario di molte aree temperate. Inverni più miti e primavere anticipate permettono lo sviluppo di più generazioni all'anno, aumentando i danni alle colture.

II caso: patogeni “alloctoni” alla conquista di nuovi areali

I cosiddetti patogeni "alloctoni" o "alieni" raggiungono nuovi areali dove, grazie ai cambiamenti climatici, trovano condizioni climatiche favorevoli e un ambiente privo di antagonisti naturali nel quale possono proliferare senza particolari ostacoli. La colonizzazione di nuove aree geografiche può avvenire in maniera autonoma o sfruttando il commercio globale.

In questo caso essi viaggiano nascosti nelle piante, nelle derrate agroalimentari o in altre merci, coprendo distanze lunghissime rispetto al loro paese di origine.

Cimice asiatica (Halyomorpha halys)

È stata definita l’autostoppista perfetto: originaria dell'Asia orientale (Cina, Giappone e Corea), si è diffusa in Europa, America e altre parti del mondo principalmente attraverso il trasporto internazionale di merci.

cimice, foglia
Cimice asiatica

È estremamente dannosa, nutrendosi di oltre 170 specie vegetali, tra cui fruttiferi (mele, pere, pesche), ortaggi e colture industriali (soia, mais).

Punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus)

Originario dell’Asia, ha invaso il Mediterraneo e altre regioni a causa di commerci non controllati.

insetto
Punteruolo rosso della palma

Le alte temperature incrementano l'attività e i cicli riproduttivi dell’insetto (fino a un massimo di tre cicli), accelerando il declino delle palme.

Xylella fastidiosa

Questo batterio, introdotto probabilmente con piante ornamentali dall’America, ha devastato gli uliveti pugliesi.

ulivi secchi
Gli effetti devastanti di Xylella negli uliveti pugliesi

Le alte temperature favoriscono l’attività delle cicaline, vettori principali del batterio, accelerandone la diffusione.

Tignola del pomodoro (Tuta absoluta)

Questo lepidottero minatore fogliare è originario del Sud America e nel 2006 è giunto in Spagna per poi espandersi a tutte le coltivazioni di pomodoro nell’area del Mediterraneo.

Nei prossimi anni, a causa dell’aumento delle temperature, si prevede possa espandere il suo areale verso nord e verso est in Europa.

Il ruolo fondamentale dell’IPPC

In questo scenario risulta molto prezioso l’operato dell’International Plant Protection Convention, un'importante organizzazione internazionale che ha l’obiettivo principale di proteggere le risorse vegetali globali minacciate da parassiti e patogeni attraverso tre azioni principali:

1) Prevenire la diffusione e l’introduzione di parassiti e patogeni delle piante

2) Promuovere azioni globali per il controllo e l’eradicazione dei parassiti quando questi vengono introdotti

3) Garantire un equilibrio tra la protezione fitosanitaria e il commercio internazionale

mani, piantina
L'IPPC ha l’obiettivo di proteggere le risorse vegetali globali minacciate da parassiti e patogeni

Secondo l’IPPC, ogni anno i parassiti e le malattie delle piante costano all'economia globale più di 220 miliardi di dollari e gli insetti invasivi come le locuste del deserto e i punteruoli rossi della palma almeno 70 miliardi di dollari.