Ictus giovanile: preoccupa l'aumento dei casi legato a fattori di rischio non tradizionali
Uno studio dell’Università del Colorado ha esplorato il contributo di fattori di rischio non tradizionali all’insorgenza dell’ictus nei giovani adulti e ha scoperto che sotto i 35 anni questi fattori contano più dei fattori di rischio tradizionali.
Negli ultimi 20 anni l’incidenza di ictus nei giovani è aumentata del 50%, in particolare nei Paesi in via di sviluppo (7 casi su 100.000 persone-anno in Europa, oltre 100 casi per 100.000 persone-anno in Africa).
Si è scoperto che l’ictus nei giovani non sia così raro come si pensava in passato. Anzi, pare l’esatto contrario. Ciò deve indurre tutti gli operatori sanitari a sospettare questa patologia evitando ritardi diagnostici nella fase acuta, notoriamente più frequenti in questa fascia di età, che si traducono in un inevitabile ritardo terapeutico.
A complicare il tutto è la più elevata frequenza di condizioni che possono mimare l’ictus nel giovane quali l’emicrania con aura, le crisi epilettiche e i disturbi di conversione.
A rischio i soggetti con ipertensione e diabete
L’incidenza dell’ictus nei soggetti con meno di 55 anni è in aumento, ma il motivo di questa tendenza non è chiaro, anche perché spesso non sono presenti fattori di rischio tradizionalmente associati all’ictus come ipertensione o diabete.
Uno studio dell’Università del Colorado ha esplorato il contributo di fattori di rischio non tradizionali all’insorgenza dell’ictus nei giovani adulti e ha scoperto che sotto i 35 anni questi fattori contano più dei fattori di rischio tradizionali.
Quali sono i fattori di rischio non tradizionali
Lo studio, pubblicato sulla rivista Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes, si basa su dati amministrativi relativi al periodo 2012-2019. Sono stati individuati gli abitanti del Colorado di età compresa tra 18 e 55 anni colpiti da ictus, abbinati a controlli di pari età e sesso.
Grazie a una revisione della letteratura è stata stilata una lista di tutti i soggetti di cui è stata valutata l’associazione con l’ictus incidente nella popolazione in esame. I fattori di rischio non tradizionali includevano ipertensione, diabete, iperlipidemia, apnee notturne, obesità, abuso di sostanze, fibrillazione atriale e altre patologie cardiovascolari.
Questi fattori di rischio cambiano con l’età?
Per ogni fattore di rischio tradizionale e non tradizionale, il rischio di ictus aumentava in tutti i gruppi di età e in entrambi i sessi. Nella fascia 18-34 anni vi erano più ictus associati a fattori di rischio non tradizionali che a fattori di rischio tradizionali.
Il contributo dei fattori di rischio non tradizionali diminuiva con l’età del soggetto e il contributo dei fattori di rischio tradizionali diventava dominante nella fascia 34-44 anni.
Differenze di genere
“A differenza di quanto ipotizzavamo, i fattori di rischio non tradizionali erano ugualmente importanti all’insorgenza dell’ictus nei giovani di sesso maschile e di sesso femminile”, sottolineano gli autori, che volevano capire perché sotto i 45 anni le donne vanno incontro a ictus più frequentemente degli uomini.
Il fattore di rischio non tradizionale che è risultato più importante era l’emicrania, la cui prevalenza era maggiore nel sesso femminile, perciò, gli autori della ricerca ritengono che “l’emicrania possa in parte giustificare la differenza di genere osservata nello sviluppo dell’ictus nei giovani con meno di 35 anni”.